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La spesa a “sessi alternati” e altri sistemi di distanziamento

I Comuni si organizzano per limitare gli accessi nei supermercati ed evitare sovraffollamenti. Oltre all'alternanza tra uomini e donne, c'è chi ha optato per l'ordine alfabetico o la data di nascita dei clienti come criteri di selezione all'ingresso

Il lunedì, mercoledì, venerdì e domenica possono andare a fare la spesa solo gli uomini. Al martedì, giovedì e sabato solo le donne. Accade a Canonica D’Adda, comune della provincia di Bergamo al confine con quella di Milano, dove un’ordinanza del Sindaco ha disciplinato l’accesso ai supermercati e ai negozi aperti. Obiettivo: ridurre l’afflusso di persone. Ma il provvedimento fa discutere, a partire dalla disparità di giorni a disposizione. Intanto anche in altri Comuni sono stati adottati criteri per limitare la quantità di persone nei punti vendita aperti, dall’ordine alfabetico alla data di nascita degli aspiranti avventori.

La spesa a giorni alterni

«Lo scopo dell’ordinanza è quello di tutelare la salute pubblica». A chiarirlo è l’ordinanza del Sindaco di Canonica d’Adda, Gianmaria Cerea, che con un post su Facebook ha comunicato ai suoi concittadini le regole per l’accesso agli esercizi commerciali: uomini e donne possono entrare solo separatamente, a giorni alterni, a partire dal lunedì riservato agli acquirenti maschili. «È un criterio semplice da applicare da parte della polizia locale o dei gestori dei negozi, perché si basa su un controllo visivo» spiega il Sindaco. «Prima di adottarlo abbiamo verificato la nostra popolazione, che è composta da 1.378 uomini e 1.276 donne, quindi con 102 uomini in più nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni, e abbiamo deciso di dimezzare i giorni in cui è possibile fare la spesa, a seconda del genere di appartenenza. Agli over 65, invece, offriamo la consegna gratuita a casa. D’altra parte avevamo notato che c’erano coppie con marito e moglie che entravano nei supermercati insieme, ma con carrelli diversi fingendo di essere soli, mentre il decreto nazionale prevede che si faccia la spesa uno alla volta e possibilmente una volta alla settimana» spiega Cerea.

Le polemiche

Ma c’è chi protesta, definendo l’ordinanza sessista nei confronti delle donne, per le quali è previsto un giorno in meno. «Nella mia giunta ci sono 3 donne e 2 uomini, il consiglio comunale è a maggioranza femminile e il comandante della polizia locale, con cui ne abbiamo parlato, è una donna. Se avessi deciso il contrario, iniziando il lunedì con le donne, mi avrebbero comunque accusato di discriminazione, sostenendo che obbligavo le donne a caricarsi di spesa più degli uomini. Alla domenica, poi, è aperto un solo minimarket mentre la farmacia è stata esentata dal provvedimento» chiarisce Cerea.

Ma c’è anche chi, su Facebook dove è stata pubblicata l’ordinanza, parla di incostituzionalità, di violazione della libertà di circolazione e di provvedimento che non tiene contro dei transessuali. «In questo caso vale il documento di identità oppure ciò che dichiara la persona in questione. D’altra parte non sono state violate leggi in materia, perché non mi risulta che ci siano neppure bagni pubblici per il terzo genere, oltre a quelli per uomini e dnne» spiega il Sindaco di Canonica d’Adda, che ricorda: «Siamo in emergenza, dobbiamo semplificare le procedure e dimezzare il numero di persone che escono, questo è un metodo veloce rispetto a quanto deciso da altre Amministrazioni».

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Dal pari/dispari all’ordine alfabetico

Eppure Canonica d’Adda non è l’unica ad aver adottato l’idea della spesa a «sessi alternati»: è accaduto in Perù e a Panama, dove però alla domenica non è consentito a nessuno uscire, mentre negli altri giorni l’orario disponibile è limitato (a Lima, ad esempio, dalle 8 alle 18). In Italia, invece, molte amministrazioni si sono organizzate diversamente. A Cesano Boscone, alle porte di Milano, si fanno acquisti in ordine alfabetico. Stessa scelta anche per Acquaviva, in provincia di Bari, dove al lunedì e giovedì possono fare acquisti quelli con il cognome dalla A alla F, al martedì e venerdì toccherà a chi ha l’iniziale dalla G alla O, mentre al mercoledì e sabato entrano quelli dalla P alla Z. «Non è consentito utilizzare più di una lettera all’interno dello stesso nucleo familiare» ha precisato l’ordinanza del sindaco, Davide Carlucci, facendo eccezione solo per chi avesse necessità legate ai turni di lavoro o ad altre situazioni particolari e «previa comunicazione». È compito dei titolari degli esercizi commerciali vigilare l’osservanza della disposizione. 

A Solaro, in provincia di Milano, invece, si entra invece al supermercato solo in giorni prestabiliti e suddivisi in base alla data di nascita. Al lunedì, ad esempio, possono fare la spesa solo i nati dall’1 al 10 del mese, al martedì dall’11 al 20, al mercoledì dal 21 al 31, per poi ricominciare al giovedì con la prima decade del mese. È dunque necessario esibire la propria carta d’identità all’addetto all’ingresso dei negozi che vendono generi alimentari e che siano di medie superfici. La decisione, in questo caso, è scattata dopo attese anche di un’ora e mezza fuori dai punti vendita, con oltre 70 persone in coda. Tra le persone in fila c’erano anche molti anziani sprovvisti di mascherina, ai quali è stata data precedenza. Per tutti i trasgressori, invece, è prevista sanzione da 50 euro. Infine a Cerro Maggiore, sempre nel milanese, si entra in base al numero della carta d’identità: pari nei giorni pari, dispari nei giorni dispari. 

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