donna studia casa divano

Maturità da privatisti: regole e scadenze

Gli esami da privatista, per conseguire il diploma di scuola superiore, si possono sostenere anche preparandosi da soli, senza necessariamente passare da un istituto privato e pagare rette salate. Ma ci sono alcune condizioni da rispettare. E il percorso per arrivare alla meta è ostico e assai impegnativo. Le domande vanno consegnate entro il 30 novembre

Stefano, infermiere di Pisa, ha rispolverato i libri a 45 anni e si è presentato davanti alla commissione esaminatrice a 47 anni. Aveva lasciato il liceo linguistico in quarta, bocciato. Ha conquistato la Maturità, sudandosela. “Ho terminato quello che avevo iniziato e interrotto. Lo dovevo a me stesso”. Maurizio, disegnatore tecnico brianzolo e autodidatta, ha portato a casa il diploma (e poi la laurea) dopo essersi sposato ed aver avuto la prima figlia. “Un’esperienza dura, ma anche divertente e appagante. Sono stato sostenuto e affiancato da amici e  parenti, coinvolti in questa sfida, costretti anche loro a rimettersi a studiare per darmi una mano con ripetizioni e interrogazioni simulate”. Alexandra, giovanissima romena arrivata a Torino all’età delle scuole medie, in quinta ha detto addio al corso di studi canonico e si è preparata da sola agli esami finali, organizzandosi in base ai suoi ritmi e ai suoi impegni. Ha studiato “di giorno e di notte, tante ore, in casa e all’aperto”.

Preparazione “autogestita”

Non ci sono limiti massimi di età. Non serve disporre di un budget elevato. Per sostenere gli esami di Maturità da privatisti non è necessario, né obbligatorio, iscriversi a una scuola privata e spendere cifre non indifferenti. Ci si può preparare da soli, senza rette da sborsare, contando sull’aiuto di amici, familiari, lezioni online scovate in rete, tutor volontari… Restano da pagare – oltre ai libri e al materiale didattico, al netto di eventuali ripetizioni – “solo” la tassa erariale di base e un contributo per le prove pratiche di laboratorio (se e quando richiesto dall’istituto cui si viene assegnati). Certo, non è una passeggiata. Anzi. Per essere ammessi alle prove finali – i due canonici scritti e l’orale, periodicamente rivoluzionati – occorre superare un complicato e impegnativo esame preliminare, su tutte le materie oggetto del corso di studi prescelto e sui programmi di tutti gli anni “saltati”, con qualche concessione al ribasso solo per chi alle scuole superiori un po’ ci è andato.

Scelta impegnativa e forza di volontà

Centrare l’obbiettivo non è impossibile. Richiede volontà di studiare duro, sacrifici e una forte motivazione. Ruba tempo agli impegni familiari e alle altre attività. Assorbe energie e risorse. Si ripercuote sulla quotidianità. Lo sanno le migliaia di candidati che ogni estate completano il percorso “autogestito” e affrontano le commissioni esaminatrici, non sempre benevole – a sentire chi è passato tra il fuoco incrociato di correzioni e interrogazioni – con i maturandi fai da te. “Spesso – racconta repubblica.it – coloro che si presentano da privatista alla Maturità hanno già superato l’età canonica del diploma: 18/19 anni. E si tratta sovente di persone pentite di avere abbandonato gli studi precocemente e in cerca di una rivincita”.  

Ecco i requisiti di base richiesti

Per fare la Maturità da candidati esterni, del tutto sganciati da scuole private e “diplomifici” vari, bisogna avere uno dei requisiti fissati dalla normativa generale e richiamati  dalla circolare emessa qualche giorno fa dal ministero dell’Istruzione:

compiere 19 anni entro l’anno solare in cui si tiene l’esame di maturità (il 2020, per l’anno scolastico in corso) e dimostrare di aver adempiuto all’obbligo di istruzione (essere andati a scuola fino a 16 anni);

essere in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado – la licenza media – da un numero di anni almeno pari a quello della durata del corso di studi prescelto per l’esame di Stato finale,  indipendentemente dall’età (e non ci sono limiti massimi);

avere un diploma conseguito al termine di un corso di studi superiori di durata almeno quadriennale del vecchio ordinamento (ex magistrali, ad esempio) o essere in possesso di diploma professionale di tecnico (quello che si prende ai corsi di istruzione e formazione professionale organizzati dalle regioni, dallo Stato o da enti accreditati per formare tecnici di cucina, tecnici elettrici, tecnici della preparazione agro-alimentare  nel settore della panificazione e della pasticceria…);

essersi ritirati da una scuola superiore durante l’ultimo anno di corso, prima del 15 marzo 2020.

La stessa data vale per gli studenti del penultimo anno, quelli che lasciano in anticipo il corso di studi e affrontano da privatisti l’esame preliminare e poi la Maturità.

Lo scoglio degli esami preliminari

L’ammissione alla Maturità dei candidati esterni non è automatica. Anzi. Prima bisogna superare un articolato esame preliminare, un insieme di test finalizzati ad accertare la sufficiente preparazione in tutte le discipline previste dal piano di studi (dell’anno o degli anni per i quali non si è conseguita la promozione alla classe successiva) e pure nelle materie dell’ultimo anno scolastico, dall’italiano alla matematica, dalle lingue all’educazione motoria e via elencando. Anche i candidati  privatisti che avevano conseguito l’idoneità o la promozione all’ultimo anno, per poi non frequentarlo o non essere scrutinati, devono sostenere le prove–filtro, sulle materie e sui programmi cui non sono arrivati. Gli aspiranti maturandi fai da te più “fortunati”, con un curriculum sulle spalle e un percorso di studi parziale intrapreso con il vecchio ordinamento, per alcune discipline devono studiare “solo” una parte degli argomenti.

È necessaria la sufficienza in tutte le materie

L’esame preliminare è un ostacolo ostico. Consiste in prove scritte e grafiche, scritto-grafiche, compositivo/esecutive musicali e coreutiche o pratiche – in base all’indirizzo selezionato – e in prove orali. Va sostenuto davanti al consiglio della classe dell’istituto, statale o paritario, collegato alla commissione alla quale il candidato è stato assegnato. Per superarlo, ed andare diritti alla maturità, bisogna prendere 6 in ciascuna delle materie in programma. Se la maturità dovesse andare male, una volta superato lo step intermedio, la promozione al test-filtro vale come idoneità all’ultima classe.

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Stesse regole per i candidati extra Ue

I candidati non appartenenti a Paesi dell’Unione europea, che non abbiano frequentato l’ultimo anno di corso di istruzione secondaria di secondo grado in Italia o presso istituzioni scolastiche italiane all’estero, possono sostenere l’esame in qualità di candidati esterni, con le medesime modalità (fatti salvi eventuali obblighi internazionali).

I casi di esclusione e le limitazioni

L’ammissione dei candidati esterni non è possibile in una serie di casi: nell’ambito dei corsi quadriennali, nei percorsi di istruzione di secondo livello per adulti (le ex scuole serali), nei percorsi liceali delle sezioni bilingue, delle sezioni ad opzione internazionale, di liceo classico europeo, di liceo linguistico europeo e ad indirizzo sportivo), considerata la peculiarità di tali corsi di studio. Nelle sezioni funzionanti presso istituti statali e paritari in cui è attuato il progetto EsaBac ed EsaBac techno e, per casi particolari, nelle province autonome di Trento e Bolzano. Altra limitazione. Se si ha già un diploma di Maturità, non se ne può conseguire un altro fotocopia. Precisa il Miur: “Non è consentito ripetere esami di Stato dello stesso tipo o indirizzo già sostenuti con esito positivo”

Le domande: quando presentarle, come e dove

Restano pochi giorni per decidere (salvo eccezioni). La domanda di ammissione all’esame di  Maturità, da candidati esterni, deve essere presentata entro il 30 novembre 2019 all’ufficio scolastico territorialmente competente, l’ex provveditorato agli studi. Va fatta con il modulo scaricabile dal portale del ministero dell’Istruzione (in miur.gov.it, allegata alla nota ministeriale del 29 ottobre 20199, numero 22110), indicando tutte le informazioni utili per l’ammissione all’esame preliminare e alle prove conclusive (comprese la lingua o le lingue straniere prescelte) e allegando un’autocertificazione che attesti il possesso dei requisiti previsti e la residenza. Gli interessati hanno poi l’obbligo di indicare tre scuole presso le quali vorrebbero sostenere gli esami, consapevoli che a scegliere la sede saranno i referenti istituzionali.

In presenza di gravi e documentate ragioni, motivi tali giustificare il ritardo nella presentazione della domanda, vengono prese in considerazione e valutate anche eventuali istanze tardive, sempre che arrivino entro il 31 gennaio 2020. Gli studenti che si ritirano dalle lezioni prima del 15 marzo 2020, possono presentare l’istanza di partecipazione, sempre in qualità di candidati privatisti esterni, fino al massimo al 20 marzo 2020.

Tassa per esame e contributo per prova pratica

Anche i privatisti sono tenuti al pagamento della tassa erariale per gli esami di Maturità, da versare al momento della presentazione della domanda di partecipazione. Sul sito del Miur la cifra indicata è 12,09 euro, cui vanno aggiunti 15,13 per il rilascio del diploma. Nelle scuole dove sono previste prove pratiche, in laboratorio, potrebbe essere richiesto un contributo, deliberato dai singoli consiglio di istituto e variabile di sede in sede.

Assegnazione dei candidati esterni alle scuole

I funzionari degli Uffici scolastici regionali, una volta verificato il possesso dei requisiti per l’ammissione all’esame, provvedono all’assegnazione di tre candidati esterni per istituto scolastico, garantendo così un’omogenea distribuzione dei privatisti. La priorità viene data alle scuole statali o paritarie che si trovano nel comune di residenza dei maturandi oppure, se non ce ne sono, nella località indicata nella domanda, all’interno della provincia o in ambito regionale. L’accoglimento della domanda viene comunicato in tempo utile al diretto interessato, così come la scuola selezionata, dove si terrà anche l’esame preliminare.

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