Figli

Italia senza bimbi: la natalità raggiunge il minimo storico

La natalità nel nostro Paese ha raggiunto il suo minimo storico: è la prima volta dall'unità di Italia

Gli ultimi dati Istat attestano un nuovo cambiamento che sradica l’immagine comune della “famiglia tradizionale”, che nel tempo è diventata “ristretta” e che ora quasi non esiste più. Nel 2021, le persone che vivono da sole hanno raggiunto il 33,2%, superando per la prima volta la percentuale di coppie con figli. Il calo non sembra destinato ad attenuarsi, anzi. Nel Rapporto Annuale, l’Istat stima che nel 2045 si potrebbe registrare un altro sorpasso storico, quello delle coppie senza figli rispetto a quelle con almeno un bambino. A confermarlo sarebbero gli ultimi dati resi noti dal famoso istituto nazionale di statistica, secondo cui nel 2022 la natalità in Italia ha raggiunto il minimo storico.

Natalità è al minimo storico: i dati

L’Italia è un Paese sempre più vecchio e senza bambini. Gli ultrasessantacinquenni sono oltre 14 milioni. Forse complice l’instabilità socio-economica degli ultimi tempi, crescono le separazioni, ci si sposa sempre meno e chi sceglie di fare figli li fa sempre più tardi. Non solo: per la prima volta dall’unità di Italia, le nascite sono state al di sotto della soglia di 400mila, fermandosi a 393mila. Il tasso di mortalità, invece, resta alto: si stimano meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni mille abitanti. Le morti, infatti, sono state 713mila, 320mila più dei bimbi venuti alla luce. È il 2008 l’ultimo anno in cui in Italia si è registrato un incremento delle nascite: in quindici anni, il calo è pari a circa 184mila nascite, di cui circa 27mila concentrate dal 2019.

Donna incinta

Oltre a segnalare il nuovo record negativo delle nascite, l’ultimo report dell’Istat sugli indicatori demografici fotografa un Paese in cui la popolazione residente continua a invecchiare e diminuire, per effetto di un eccesso di morti sulle nascite. I movimenti migratori interni e per l’estero, inoltre, sono tornati ai livelli pre-pandemia. In particolare, sarebbero ben 55mila le persone che hanno deciso di lasciare il Sud per trasferirsi nelle Regioni settentrionali. Si registra, invece, una lieve crescita degli stranieri in Italia.

Nascite in calo, quali sono le cause

Le coppie in Italia vogliono sempre meno figli: sarebbe questo uno dei motivi che negli ultimi anni ha portato un progressivo ma inesorabile calo delle nascite. Eppure, non sarebbe l’unico fattore: anche il calo dimensionale e il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nel periodo considerato riproduttivo, indicativamente tra i 15 e i 49 anni, contribuiscono alla diminuzione dei bambini nel nostro Paese.

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Il tasso di mortalità, invece, supera leggermente il 12%. Rispetto all’anno precedente, nel 2022 sono stati registrati 12mila decessi in più. Cifre più alte solo nel 2020, quando a causa della pandemia sono state registrate 27mila decessi in più rispetto all’ultimo anno. Nel 2022, inoltre, i picchi di decessi sono stati registrati nei periodi più freddi (dicembre e gennaio) e nei mesi più caldi (luglio e agosto). Ad aver evidentemente inciso sulle morti nel nostro Paese sono stati anche i picchi di gelo e i periodi in cui l’afa si è fatta insopportabile. Ad averne risentito in particolar modo sono state le persone più fragili e anziane, soprattutto donne. Nei quattro mesi elencati, infatti, si contano ben 265mila vittime, quasi il 40% del totale.

Natalità al minimo storico, triplicati gli ultracentenari

Le culle sono vuote, mentre gli anziani aumentano. In particolare, negli ultimi vent’anni, il numero degli ultracentenari è addirittura triplicato. L’1 gennaio 2023 le persone con più di cento anni in Italia erano 22mila.

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Nonostante l’elevato numero di morti registrato negli ultimi tre anni, complice lo scoppio dell’emergenza Covid, il processo di invecchiamento che coinvolge gli italiani appare inarrestabile. Non a caso, nel nostro Paese l’età media della popolazione ha raggiunto i 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023 e la popolazione ultrasessantacinquenne rappresenta il 24,1% del totale.

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