Bye bye babysitter, arrivano le nonne alla pari

Esperte, pazienti, affidabili. Sempre più genitori, al posto delle classiche studentesse, scelgono di ospitare over 50 che si prendano cura dei bambini. E le italiane sono le preferite d’Europa

Le ragazze alla pari più affidabili? Non sono ragazze. Dimentica le universitarie che girano il mondo, si pagano gli studi e imparano una lingua facendo le baby sitter presso famiglie inglesi, tedesche, americane. «Oggi a riscuotere il favore dei genitori stranieri sono sempre più le over 50, meglio se nonne» rivela Michalea Hansen, che di questa tendenza ha fatto per prima un business fondando nel 2010 ad Amburgo l’agenzia Granny Au Pair (Nonne alla pari), che ha già “collocato” oltre 1.000 donne in più di 50 Paesi.

Le ragioni del successo? «Le persone mature sono considerate più affidabili e pazienti, perché hanno già cresciuto figli e magari nipoti» risponde Hansen. «Inoltre l’idea di prendersi un periodo sabbatico per viaggiare e conoscere nuovi Paesi conquista le 50enni-e-oltre. La formula au pair consente di farlo senza grosse spese».

Un’occasione per sentirsi di nuovo giovani

All’interno di questa platea, le nonne alla pari italiane risultano fra le preferite d’Europa. «L’abilità in cucina, l’empatia, la possibilità di insegnare ai bambini una lingua amata ma anche difficile da imparare come l’italiano sono fattori molto ricercati» continua Hansen. A frenare le partenze c’è però la nostra scarsa conoscenza degli idiomi stranieri. Non è un caso che le tate italiane più impegnate all’estero arrivino da Trentino e Alto Adige: il loro bilinguismo le rende richiestissime in Germania e Svizzera, primi Paesi europei per utilizzo di queste figure (ma negli ultimi anni il mercato in crescita è la Cina).

«La cosa più bella» conferma Gerlinde Mihm, 60enne della provincia di Bolzano con diverse esperienze di nonna alla pari all’estero, «è l’opportunità, vivendo assieme a gente del posto, di conoscere un Paese da una prospettiva privilegiata rispetto a quella del semplice turista. E poi tornare a occuparsi di bambini piccoli ti fa ringiovanire».

Un modo economico per viaggiare

A consigliare l’esperienza c’è anche un aspetto economico: alle nonne au pair, proprio come alle colleghe teenager, dovrebbero essere assicurati solo vitto e alloggio. Ma non di rado si riescono ad avere anche biglietti aerei, trasporti e qualche rimborso spese, potendo mettere sul piatto un impegno più duraturo di quello stagionale o semestrale. Non esistono regolamentazioni ufficiali su cosa rientri nei compiti dell’au pair: cura dei bambini, gestione della casa, aiuto in cucina… Tutto dipende dall’accordo con la famiglia. Perciò è bene chiarire le condizioni in anticipo.

«La mediazione di un’agenzia, che garantisca l’affidabilità di entrambe le parti, è consigliatissima» spiega Walter Padula, fondatore del portale TermoliAuPair. «Ed è sempre meglio definire prima della partenza tutti i dettagli – alloggio, ore di lavoro, mansioni, tempo libero – in modo da evitare qualsiasi equivoco».

Da sapere prima di iniziare questa esperienza

Per diventare una nonna alla pari, o per cercarne una, occorre rivolgersi a un’agenzia specializzata (come eAupair.com o Granny Aupair). Di solito sono previste una tariffa di iscrizione e una commissione finale. Le nonne alla pari sono volontarie: non ricevono un compenso, ma la famiglia ospitante deve assicurarsi che abbiano un alloggio appropriato e pensione completa.

Si consiglia ai genitori di coprire anche i costi del viaggio, dei trasporti sul posto, dell’eventuale corso di lingua, dell’assicurazione privata (la Tessera sanitaria europea, comunque, assicura un pacchetto standard di servizi sanitari in tutti i Paesi Ue).

Riproduzione riservata