Coronavirus: niente gite a Pasqua, sì ai bimbi sotto casa

Passeggiate (con o senza bambini), uscite con i cani, attività motoria, spostamenti nelle seconde case, pranzi in famiglia: cosa si può fare in base alla nuova circolare che impone divieti fino al 13 aprile?

Ha creato polemiche, ma anche confusione, la circolare del Ministero dell’Interno riguardo la possibilità o meno di uscire con i bambini. Il decreto del 1° aprile ha comunque confermato e chiarito le misure previste per contenere il contagio da coronavirus, prorogandole fino al 13 aprile, dunque fino a Pasqua. Anche se non tutto è chiarissimo, tra polemiche e ordinanze regionali che superano il decreto, una cosa è certa: niente pranzi in famiglia a Pasqua né gite a Pasquetta.

Si può passeggiare?

È su questo punto in particolare che sono sorti dubbi. Le «passeggiate» in quanto tali non sono ammesse, ma resta la possibilità di camminare nei pressi della propria abitazione. Il che significa che è possibile uscire di casa a piedi ma per recarsi, ad esempio, a fare acquisti di prima necessità (alimentari e farmaci), per gettare i rifiuti o per le esigenze fisiologiche del proprio cane, rispettando la distanza di sicurezza di almeno un metro ed evitando assembramenti.

I bambini possono uscire?

Altro tema delicato. Dopo le proteste di molti genitori, appoggiati da pediatri e pedagogisti, una circolare del Viminale ha chiarito che i bambini possono uscire di casa, ma solo accompagnati da un adulto alla volta e solo intorno a casa: niente partite a calcio, niente bicicletta o monopattino, dunque. Eppure l’apertura, sostenuta anche dal ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha scatenato la dura reazione di alcune regioni, come Lombardia, Veneto e Campania, convinte che in questo modo si vanifichino gli sforzi sostenuti finora. Da qui la decisione di emettere ordinanze locali che confermano il divieto di uscita per i bambini. Restano chiusi parchi, giardini aree gioco e spazi per attività ludiche.

A creare ulteriore confusione sono state, però, le parole pronunciate in diretta tv dal premier, Giuseppe Conte, che ha parlato della possibilità di portare con sé i figli quando si va a fare la spesa. Evidentemente un lapsus, dal momento che le Prefetture – come nel caso di Milano – hanno smentito questa ipotesi, confermando i divieti.

Si può fare sport?

Le più recenti disposizioni vietano di allenarsi ad atleti professionisti o dilettanti, sia in gruppo che da soli. Sospese le competizioni sportive sia al chiuso che all’aperto. È invece ammessa l’attività motoria «solo se è svolta individualmente e in prossimità della propria abitazione. È obbligatorio rispettare la distanza di almeno un metro da ogni altra persona» come chiarisce il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri (www.governo.it). Sono sempre vietati gli assembramenti.

Si può andare nella seconda casa?

«È vietato trasferirsi o spostarsi, con qualsiasi mezzo, in un Comune diverso da quello in cui ci si trovava alla data del 22 marzo». Niente Pasqua nella seconda casa, dunque, salvo che per «comprovate esigenze lavorative o in casi di assoluta urgenza o per motivi di salute». Così stabiliscono le disposizioni, che precisano che «l’accesso alla seconda casa può essere consentito solo se dovuto alla necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni».

Pasqua coi parenti?

Nessuna deroga è stata introdotta riguardo la possibilità di pranzare con i parenti (neppure a Pasqua) né di far loro visita, magari a Pasquetta. Non essendo uno spostamento ritenuto necessario, non è ammesso dal decreto. Resta confermata la possibilità di recarsi da parenti anziani o già affetti da altre malattie perché si tratta di una «condizione di necessità» e di «categorie più vulnerabili» anche se occorre cercare di “proteggerle dai contatti il più possibile».

Si può uscire in bici?

Riguardo gli spostamenti in auto, sono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, per necessità o per motivi di salute, ma attenzione: deve sempre essere garantita la distanza di sicurezza, dunque il passeggero non può viaggiare sul sedile anteriore, bensì su quello posteriore, a meno che non si tratti del convivente. Non si può andare in moto in due, mentre la bicicletta è ammessa solo si si deve raggiungere il posto di lavoro o per altre esigenze stringenti e comprovate: insomma, niente gita a due ruote per sgranchirsi, neppure da soli, ma solo uscite nei pressi di casa, per raggiungere «i negozi che vendono generi alimentari o di prima necessità». È anche «consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto nella prossimità di casa propria».

Il genitore divorziato o separato può spostarsi per vedere i figli?

I genitori divorziati e separati possono continuare ad andare a trovare i figli dall’ex partner o presso l’affidatario, così come possono andare a prenderli per tenerli con sé, anche con spostamenti «da un Comune all’altro». Bisogna però seguire il tragitto più breve e rispettare giorni e modalità previsti dal giudice o da accordo tra i genitori del minore.

Ci si può spostare per la spesa?

Si può andare a fare la spesa o acquistare medicinali, purché nel proprio Comune, a meno ciò sia possibile nel proprio territorio di residenza, ad esempio per mancanza di punti vendita o farmacie. Si può anche uscire per visite mediche o esami diagnostici. In molti casi gli ospedali e gli ambulatori hanno già provveduto alla cancellazione o spostamento se non ritenuti urgenti e necessari. Le visite veterinarie sono ammesse solo per «esigenze urgenti», non per «controlli di routine». È sempre possibile andare a comprare giornali e riviste in edicola, perché questo è ritenuto una «necessità».

Si può ricevere il cibo a casa?

Restano chiusi, invece, tutti gli altri negozi, comprese sale bingo e sale giochi, e locali pubblici come cinema, teatri, discoteche e musei. Bar e ristoranti sono chiusi, fatta eccezione per quelli negli ospedali e nelle stazioni. Chiusi gli autogrill, mentre è ammessa la consegna di cibo a domicilio, purché nel «rispetto delle norme igienico-sanitarie».

Si possono prendere i mezzi pubblici?

Il trasporto pubblico non cessa, ma rimane limitato negli orari e con la raccomandazione del rispetto della distanza di sicurezza, dunque con minore capienza su autobus, metro e tram. Quasi azzerato, invece, il trasporto aereo.

Le chiese sono aperte?

Restano chiusi i luoghi di culto. Vietati i funerali, ammessi i matrimoni solo con sposi, testimoni e senza banchetto nuziale.

Lavoro sospeso: per chi?

Restano sospese tutte le attività industriali e commerciali non ritenute indispensabili al mantenimento dei servizi minimi e già indicate dai precedenti decreti. Per i liberi professionisti come avvocati, commercialisti e ingegneri è raccomandato lo smart working, ma resta la possibilità di lavorare in studio in caso di necessità o urgenze.

Quarantena: quando è obbligatoria?

È prevista in caso di positività e anche per chi torna dall’estero, che nell’autodenunciarsi deve indicare il luogo in cui trascorrerà i 14 giorni di isolamento previsti.

Tutte le norme sono valide anche per gli stranieri che si trovino in Italia.

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