Cheerleader pon pom

Arriva il cheerleading!

Il cheerleading è un vero sport e va ben al di là delle ragazze americane che fanno il tifo per la squadra di football. Un mix di ginnastica, danza e acrobatica che allena i muscoli ma anche la fiducia in sé e negli altri

Il successo del cheerleading

Tieniti pronta, quando lo dirai alle tue amiche forse ti prenderanno per pazza… ma poi vorranno provare anche loro! Il cheerleading fa questo effetto: la sola parola all’inizio ti spiazza perché la mente vola subito oltreoceano alle ragazze dei college americani che scuotono pompon e fanno capriole per sostenere la loro squadra di football o di basket. E invece si tratta di un vero e proprio sport, secondo Newsweek uno dei più praticati negli Usa, dove è nato a fine Ottocento ideato da uno studente (all’inizio i team erano composti solo da uomini). Negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Italia, tanto che tra giugno e luglio si sono svolti i Campionati Europei a Verona.

Cheerleading: la storia di Mathilde

Ma questi non sono gli unici miti da sfatare sul cheerleading. Ce n’è un altro, ed è Mathilde, 43 anni, a prendere la parola per farlo. «Sono due anni che mi alleno e ho trascinato con me anche un’amica. Tutto è iniziato in modo casuale grazie a mia figlia di nove anni che si è appassionata e lo pratica da un po’ alla Neon Athletics Cheerleading, un’associazione sportiva di Verona. Così, quando la sua coach ci ha proposto di creare una squadra di genitori, ci siamo buttate e abbiamo creato una cheer family. All’inizio eravamo solo tre o quattro mamme, poi il gruppo è diventato più inclusivo: prima si è allargato ai papà e oggi è aperto a tutti, anche a chi non ha figli cheerleaders». Quanto ai papà, meritano un’extra nota di merito: sono over 50, ma si sono subito messi in gioco, imparando per la prima volta a fare la ruota. Con tutto il sostegno e il tifo possibile, ovviamente.

Non pensate che sia una realtà eccezionale, perché le associazioni sportive che propongono il cheerleading come attività fisica alternativa aumentano anno dopo anno. È merito dell’effetto contagioso di uno sport che mixa ginnastica, danza e acrobazia, e che, oltre a tenerti in forma, è sfidante, tanto da spingere a rimettersi in gioco, anche da adulti.

Conta lo spirito di gruppo

«Mia figlia è entusiasta, ed è molto bello, dopo ogni lezione, confrontarsi con lei su nuovi traguardi e difficoltà, parlando finalmente la stessa lingua. Gli altri due miei figli maschi e adolescenti mi prendono un po’ in giro, ma in fondo so che sono fieri di me» continua Mathilde, che da piccola ha praticato ginnastica artistica, per poi darsi al nuoto, alla bici e alla corsa. Sport che però sono troppo solitari per lei… poi nella sua vita è arrivato il cheerleading, che invece punta tutto sullo spirito di gruppo. Oggi si allena un paio di volte a settimana, lavorando molto sulla flessibilità, che è il suo punto debole e le causa ogni tanto qualche dolorino.

Quali esercizi si svolgono

«Il cheerleading è uno sport completo. Ogni lezione è varia e ben articolata: si comincia con un total stretching, per riscaldare le articolazioni. Si continua con un allenamento per potenziare i muscoli, utilizzando dei pesi e con esercizi specifici per braccia, addome, glutei e gambe. Poi si passa ai workout per il fiato. Si suda, si tonificano i muscoli, si lavora sulla coordinazione. Tutto questo serve perché, prima di mettere in pratica evoluzioni acrobatiche anche semplici, come la piramide (la base del cheerleading: si esegue in minimo 3-4 persone, di cui una viene sollevata verso l’alto), è importante potenziare forza e flessibilità» spiega Valentina Savoia, 33 anni, insegnante di cheerleading della Neon Athletics Cheerleading (cherleadingverona.it) che ha iniziato a praticare 13 anni fa, quando in Italia era davvero agli albori. Altro elemento clou sono le coreografie di danza. È per quello che conta anche la preparazione cardio. «Ma non serve aver già seguito corsi di danza, perché i movimenti sono molto approcciabili, fissi e schematizzati. Basta fare pratica» continua la coach.

Fiducia e coordinazione

In una squadra di cheerleading, ognuno ha il suo ruolo: Mathilde, per esempio, che è alta quasi 1 metro e 80, è un back, perché, durante le figure acrobatiche, sta sul retro, come se fosse la colonna portante di una struttura, e ne assicura la stabilità. L’atleta che invece viene “lanciata” e fa piroette in aria è chiamata flyer, e di solito è la più leggera e meno alta del team. Man mano che la squadra si allena insieme cresce anche la fiducia l’uno nell’altro, fondamentale in uno sport di gruppo come questo dove si può arrivare anche a 20 e più componenti. «Bisogna essere coordinati e in sintonia, arrivare a capirsi con uno sguardo e affidarsi. In tutti i sensi» aggiunge Valentina Savoia. «Visti i vari movimenti acrobatici, il cheerleading è impattante e c’è molto contatto, si deve proprio avere fiducia fisicamente negli altri, sia che tu venga sollevata o resti a terra come elemento portante. Ma non solo. Serve anche essere costanti e responsabili, perché se qualcuno è assente, è come se mancasse un pezzo indispensabile per potersi allenare». Può capitare di saltare qualche lezione, ci mancherebbe ma, avendo ognuno il suo ruolo, questo non giova alla squadra, se capita troppo spesso. Ben diverso dal calcio dove la panchina è piena e c’è solo l’imbarazzo della scelta per far entrare in campo la riserva: qui tutti sono fondamentali per la buona riuscita.

La docuserie Cheerleader

Ultimo punto a favore del cheerleading? È uno sport in evoluzione e diventa sempre più tecnico e scenografico. Se vuoi innamorartene su Netflix puoi guardare la docuserie Cheerleader, arrivata alla seconda stagione, dove si raccontano gli alti e bassi delle ragazze che si allenano al Navarro College, in Texas, la più famosa scuola di cheerleading degli Usa. Le squadre più forti non possono ancora gareggiare alle Olimpiadi, ma il recente ingresso del breaking alla prossima edizione a Parigi nel 2024 fa ben sperare che il traguardo sia sempre più vicino. Tutti con le dita incrociate per il 2028!

Vuoi iniziare ad allenarti?

Ci sono varie federazioni sportive che promuovono il cheerleading attraverso corsi e competizioni. A partire dalla ex-Ficec, chiamata oggi S-Sport (s-sport.it), riconosciuta a livello europeo e internazionale dall’International Cheer Union. Ma ci sono anche la Federazione italiana danza sportiva (federdanza.it) e la Federazione italiana sport acrobatici e coreografici (fisacgym.it), che dal 27 al 30 dicembre organizza un winter camp a Cesenatico (Fc). Se vuoi iniziare ad allenarti, non mancano ottime scuole e squadre, soprattutto nel nord Italia. Oltre alla Neon Athletics Cheerleading di Verona, ci sono la Milano Cheers Allstar ASD (milanocheers.com), le Diamond Cheers di Bergamo (@diamondcheerelite), la Alba Cheer in provincia di Cuneo (albacheer.com) e le Miss Shake Cheerleaders di Roma (@miss_shake_cheerleaders). Le prossime gare internazionali da seguire saranno i mondiali a Seoul, in Corea, dal 6 all’8 ottobre: puoi vederle in streaming su cheerunion.com.

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