Cassa integrazione per le P.IVA: come funziona

È prevista dal 2021 la cassa integrazione anche per i possessori di Partita IVA. È un'indennità in via di sperimentazione fino al 2023. Chi ne ha diritto, per che importi, come chiederla

Anche i professionisti e i titolari di Partita Iva potranno avere diritto alla cassa integrazione. È una delle novità contenute nella Legge di Bilancio che ha previsto la misura a partire proprio dal 2021, per far fronte alla crisi economica legata alla pandemia. Si chiama Iscro, ossia la cassa integrazione per i lavoratori autonomi, è riservata a coloro che versano i contributi previdenziali alla gestione separata dell’Inps. Ecco come funziona e chi ne ha diritto.

Cos’è l’Iscro

Iscro, acronimo di Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è un “bonus” previsto dalla Legge di Bilancio in via sperimentale fino al 2023. È riservato ai liberi professionisti con Partita Iva, iscritti esclusivamente alla gestione separata dell’Inps, che possano dimostrare una riduzione del proprio reddito.

A chi è riservata

I lavoratori autonomi non possono essere pensionati, ma devono dimostrare un calo consistente del proprio reddito. Precisamente, deve essere almeno del 50% nell’anno precedente la domanda di Iscro, rispetto alla media degli ultimi tre anni. In ogni caso il reddito non deve essere superiore a 8.145 euro (eventualmente rivalutati nel tempo). In pratica, per chi volesse farne richiesta nel 2021, andrà considerato il reddito del 2020 che dovrà essere almeno della metà rispetto alla media di quelli del triennio 2017-2018-2019. «Tra i requisiti va ricordato che non si può essere contemporaneamente destinatari di altri contributi da lavoro (es. sia subordinati, sia autonomi), non si deve essere titolari del reddito di cittadinanza e si deve essere in regola con la contribuzione previdenziale Inps. Infine, occorre essere titolari di partita IVA attiva da almeno 4 anni, alla data di presentazione della domanda» spiega Antonello Orlando, del Centro Studi della Fondazione Consulenti del Lavoro.

Gli importi e le date

Il contributo varia da 250 a 800 euro mensili massimi e viene corrisposto per un massimo di 6 mesi. «L’indennità può essere percepita una sola volta nei 3 anni di sperimentazione. Dura un massimo di sei mesi ed è pari al 25% dell’ultimo reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Decorre dal giorno successivo alla richiesta e non fornisce alcuna contribuzione figurativa» chiarisce Orlando, aggiungendo: «L’indennità è del tutto esente dal punto di vista fiscale».

Come si fa richiesta

La domanda va presentata all’Agenzia delle Entrate, entro il 31 ottobre di ciascun anno fiscale a cui si fa riferimento (il 31 ottobre 2021 per l’anno in corso e in riferimento al calo di reddito subito nel 2020). A erogare l’indennità è l’Inps, fino ad esaurimento dei fondi che per il 2021 ammontano a 70,4 milioni di euro, ma andranno a decrescere fino a 3,9 milioni nel 2024, quando si spera di aver lasciato alle spalle gli effetti maggiori della crisi Covid.

Ma che documenti ci vogliono per farne richiesta? «In realtà la norma parla di autocertificazione dei requisiti reddituali, dunque le procedure di Inps potrebbero prevedere solo delle autodichiarazioni da rilasciare sulla domanda telematica stessa» risponde Orlando.

Limiti e regole

L’Iscro non è previsto in caso di cessazione della propria attività, ma è inteso solo come ammortizzatore in caso di riduzione del proprio reddito, a sua integrazione. In caso si interrompa l’attività mentre si riceve l’indennità, questa andrà restituita.

Per poter finanziare la cassa integrazione per liberi professionisti è stato deciso un aumento dell’aliquota contributiva per i lavoratori autonomi, che dunque cresce: nel 2021 l’incremento è dello 0,26%, che passerà a 0,51% nel 2022 e 2023. Chi ne farà richiesta dovrà anche partecipare a corsi di aggiornamento professionale, secondo modalità che saranno comunicate tramite apposito decreto ministeriale entro il 2 marzo 2021: «L’indennità è teoricamente già operativa, in quanto non necessita di decreti attuativi, si aspetta però una circolare regolatoria di Inps. L’unico decreto che si attende è del MEF per definire i percorsi di aggiornamento professionale per le Partite Iva che godono di questa indennità» conferma Antonello Orlando.

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