Ragazza trench mascherina citta

Tamponi, quarantena corta e divieti: le novità

Nuove restrizioni per locali, feste e sport. Mascherina obbligatoria per le passeggiate (ma non per la corsa), un solo tampone in uscita e quarantena veloce. Ecco le nuove regole anti-Covid

Niente più doppio tampone in uscita (necessario fino a ora per poter uscire dalla quarantena), la cui durata può scendere da 14 a 10 giorni; e poi mascherina obbligatoria sempre, anche durante l’attività motoria, ma non per correre e fare sport. Infine, nuove restrizioni per gli orari dei locali, no alle feste, sì invece a possibili zone rosse locali: sono alcune delle novità decise dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) dopo una riunione con il ministro della Salute Speranza, per contenere i contagi da Covid. Ecco in cosa consistono le misure previste nell’ultimo Dpcm, appena approvato.

Tamponi: uno o due?

«Non sarà più necessario il doppio tampone negativo per confermare la fine della quarantena. Basterà, infatti, il singolo tampone, ovviamente con esito negativo, per decretare la guarigione di chi si è ammalato di Covid». Così l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di Terapia Antinfettiva, che da tempo invocava la modifica delle norme, su modello di quanto già accade in molti paesi esteri.

In caso di primo tampone positivo, però, rimane l’obbligo di
un secondo tampone negativo prima di poter dichiarare la guarigione e dunque
anche la fine della quarantena.

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Quarantena da 14 a 10 giorni: quando?

Il CTS ha anche deciso di ridurre la durata della quarantena da 14 a 10 giorni «ma non per tutti» chiarisce ancora Bassetti: «Varrà per le persone in quarantena a scopo precauzionale, che hanno avuto contatto stretto con un positivo. Dopo 10 giorni faranno il tampone e, se negativo, potranno uscire».

Lo stesso varrà anche per gli asintomatici, mentre la quarantena rimane invariata per i sintomatici positivi: «Restano 14 giorni, dopodiché se seguiranno tre giorni senza sintomi potranno rifare il tampone e, se negativo, potranno uscire» spiega l’infettivologo.

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Mascherina obbligatoria: quando e dove

Dopo l’ultimo Dpcm del 7 ottobre, che ha previsto l’uso delle mascherine anche all’aperto su tutto il territorio nazionale (in alcune zone, come La Spezia e Genova, era già scattato autonomamente), una circolare del ministero dell’Interno ha chiarito gli obblighi: le mascherine sono necessarie nei locali pubblici, sui mezzi di trasporto, all’aperto anche se si cammina per strada o se si fa attività motoria (come passeggiate), ma non la corsa o allenamenti in bicicletta: il Dpcm, infatti, «esenta dall’obbligo di utilizzo solo coloro che abbiano in corso attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall’obbligo in questione» chiarisce il Viminale. Rimangono esclusi dall’obbligo di indossare le mascherine i bambini sotto i 6 anni e i soggetti con patologie e disabilità incompatibili”.

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Le mascherine sono poi obbligatorie anche in ufficio e nei negozi, in quanto locali aperti al pubblico. Se si viaggia in auto e si è da soli, non è previsto l’uso, che invece scatta in taxi o se si è in auto con persone non conviventi (nel qual caso vanno rispettate anche le regole di distanziamento). Nei bar e ristoranti va indossata entrando e uscendo, e in ogni momento in cui non si consuma una bevanda o un pasto, o se si va alla toilette. Si può togliere solo se si è seduti al tavolo.

Per i trasgressori sono previste multe da 400 a 1.000 euro.

Stop alle feste private

E’ la novità più sostanziosa del Dpcm, firmato dal premier Conte e dal ministro della Salute Speranza, che stabilisce il divieto di feste private al chiuso o all’aperto. Quanto alle cene in casa, viene fatta una “forte raccomandazione” a evitare di invitare più di sei familiari o amici non conviventi, con i quali sarebbe raccomandata la mascherina.

I divieti per la movida

Resta il divieto di assembramento anche all’esterno dei locali, con controlli ancora più serrati da parte anche dei militari. Non è stato anticipato l’orario di chiusura dei locali anche se scatta il divieto di somministrazione di bibite o cibo in piedi dopo le 21. L’attività, dunque, potrà proseguire per bar e locali che abbiano tavoli, sia all’aperto che al chiuso. Niente serate danzanti, invece: rimangono chiuse le discoteche. Nessun limite per ora alle attività congressuali e fieristiche.

Matrimoni e gite

Quanto ai matrimoni, il numero di invitati scende da 200 a 30. Il Dpcm preve anche il divieto di gite scolastiche, anche se in realtà non è mai venuto meno dal 23 febbraio scorso.

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Cinema e concerti

Non sono state previste limitazioni o chiusure per le sale cinematografiche e restano permessi gli spettacoli, con un limite di 200 partecipanti al chiuso e di 1.000 all’aperto, ma con il rispetto del distanziamento di almeno un metro tra uno spettatore e l’altro. Sono ammesse deroghe a livello regionale e d’intesa col ministero della Salute, in base a capienze e particolarità delle location.

Più smart working

Allo studio del nuovo Dpcm in approvazione nelle prossime ore, che recepirà le indicazioni fornite dal Comitato Tecnico Scientifico, è prevista la possibilità di estendere al 70% lo smart working nella Pubblica Amministrazione. Per il settore privato, viene lasciata la possibilità di decisione al datore di lavoro.

Tornano le zone rosse?

Al momento viene escluso un nuovo lockdown totale, per non aggravare la crisi economica, ma sono possibili zone rosse locali, limitate anche a un solo quartiere cittadino, come accaduto a La Spezia. Non è possibile prevede se dovesse rendersi necessario un nuovo contenimento degli spostamenti tra regioni.

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Sport: quali sono a rischio

Se restano vietate le attività danzanti nei locali, come le cene spettacolo, ossia la definizione con la quale alcune discoteche avevano tentato di aggirare le precedenti limitazioni, scattano i divieti per gli sport di contatto. Dopo le considerazioni del CTS, niente basket e calcetto amatoriali. A livello professionale, resta la possibilità di accesso agli stadi con un massimo di 1.000 persone all’aperto (200 al chiuso) e non oltre il 15% della capienza

Non è stata prevista, infine, alcuna riduzione della capienza dei mezzi pubblici (oggi all’80%, superiore alle precedenti indicazioni del CTS).

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