Ragazza mascherina estate

Mascherine Covid: cosa cambia, dove e quali servono

Arriva il nuovo protocollo con le regole da rispettare nei luoghi di lavoro e non. Resterà in vigore fino al 31 ottobre 2022. Ecco dove servono ancora le protezioni contro il Covid, mascherine comprese

Dal 1 luglio cambiano le norme sull’obbligo di mascherina, che diventano più snelle. Parola del ministero per lo Sviluppo economico, all’indomani del vertice che è servito ad approvare un nuovo protocollo, che rivede le linee guida scadute il 30 giugno: la novità più sostanziale è che non sono più obbligatorie nei luoghi di lavoro privati, dove decidono le singole aziende, mentre nelle strutture sanitarie occorre sempre indossarle. Le nuove indicazioni resteranno in vigore fino al 31 ottobre 2022, salvo aggiornamenti in base all’andamento della pandemia, in un momento nel quale si sta vivendo un nuovo picco. Ecco cosa cambia.

Il nuovo protocollo: stop all’obbligo di mascherine Ffp2 nel privato

Mascherine e protezioni anti Covid. La parola d’ordine è snellire le procedure, senza che questo diventi un “liberi tutti”, come chiarito dal ministero della Salute in una nota. Ecco, allora, che la mascherina non è più obbligatoria nei luoghi di lavoro privati, ma resta una “raccomandazione”. Di fatto il nuovo protocollo, sottoscritto proprio da ministero della Salute, ministero per lo Sviluppo economico, Inail e parti sociali, stabilisce che saranno i medici del lavoro delle singole aziende a stabilire eventuali obblighi che riguardino luoghi o lavoratori, come per esempio nel caso di presenza di persone fragili. Ma dal momento che non tutte le imprese e uffici ne sono dotati, di fatto è il datore di lavoro che deciderà per la propria realtà. La raccomandazione generale è che l’uso delle mascherine Ffp2 resta «un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative». Per questo «il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo». Insomma, il datore di lavoro fornirà le mascherine filtranti e stabilirà le norme.

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Le altre norme di sicurezza: distanziamento e temperatura

Nel frattempo non vengono meno le altre norme di sicurezza e in particolare: la misurazione della temperatura all’ingresso del posto di lavoro che, se superiore a 37,5 non permetterà l’accesso. Devono poi essere fornite «le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19» anche per quanto riguarda la pulizia, sanificazione dei locali e ricambio dell’aria. Rimangono anche le norme per evitare assembramenti, come per esempio ingressi e uscite differenziati, «gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili».

Rimane, quindi, il contingentamento dell’accesso agli spazi comuni come le mense, sempre a discrezione delle aziende, e viene sollecitata la proroga dello smart working.

Le regole nel settore pubblico

Per quanto riguarda il settore pubblico, le mascherine non erano obbligatorie già da due mesi, come stabilito dalla circolare emanata dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, il 29 aprile scorso. Sono raccomandate, mentre vanno indossare solo se il personale è a contatto con il pubblico, in assenza di idonee barriere protettive, in fila a mensa, in altri spazi comuni o se si condivide l’ufficio con una persona fragile. Resta obbligatoria anche negli ascensori e negli spazi in cui non sia garantito il distanziamento minimo di un metro, come anche in occasione di riunioni in presenza. Al contrario, quando si è da soli non serve indossare né la chirurgica né tantomeno la Ffp2.

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Bar, ristoranti e hotel: chi deve indossare le mascherine

Il principio di base è identico a quello degli uffici privati: non occorre che i clienti indossino la mascherina, mentre è raccomandata (e lasciata alla decisione e responsabilità del datore di lavoro) per i dipendenti, soprattutto il personale come camerieri, barman o addetto di una struttura ricettiva a contatto con il pubblico. Non dovranno indossarla, invece, gli addetti alle pulizie.

Rimane comunque in vigore l’ordinanza del ministero della Salute del 1° aprile scorso, in vigore fino al 31 dicembre, che prevede il distanziamento di un metro tra un tavolo e l’altro al chiuso. Inoltre «non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti non siano i posti a sedere». Attenzione, però: resta il principio di massima prudenza, tanto che in una nota il Ministero sottolinea che «non è un liberi tutti, considerata l’impennata dei contagi di questi giorni».

Mascherine sui mezzi pubblici e in spiaggia

In mercati e mercatini all’aperto non serve la mascherina, ma si deve osservare il distanziamento minimo di un metro. In spiaggia valgono le stesse regole, tranne che in strutture come chioschi o bar, per i quali valgono le stesse norme dei locali pubblici. Naturalmente continua a essere sollecitata una frequente igienizzazione degli spazi comuni come servizi igienici, docce, cabine e spogliatoi. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, come bus, metro, tram e treni, resta l’obbligo di mascherine fino al 30 settembre, come anche nelle Rsa così come per accedere agli ospedali, mentre dal 15 giugno 2022 le mascherine sono solo raccomandate a bordo degli aerei, a meno di norme differenti dei Paesi di destinazione.

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Come funziona all’estero

Per chi ha intenzione di recarsi all’estero, per viaggi e vacanze, è bene ricordare che ogni Paese segue norme specifiche. Per esempio, nel Regno Unito non c’è alcun obbligo di mascherina fin dal 24 febbraio scorso, neppure sui mezzi pubblici, dove è solo raccomandata. In Germania le regole variano a seconda dei Lander e si può prevedere l’uso di mascherina sui mezzi di trasporto o in certi ambienti chiusi, dove è richiesta la Ffp2. Nei luoghi di lavoro la scelta è demandata ai datori di lavoro. non serve la mascherina per viaggiare in Francia, dove dal 16 maggio è obbligatoria solo per accedere agli ospedali. Non è previsto neppure il Green Pass per l’ingresso nel Paese, ma solo un isolamento di 10 giorni per i positivi non vaccinati, che scende a 7 giorni per i vaccinati.

Negli Usa non c’è pass vaccinale, ma occorre essere fully vaccinated per l’ingresso nel territorio americano (oppure guariti), con alcune eccezioni come gli under 18. Serve, invece, la mascherina nelle strutture sanitarie. I singoli stati possono comunque decidere norme più restrittive, come a New York dove si chiede la protezione per viaggiare in metropolitana. In caso di positività scatta un isolamento di 5 giorni e, se scompaiono i sintomi, si può poi tornare al lavoro.

Anche in Spagna nessun obbligo di mascherina se non sui mezzi di trasporto e nelle strutture sanitarie, mentre al lavoro la scelta è demandata alle singole aziende. Stesse indicazioni anche in Grecia, dove le mascherine sono richieste solo a bordo dei traghetti, negli spazi interni, mentre l’isolamento per positività dura cinque giorni.

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