La rapidità con cui ci muoviamo a piedi nella vita di tutti i giorni (per andare al lavoro, al supermercato o semplicemente al parco) non è solo una questione di abitudine. Secondo numerose ricerche scientifiche, la velocità di camminata è strettamente legata al benessere generale e, in particolare, alla salute del cervello. Chi cammina più lentamente tende ad avere un volume cerebrale ridotto e una struttura neurologica più compromessa.
Un indicatore sorprendente del declino fisico e mentale
La lentezza del passo, spesso sottovalutata, può diventare un importante segnale clinico. È stata associata a un aumentato rischio di ospedalizzazione, infarto e perfino mortalità. In medicina, la velocità dell’andatura è oggi considerata un indicatore fondamentale per valutare la capacità funzionale e la fragilità di una persona, e può aiutare a prevedere anche il decorso di malattie gravi come l’ictus.
Quando la velocità della camminata è un campanello d’allarme
Se con l’età è normale osservare un rallentamento generale dei movimenti, un calo brusco della velocità di cammino potrebbe indicare qualcosa di più serio. Secondo gli esperti, infatti, un’andatura rallentata può essere sintomo di una condizione cronica che porta a sedentarietà, perdita di tono muscolare e scarsa mobilità articolare. Un circolo vizioso che rischia di aggravare ulteriormente lo stato di salute.
Come misurare la propria andatura
Per eseguire un semplice test sulla velocità di camminata bastano un cronometro e qualche metro a disposizione. Due le versioni più comuni: quella da 10 metri, utile se si è all’aperto, e quella da 4 metri, ideale per spazi più ristretti. In entrambi i casi, si calcola la velocità dividendo la distanza percorsa per il tempo impiegato a coprirla.
I valori medi di velocità in base all’età
I dati mostrano che uomini e donne tra i 40 e i 49 anni camminano in media a una velocità di circa 1,4 metri al secondo. Questo valore tende a ridursi progressivamente con l’avanzare dell’età: tra i 70 e i 79 anni si scende a poco più di 1,1 metri al secondo, mentre sopra gli 80 anni si toccano anche valori inferiori al metro al secondo. Misurare regolarmente la propria velocità può offrire utili spunti di prevenzione.

Un predittore della longevità
Un’importante metanalisi realizzata dall’Università di Pittsburgh su oltre 34mila persone con più di 65 anni ha dimostrato che una maggiore velocità di cammino è associata a una più alta aspettativa di vita. Gli uomini con un’andatura più lenta a 75 anni avevano solo il 19% di probabilità di vivere altri dieci anni, contro l’87% di quelli che camminavano più velocemente. Uno studio francese ha rilevato che, anche tra soggetti anziani sani, chi camminava lentamente mostrava un rischio triplo di morte per cause cardiovascolari. Questo perché camminare coinvolge diversi sistemi corporei: muscoli, articolazioni, vista, respirazione e coordinamento neurologico. Un rallentamento dell’andatura può dunque riflettere un generale declino fisiologico.
La salute del cervello
Secondo una ricerca condotta dalla Duke University, anche tra i 45enni la velocità del passo si è rivelata un indicatore affidabile dell’invecchiamento cerebrale. Chi camminava più lentamente mostrava peggiori risultati nei test cognitivi e presentava anche caratteristiche fisiche tipiche di un corpo più vecchio: polmoni meno efficienti, denti in cattivo stato, sistema immunitario compromesso. Lo studio ha evidenziato un legame tra la velocità di cammino e le capacità cognitive sviluppate sin dai tre anni di età. I partecipanti che da adulti camminavano più lentamente erano gli stessi che da bambini avevano mostrato risultati inferiori nei test di linguaggio, intelligenza e motricità. Questo suggerisce che la velocità dell’andatura possa essere una sorta di filo rosso che accompagna tutta la vita. Anche le risonanze magnetiche hanno rivelato differenze significative tra camminatori veloci e lenti. I secondi presentavano cervelli più piccoli, uno strato corticale più sottile e segni evidenti di deterioramento cognitivo. Curiosamente, anche i volti dei camminatori lenti risultavano visibilmente più invecchiati.
Come migliorare la velocità
Nonostante i dati preoccupanti, non è mai troppo tardi per intervenire. Incrementare la frequenza e l’intensità delle passeggiate, anche di pochi minuti al giorno, può aiutare a rallentare il processo di invecchiamento. Piccole strategie quotidiane, come scegliere percorsi a piedi più lunghi, parcheggiare lontano o camminare durante le pause dal lavoro, sono tutte azioni utili per migliorare la velocità e la salute complessiva.