Halle Bailey alla presentazione del film La Sirenetta

Halle Bailey: “Con la Sirenetta ho trovato me stessa”

Il film nelle sale italiane il 24 maggio. L'attrice Halle Bailey interpreta la protagonista Ariel: "Grazie alla Sirenetta sono cresciuta come donna"

“Una sirena non ha lacrime, e per questo soffre molto di più”. Si apre con la citazione della fiaba scritta da Hans Christian Andersen nel 1837 la rilettura live action de La Sirenetta, firmata dal regista Rob Marshall. La nuova versione con attori e computer grafica del musical cult animato Disney del 1989 arriverà nelle sale italiane il 24 maggio. Nel ruolo della protagonista Ariel la 23enne attrice e cantante Halle Bailey.

L’Ariel nera accende le polemiche

La scelta di un’interprete afroamericana per rappresentare Ariel era stata accolta all’annuncio con qualche polemica, nata dal fatto che nel film animato la Sirenetta fosse bianca, con occhi azzurri e capelli rossi. Riserve spazzate via dal talento della giovane Halle Bailey e dai primi commenti alla pellicola dei critici sui social, unanimi del lodare la sua performance.

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Halle Bailey: “Con la Sirenetta sono cresciuta come donna”

“Interpretare Ariel mi ha aiutato a trovare me stessa – spiega Halle Bailey nella conferenza stampa internazionale in streaming -. Ho lavorato al progetto da quando avevo 18 anni ai 23: anni di profondo cambiamento, in cui io sono cresciuta come giovane donna. Mi ritrovo in Ariel, nel suo percorso di passioni, forte volontà, nel far valere le proprie ragioni e nella capacità di affrontare anche cose che la spaventano. Tutte qualità che ho cercato di adottare. Mi ha insegnato tanto“.

Rilettura nel segno dell’inclusione

La storia, riletta nel segno dell’inclusione e della diversità, è con pochi cambiamenti quella che conosciamo: la protagonista Ariel, brillante e
giovane sirena, figlia più giovane e ribelle di Re Tritone, nutre un fascino profondo per il mondo degli umani, con il quale però è vietato interagire. Un muro che Ariel manda in pezzi quando salva da un naufragio e si innamora del giovane principe Eric, monarca in un regno caraibico. Un legame che la strega del mare Ursula decide di sfruttare per conquistare il potere sul mondo marino.

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La Sirenetta, il cast

Al fianco della protagonista Halle Bailey, il cast comprende Jonah Hauer-King nel ruolo del principe Eric; Javier Bardem per Re Tritone; Melissa McCarthy interpreta la malefica strega del mare Ursula; Noma Dumezweni è la regina Selina. Tra le voci originali dei personaggi in
cgi, Jacob Tremblay per il pesciolino Flounder e Daveed Diggs (Hamilton) per il granchio consigliere Sebastian, che in italiano avrà la voce di Mahmood.

Una fiaba contemporanea

“La prima cosa che io e John (DeLuca, coproduttore del film) abbiamo fatto è stata tornare alla fiaba di Andersen – spiega Rob Marshall, già regista per Disney di “Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare”, “Into The woods” e “Il ritorno di Mary Poppins” -. Ci siamo subito resi conto di come fosse già una storia molto contemporanea nell’800.

Halle Bailey e Javier Bardem alla presentazione del film La Sirenetta

Bardem “Tritone”, padre follemente innamorato

La protagonista Ariel è una giovane che si sente fuori posto e che intraprende un viaggio di scoperta di sé in un altro mondo. Per il padre di Ariel, il re dei mari Tritone, c’è Javier Bardem, che ha trovato subito una profonda sintonia con Halle Bailey: “Abbiamo subito sviluppato un profondo legame”, sottolinea l’attore. E del suo personaggio racconta: “È un padre che ama profondamente sua figlia, ma che per tutto quell’amore le impedisce di essere libera“. A volte i genitori “imparano proprio dai figli che il vero amore consiste nel rispettare il viaggio personale dell’altro” aggiunge.

Le scene girate in Sardegna

Nel film c’è anche un po’ d’Italia, con le scene girate in Sardegna: “Per decidere dove ambientare le sequenze sulla costa abbiamo girato varie isole e alla fine abbiamo scelto la Sardegna perché aveva tutto – spiegano de Luca e Marshall -. Ha le acque e le spiagge più belle, e abbiamo ritrovato anche quell’asprezza dei paesaggi richiamati dalla favola di Andersen”.

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