Come aiutare l’Ucraina

Ecco a chi rivolgersi per aiutare i profughi, soprattutto bambini e donne, in fuga dall'Ucraina, con donazioni, accoglienza o in altre forme, comprese le adozioni a distanza

È una vera e propria “maratona di generosità” quella che è scattata in questi giorni, con migliaia di italiane e italiani pronti a donare per i profughi dell’Ucraina e per coloro che invece non sono riusciti a lasciare le città sotto assedio. Lì, oltre agli uomini, ai quali dai 18 ai 60 anni non è permesso lasciare il Paese, ci sono anche molti bambini, sia negli ospedali che negli orfanotrofi. In tanti centri abitati e sotto le bombe manca tutto. Da qui, le raccolte promosse da organizzazioni, enti pubblici e privati, parrocchie e associazioni di categoria.

Le manifestazioni nelle città il 12 marzo

Sabato 12 marzo si può aderire alla manifestazione per la pace organizzata qualche giorno fa a Marsiglia, in Francia, dall’associazione dei sindaci europei “Eurocities, alla quale hanno aderito già oltre comuni italiani e stranieri: da Firenze a Milano, da Napoli a Roma, ma anche Parigi, Rotterdam, Zagabria e La Valletta.

Ecco come contribuire con gli aiuti concreti.

La raccolta della Chiesa ortodossa di Milano

Tra le prime realtà a muoversi in solidarietà della popolazione ucraina c’è la Chiesa Ortodossa milanese di San Nicola al Lazzaretto. Dopo una prima spedizione, con 16 tir partiti dal capoluogo lombardo con quintali di aiuti umanitari per l’Ucraina, “è in programma un secondo invio per settimana prossima”, come si legge sul sito Odissea della pace. Questa spedizione, guidata dall’Arcivescovo Avondios Bica, è una delle tante iniziative di solidarietà nate quasi all’improvviso, che ha raccolto una straordinaria partecipazione anche grazie al contributo di un network di influencer, che ha messo a disposizione i propri canali social per raccontare e coinvolgere i cittadini”. Per donare all’Odissea della Pace, a cui hanno aderito anche tra gli altri anche Ana Laura Ribas, Victoria Cabello, Tommaso Zorzi e centinaia di volontari che si sono presentati la notte prima della partenza per caricare i camion, si può andare anche sulla piattaforma gofundme.com dove c’è una sezione dedicata (“Aiutiamo l’Ucraina”).

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Le associazioni nelle piazze e non solo

Altre iniziative di solidarietà sono state promosse anche nelle piazze di molte città italiane, dove si trovano banchetti di associazioni internazionali, come WeWorld, che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in Italia e nel Mondo (anche con adozioni internazionali): grazie all’alleanza con il partner ChildFund Germania che lavora in Ucraina dal 2004, ha avviato una campagna a sostegno di bambini e famiglie per fornire aiuti di emergenza. Un intervento analogo è svolto anche da Action aid e Save the Children, o ancora Intersos, i cui operatori ora si trovano Moldavia e Polonia, e fornisce assistenza medica e protezione ai rifugiati provenienti dall’Ucraina. L’obiettivo è fornire cure mediche, protezione e sostegno psicosociale alle persone più vulnerabili, proprio come fa Medici senza frontiere, che prepara kit medici ed équipe nei Paesi confinanti. Anche Medici del Mondo, organizzazione umanitaria internazionale presente anche in Italia per garantire l’accesso alle cure a tutti è attiva in Ucraina dal 2015, dove fornisce assistenza umanitaria e servizi sanitari specialmente nelle autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Luhansk. Attualmente ha già fornito attrezzature mediche a tre ospedali per curare i feriti ed eseguire interventi chirurgici e sta offrendo consulti medici a distanza con ostetriche e psicologi. Il suo staff internazionale è pronto all’accoglienza anche in Polonia, Romania e Moldavia, mentre la Federazione Internazionale Terre des Hommes opera soprattutto nella zona orientale del Paese, dal 2015.

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Le ong e associazioni italiane in Ucraina

Croce Rossa Italiana ha lanciato una raccolta fondi insieme alle due agenzie collegate all’Onu – Unhcr e Unicef, tramite il numero unico 45525. Tra le associazioni italiane che da tempo operano in Ucraina c’è poi Aibi – Amici dei Bambini, che nel Paese collabora dal 1999 con la Fondazione di beneficenza ucraina “Drusie Ditiei Ukraina” (Amici dei Bambini Ucraina), con sede a Kiev: fin dalle prime fasi del conflitto ha lanciato la campagna ‘Emergenza Ucraina #Bambinixlapace’. A Volodarka, un paio di ore d’auto dalla capitale, sostiene e gestisce un orfanotrofio e ha allestito un campo di accoglienza per gli sfollati.

Anche Soleterre ha una collaborazione con l’Associazione ucraina “Zaporuka” e ha messo a disposizione la sua casa per i bambini malati di cancro e per assicurare loro la continuità delle cure mediche, chemio comprese, insieme a Think Global Foundation (link). Anche Avsi, già impegnata in Ucraina dai tempi della crisi del 2014, aiuta i profughi in fuga verso Polonia e Romania, con il sostegno dei partner locali “AVSI Polska” e “Asociația FDP-Protagonisti in educatie”, e ha lanciato un appello per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di medicine e generi di prima necessità e al supporto psicologico nelle zone di Siret e Leopoli, con l’hashtag #HelpUkraine: “Un aiuto agli ucraini in fuga dalla guerra”. Tra le altre iniziative, poi, si segnalano quelle di Cesvi – storica ong italiana – intervenuta al fianco di “People in need”, organizzazione no profit internazionale, in particolare al confine con la Slovacchia.

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L’assistenza religiosa (e non solo)

Ad essere impegnata è anche la Caritas, sia Ambrosiana che a livello nazionale, che accoglie anche i profughi, in Ucraina e fuori. Sempre da Milano è partito anche un convoglio di aiuti con beni di prima necessità, raccolti dal Progetto Arca con Uneba, l’Unione nazionale di iniziative di assistenza sociale. Anche la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione straordinaria, mentre le Misericordie della Toscana in collaborazione con il Consolato ucraino di Firenze hanno raccolto 24 quintali tra farmaci e alimenti non deperibili, trasportati ai confini di Polonia e Romania. A Verona l’Associazione delle donne ucraine ha aperto un centro operativo di aiuti con il sostegno dell’Ambasciata e altre associazioni di tutta Italia. Si stanno prodigando anche Anpas, Arci, Cittadinanzattiva, Emergenza Sorrisi, Fidas, Banco Alimentare, Salesiani per il sociale, Anffas, Sos Bambini, Federazione Italiana malattie rare, Vis, Cisom.

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Affidi temporanei e accoglienza

Se, invece, non si vogliono inviare denaro o altri beni, si può sempre donare il sangue, presso i punti Avis diffusi sul territorio nazionale, oppure si possono accogliere profughi. Per esempio, registrandosi sul sito refugees-welcome.it per l’iniziativa “Accogli una persona rifugiata”. La Comunità di Sant’Egidio ha da anni un programma di adozioni a distanza per circa 250 bambini ucraini in una rete di case famiglia, che oggi sono in pericolo.

Coldiretti, invece, ha lanciato l’iniziativa “la spesa sospesa”, con la possibilità di fare offerte per acquistare prodotti nei mercati contadini di Campagna Amica, da inviare ai civili ucraini, dove iniziano a scarseggiare le scorte alimentari.

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