Ragazzi banchi di scuola

Maturità 2020: torna il tema di storia

E spariscono, dopo appena un anno di vita, le tre famigerate buste a sorpresa. Ecco le novità previste per l'esame di maturità, già a partire dall’anno scolastico 2019-2020

Dietro front. La maturità cambierà ancora, già alla prossima tornata, alla fine dell’anno scolastico 2019-2020. La traccia specifica di storia tornerà tra le opzioni obbligatorie della tipologia argomentativa, allo scritto. Dall’orale spariranno le tre famigerate buste a sorpresa, dopo appena un anno di vita.

Le modifiche agli esami di Stato sono state annunciate dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti e formalizzate in una circolare, pronta per essere diffusa. Le variazioni erano state preannunciate dallo stesso esponente del Governo, del Movimento 5 stelle, in alcune interviste rilasciate nelle scorse settimane. La decisione ufficiale  è stata presa  e comunicata con grande anticipo rispetto al calendario delle prove, per dare modo a ragazze e ragazze di prepararsi per tempo e di cimentarsi in simulazioni conformi alle nuove direttive. 

La storia rientra negli scritti a pieno titolo

A proposito del ripescaggio pieno della storia – eliminata dal predecessore, il leghista Marco Bussetti, e sparpagliata tra le altre tracce – il neoministro ha ricordato: «C’è stata una mobilitazione di intellettuali che ha aperto un dibattito importante sul ruolo dell’insegnamento della storia nella formazione dei nostri ragazzi. La scuola non è un mondo chiuso, ma permeabile alle idee e proposte della società civile. Proporre anche una traccia storica nella prova scritta di Italiano non cambia l’esame, offre una possibilità in più. Una possibilità importante che conferma il valore della conoscenza del passato per preparare al meglio il futuro».

L’appello di intellettuali e società civile

Il riferimento iniziale è alla petizione pro ripristino della materia, con una dignità piena, firmata tra gli altri dalla senatrice a vita Liliana Segre e dal compianto scrittore Andrea Camilleri. «La storia – ricordava e incalzava l’appello – è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. È un sapere critico non uniforme, non omogeneo, che rifiuta il conformismo e vive nel dialogo. Lo storico ha le proprie idee politiche ma deve sottoporle alle prove dei documenti e del dibattito, confrontandole con le idee altrui e impegnandosi nella loro diffusione».

Traccia obbligatoria e non più facoltativa

«Siamo riusciti a reintrodurre la storia – sempre parole del ministro dell’Istruzione –  sotto la prova scritta di tipo B, che prevede l’analisi e la produzione di un testo argomentativo. Prima la commissione poteva scegliere se dedicare le tracce alla storia o alla filosofia, alla letteratura o all’arte. Adesso la storia non è più facoltativa, ma diventa obbligatoria. È il primo passo di un percorso che prevede il rafforzamento dello studio di questa materia nelle scuole di ogni ordine e grado».

Anche nella maturità 2019, probabilmente per effetto delle pressioni e delle prese di posizione, la storia era comunque spuntata, sparpagliata nei quesiti sul Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta e la mafia, nella riflessione sull’eredità della cultura del Novecento ispirata dal giornalista e scrittore Corrado Stajano e nella tracce su Gino Bartali, giusto di Israele, e sull’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, della moglie e del poliziotto della scorta.

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I programmi non sempre vengono completati

Peccato che spesso le lezioni dell’ultimo anno non arrivino alla contemporaneità e a volte nemmeno alla seconda guerra mondiale. «Questo è un terreno su cui vogliamo aprire un dialogo con gli storici – ha promesso Fioramonti». «Il mio obiettivo è quello di ottenere una periodizzazione diversa che consenta agli insegnanti dell’ultimo anno di dedicare le lezioni di storia all’intero Novecento: non solo le due guerre mondiali con fascismo, comunismo e nazismo, ma anche il periodo che resta sempre nell’ombra ossia il secondo dopoguerra, il processo di industrializzazione, il boom economico, la globalizzazione». Nelle tappe finali degli studi superiori, insomma, “il Novecento deve acquistare centralità, però  non può essere trascurato il percorso storico precedente».

La parola ai commentatori social

Angela scrive, nella pagina Facebook di Fioramonti: «D’accordissimo. Storia è materia di fondamentale importanza e molti ragazzi poco sanno del nostro passato». Carmine tuona: «Finalmente!!! L’abolizione della traccia si storia era vergognosa e l’introduzione delle buste da Rischiatutto è stata un’umiliazione per tutti».  Paolo aggiunge: «Mi sembra che la sua decisione vada verso la preparazione e quindi verso la sfera delle conoscenze… e questa sua decisione è giusta».

«Basta stress e sorteggi da lotteria»

Capitolo buste e nuovo orale. «Abbiamo fatto un’analisi – ha spiegato sempre il ministro Fioramonti – e una  correzione di rotta. Non vogliamo che l’esame di Stato sia uno stress per i maturandi. Non devono esistere trabocchetti. Gli esaminandi vanno messi nelle condizioni di dimostrare quanto sanno. Le buste all’orale erano un inutile ostacolo, un elemento di disturbo e un sistema che assorbiva tempo e risorse, da dedicare ora all’esame vero e proprio. Nella prossima maturità l’avvio del colloquio non sarà un sorteggio da lotteria.  La commissione sottoporrà una poesia, un elaborato, una raffigurazione e gli studenti potranno iniziare la loro esposizione e fare i collegamenti tra le materie».

I contenuti degli spunti da cui partire – accennano dal Miur – non si conosceranno prima, ma almeno verrà risparmiata ai ragazzi la roulette russa dei plichi. «Saranno gli esaminatori a scegliere che cosa proporre ai singoli candidati. I professori prepareranno i materiali in anticipo e il presidente li allargherà davanti  allo studente di turno, senza sorprese».

La tesina non rientrerà nell’esame

La “vecchia” tesina – un elaborato su un argomento largo, affrontato con un approccio multidisciplinare – resterà fuori dalle prove.

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