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Guida per vivere bene dopo un infarto (anche in vacanza)

Chi ha subito un attacco di cuore spesso rischia una ricaduta perché non cambia le abitudini più dannose. Ecco i consigli dei medici per vivere bene dopo un infarto

Chi l’ha detto che dopo un infarto si è malati per sempre? Non è vero. Basta modificare gli errori del proprio stile di vita e imparare a proteggere la salute del cuore.

«Purtroppo però, un malato su tre, quando ritorna a casa, ricade nelle vecchie abitudini» afferma Giuseppe Di Pasquale, presidente dell’Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri «Un errore che paga a caro prezzo, perché in questo modo aumenta del 100 per cento il rischio che si ripeta l’infarto. E questo vale sia per gli uomini sia per le donne».

Eppure basterebbe poco per migliorare il proprio stile di vita. «L’unico sacrificio è smettere di fumare» continua Di Pasquale. «Perché oggi non ci sono più tutte quelle limitazioni che venivano imposte fino a qualche anno fa». Con l’aiuto degli specialisti dell’Anmco, vediamo, allora, quali sono i nuovi consigli degli specialisti per chi, dopo l’infarto, vuole vivere bene.

Sesso? Lontano dai pasti

Non avere timori a riprendere l’attività sessuale: fare l’amore comporta lo stesso sforzo che faresti salendo tre piani di scale a piedi. Evita, però, le due ore successive al pasto. Perché, durante la digestione, c’è un aumento dell’afflusso di sangue all’apparato gastrico, i battiti accelerano e la pressione sale. Tutto ciò affatica il cuore, che potrebbe avere difficoltà a spendere ulteriori energie. Un rischio maggiore lo corrono le persone che iniziano una relazione.

Gli studi hanno dimostrato che l’emozione legata alla nuova storia causa un aumento di adrenalina, che accelera i battiti e fa salire la pressione. Se ti accorgi che ti manca il respiro e hai le palpitazioni, parlane con il cardiologo. Ci sono farmaci specifici da assumere dieci minuti prima del rapporto.

Sì a pesce, frutta e gelato

Dopo l’infarto, segui la dieta mediterranea. Perché riduce fino al 50 per cento il rischio di una ricaduta. Lo ha dimostrato uno studio italiano durato quattro anni, che ha coinvolto 11 mila pazienti. Se sei al mare, approfittane per mangiare pesce almeno un giorno sì e uno no. Contiene acidi grassi Omega 3 e 6 che proteggono il cuore. Non vanno bene, però, crostacei e molluschi, perché contengono troppo colesterolo. Una “manciata” di vongole nel sugo è permessa, ma una volta alla settimana.

Neanche il fritto misto è vietato così come, se sei in montagna, un piatto di polenta e salsicce. Ma vale la stessa regola. Anche se adesso che segui una dieta sana il tuo organismo è più attivo e può eliminare rapidamente un piatto ricco di grassi, non devi esagerare. E, al pasto successivo, devi mangiare solo molta verdura e, se vuoi, un gelato alla frutta.

Fai sport

Gli esperti del Cogis (Comitato organizzativo cardiologico per l’idoneità allo sport) hanno valutato l’effetto di ogni attività fisica sul sistema cardiaco. E hanno messo a punto un elenco degli sport permessi a chi ha avuto un infarto.

Se sei al mare, per esempio, puoi nuotare e andare in canoa. E in montagna nulla ti vieta di dedicarti al trekking. Puoi anche andare in bicicletta e giocare a pallavolo.

Devi evitare, però, le ore più calde della giornata, anche perché il sole a picco “brucia” l’ossigeno nell’aria e questo può causare difficoltà a respirare. E non devi farti tentare da improvvise accelerate in bicicletta per superare l’amica, o da remate controcorrente. Perché comportano uno sforzo eccessivo e concentrato nel tempo che il cuore fa fatica a sostenere.

Prendi, invece, l’abitudine di iniziare la giornata con mezz’ora di camminata o di jogging. Se sei al mare, vai sul bagnasciuga a piedi nudi. In questo modo, stimoli di più una specie di spugna che è sotto la pianta del piede e che contribuisce a far circolare il sangue.

Mentre fai sport, ricordati di bere. Se ti disidrati, si alza la temperatura dell’organismo e si verifica una specie di corto circuito. Può succedere a tutti, ma nel tuo caso può manifestarsi prima perché il tuo cuore ha una resistenza minore.

In vacanza senza stress

A differenza di un tempo, oggi le limitazioni per quanto riguarda le vacanze sono davvero poche. L’importante è informare il cardiologo sul tipo di località scelta: gli serve per calibrare la terapia che stai seguendo. È il caso, per esempio, degli antipertensivi: talvolta, infatti, il dosaggio viene ridotto in luoghi caldi, perché l’aumento della temperatura causa un abbassamento dei valori della pressione.

Inoltre, organizza bene i tuoi viaggi in modo da evitare ansie e stress. Come, per esempio, il timore di perdere il traghetto per una coda inaspettata in autostrada o l’aereo perché c’è folla al banco del check-in. Sono situazioni che si ripercuotono sul benessere del cuore perché causano l’accelerazione dei battiti cardiaci e una risalita della pressione del sangue.

Vai tranquillamente al mare: oggi, infatti, non è più proibito a chi ha subito un infarto. Puoi persino scegliere un’isola o passare la vacanza in barca. A patto, però, che a bordo ci sia l’aria condizionata tenuta a una temperatura di 5 gradi inferiore a quella esterna. Non di più, perché il passaggio dal caldo al freddo causa un restringimento temporaneo delle vene, che obbliga il cuore ad un cambio di ritmo per mantenere un regolare afflusso di sangue.

Quanto alla montagna, non ci sono problemi fino ad un’altezza di 1.500-2.000 metri. Puoi affrontare anche quote più elevate, ma solamente se il tuo medico lo consente.

Inoltre organizza bene i tuoi viaggi in modo da evitare stati emozionali del tutto inutili, che si ripercuotono sul benessere del tuo cuore. Il timore di perdere il traghetto per una coda inaspettata in autostrada, oppure l’improvvisa preoccupazione di perdere l’aereo per  coda al banco del check-in, causano l’accelerazione dei battiti cardiaci e una risalita della pressione del sangue.

E puoi prendere l’aereo. Non comporta pericoli perché l’interno viene pressurizzato, quindi il tuo organismo non si accorge dell’altezza a cui stai viaggiando.

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