Paola Enogu
Paola Egonu, 21 anni, pallavolista, di Cittadella (Padova)

Paola Egonu, atleta da copertina

21 anni e grinta da leader. La schiacciatrice della Nazionale di volley, una delle pallavoliste più forti del mondo, ci parla di sport, passione e guida della sua vita; progetti futuri, fra Olimpiadi e studio; valore dell’amicizia e dei rapporti umani. E, mentre racconta, passa da un abito all’altro. Con l’allure di una cover girl

«Con la moda ho un rapporto strano: passo le mie giornate in tuta e mi piace, ma mi piace anche cambiare look appena posso». Questa frase, e gli scatti che vedi in queste pagine, sono l’essenza di Paola Egonu. Timida a prima vista, ma pronta a scatenare in qualsiasi momento la grinta che, a soli 21 anni, l’ha resa una delle pallavoliste più forti del mondo.

Schiacciatrice dell’Imoco Volley e della Nazionale femminile, ha messo già in bacheca una Champions League, 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane, ma soprattutto i successi azzurri – medaglia d’argento ai Mondiali 2018, dove è stata miglior realizzatrice, e di bronzo agli Europei dello scorso 2019 – di cui è ormai leader naturale. «E adesso» racconta «ho tanta voglia di ricominciare».

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Paola Egonu è la protagonista di copertina del numero speciale di Donna Moderna, Acts of beauty, in edicola il 22 ottobre 2020. Ed è anche la protagonista del servizio di moda:

Davide Nova
1 di 8
– Collo imbottito di tessuto tecnico, EA7 Emporio Armani

Davide Nova
2 di 8
– Tuta corta di ciniglia con fusciacca drappeggiata in vita, Emporio Armani. Sandali personali

Davide Nova
3 di 8
– Abito in raso di seta stretch (Simona Corsellini, 499 euro, tg. 38-48)

Davide Nova
4 di 8
– Bomber di velour imbottito (EA7 Emporio Armani, 270 euro, tg. XXS-XX)

Davide Nova
5 di 8
– Abito in jersey di cotone con dettaglio di strass (Zara, 49,95 euro, tg. XS-XL)

Davide Nova
6 di 8
– Abito di organza a strati, Emporio Armani

Davide Nova
7 di 8
– Blusa a poncho di paillettes con frange (Persona by Marina Rinaldi, 180 euro, tg. dalla 15)

Davide Nova
8 di 8
– Abito lungo in chiffon di seta stampata (Marina Rinaldi by Antonio Berardi, 1.350 euro, tg. dalla 17).

Come hai vissuto questi mesi?
«Come molti, credo. Durante il lockdown ho continuato ad allenarmi a casa, per quanto possibile era importante mantenere una routine. Poi yoga, cucina, libri e serie tv: Lucifer mi ha appassionata. Appena siamo potute tornare in palestra, però, riabbracciare le mie compagne di squadra è stato bellissimo. In quarantena chattavamo di continuo, ma non è la stessa cosa: i contatti umani sono importanti, e forse esserne privati così a lungo ce lo ha fatto capire meglio».

Obiettivi per la nuova stagione?
«Divertirmi. E migliorarmi ancora».

Secondo la stampa a soli 21 anni sei già tra le migliori pallavoliste del mondo…
«I margini di crescita ci sono sempre. Sul piano tecnico, su quello atletico e probabilmente anche su quello emotivo, che a volte mi frega ancora».

Cosa intendi?
«Tendo a essere impulsiva, a non contare fino a 10. È caratteriale: sono così anche nella vita di tutti i giorni. Ma in campo è diverso. In campo serve il controllo».

«Un gesto bellissimo? Riabbracciare le mie compagne di squadra dopo il primo lockdown. I contatti umani sono importanti, esserne privati così a lungo ce lo ha fatto capire meglio»

A proposito di controllo, il rinvio di un anno delle Olimpiadi ha scombinato i vostri piani?
«Un po’ sì, inevitabilmente. Eravamo in crescita, abbiamo dovuto mettere la preparazione in pausa e ricominciare da capo. Ma siamo una Nazionale giovane: contiamo di trovarci a Tokyo ancora più mature».

Con quale traguardo?
«Arrivare il più in alto possibile. Ma un torneo breve ha mille variabili, e le avversarie forti sono tante. Vedremo».

Ai Mondiali di due anni fa avete stupito tutti. Diventando, al di là del merito sportivo, anche il simbolo di un’Italia dove la multietnicità è un punto di forza, di crescita, di ricchezza.
«L’affetto della gente ci onora e sta contribuendo ad avvicinare tante ragazzine a uno sport bellissimo, e che ha bisogno di più attenzioni. Ma la vastità di reazioni, a volte polemiche e strumentali, mi ha stupita. Io sono italiana, le mie compagne di colore sono italiane, indipendentemente dalle origini. Non ci tengo a essere l’icona di qualcosa di più grande».

«Pazienza, disponibilità, sacrificio, passione sono i valori che inseguo nella vita di tutti i giorni. Ed è stato lo sport a trasmettermeli»

Hai mai subito episodi di razzismo?
«Come qualsiasi altra persona nelle mie condizioni, certo. Ferisce, fa stare male, ti porta a chiederti come nel 2020 le persone possano reagire ancora così nei confronti del diverso. Che poi diverso non è».

Antidoti?
«Difficile trovarne, soprattutto perché la situazione non migliora negli anni. Io riesco a non farmi influenzare, ma chi è più sensibile va aiutato a capire che la persona in difetto – per educazione, comprensione, pregiudizio – è quella che hai di fronte, e non certo tu».

Sempre in tema di pregiudizi, un anno e mezzo fa fece parecchio rumore il tuo coming out. Ti senti di riparlarne?
«Non era un coming out. Ho solo raccontato a una giornalista di avere una fidanzata, il che per me era e resta un fatto normale. Detto questo non intendo tornare sull’argomento né parlare della mia vita privata».

Torniamo al volley. Tu quando hai cominciato?
«Alle medie. Tornavo a casa, finivo i compiti presto, mi mettevo sul divano a guardare la tv. Papà disse: prova uno sport. E ho visto che la pallavolo mi divertiva».

«Il mio obiettivo per il futuro: migliorare. Tendo a essere impulsiva, a non contare fino a 10, anche nella vita. Ma in campo è diverso. In campo serve il controllo»

La rinuncia più grande?
«Andare via di casa. Dovevo ancora compiere 14 anni e lasciavo la famiglia, le amiche e tutte le mie sicurezze per seguire una passione che ancora non sapevo se fosse in grado di darmi una vita migliore».

Immaginati davanti a uno specchio. Cosa rende diverse l’atleta Egonu e la 21enne Paola?
«I valori che inseguo nella vita di tutti i giorni sono gli stessi, ed è stato lo sport a trasmettermeli: pazienza, disponibilità, sacrificio, passione. Ma non trascuro altri percorsi di crescita. Sto studiando Economia aziendale, ramo psicoeconomia: non ha a che fare con la mia vita di oggi ma mi interessa e mi stimola. Ah, e fuori dal campo sorrido di più».

Servizio di Paolo Lapicca — foto di Davide Nova — testi moda di Antonella Marmieri — intervista di Gianluca Ferraris

Make up e hair style di Jo Sanna using QStudio MakeUp-RP.
Ha collaborato Fabio Pravato

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