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La città dei sultani.

Il punto di partenza per cogliere la vera essenza dell’isola è la capitale, Stone Town, dichiarata patrimonio Unesco. Appena arrivati in città si comprende il significato del termine melting pot, un mix unico di razze e tradizioni. La storia vuole che qui siano arrivati africani, arabi, persiani, portoghesi, inglesi e persino i sultani (che hanno lasciato i loro palazzi da Mille e una notte). Questo arcobaleno
multirazziale si manifesta ovunque. Per esempio, nella Casa delle meraviglie (Sokoku street), una delle residenze dei sultani: edificio imponente con colonnati, scalinate d’argento e portoni con intarsi arabi. Il vento orientale soffia anche sul fortino di pietra di Omani, costruito per proteggere la città dai nemici. Dopo la full immersion storica non resta che vivere la capitale, incamminandosi in centro, nella parte antica. Qui si incontrano moschee, il tempio induista Shree Shiv Shakti e la cattedrale anglicana Church of Christ, un piccolo gioiello di architettura europea. Nel dedalo di stradine, la tentazione allo shopping è irresistibile. D’obbligo una tappa da Abeid Curio Shop (Hurumzi street, tel.
00255242233832) per l’antiquariato e i gioielli in argento e da Kanga kabisa (Hurundi street, tel. 0025524223 2100, www.kangakabisa. com) per scoprire i kanga, le coloratissime stoffe con cui
le zanzibarine confezionano gonne, parei e tovaglie. Al tramonto si prende l’aperitivo al bar dell’Africa house hotel (Shangani street, tel. 00255 774432340, www.theafricahouse-zanzibar.com), una volta residenza del sultano e in seguito club per turisti inglesi: la terrazza sul mare è spettacolare.
E poi via nel ristorante più caratteristico, il Silk route (Hurumzi street, tel.00255786879696): tra arazzi e broccati, si gusta la cucina swahili con pollo tandori, gamberoni e verdura speziati, montone e manioca grigliata.

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Che panorami nelle piantagioni!
Se chiedete a un zanzibarino una definizione del suo Paese vi dirà che è la Patria delle spezie, perché oltre tre secoli fa i sultani iniziarono a puntare su questo commercio. Ancora oggi le piantagioni sono una caratteristica fondamentale del paesaggio. A Kidichi, 15 chilometri dalla capitale, ci sono le più antiche, quelle di Stato. Arrivando in autobus, gli occhi si aprono davanti
a distese rosse, bianche, ocra e nere.
E i sensi vengono travolti dal profumo di cannella, chiodi di garofano, zenzero, cardamomo e citronella. Ma la natura, qui, può essere ancora più lussureggiante. Basta proseguire verso la foresta di Jozani, ora riserva naturale, e immergersi nel verde, tra mangrovie, palme e banani. Magari cercando il colobo, una buffa scimmia rossa che vive solo in questa zona.

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Nuotare con i delfini.

Dopo storia e natura, è ora di tuffarsi in mare. La costa est di Unguja è circondata dalla barriera corallina, che si può raggiungere a piedi da molte spiagge. Anche i meno esperti possono infilare pinne e maschera e immergersi in un paradiso di pesci che non ha nulla da invidiare al Mar Rosso o alle Maldive. Le escursioni migliori sono all’atollo di Mnemba, un parco naturale protetto dove nuotano delfini e tartarughe, e a Kizimkazi e Misali, per vedere delfini e capodogli, che proprio tra agosto e settembre arrivano qui e danno alla luce i loro cuccioli.
Per vivere al meglio queste gite, basta contattare il diving center Scuba libre (Matemwe Baharini Villas, tel. 00255777865198, www.scubalibrezanzibar.com). Infine, un suggerimento alle coppie: il servizio di barche Nakupenda Tours (Forodhani, tel. 00255777415460, www.zanzibarfree.com) organizzauscite al tramonto, con aperitivoe cena, dal porto di Stone Town finoalle baie più suggestive. Dove ci si può anche sposare, con tanto di cerimonia religiosa e banchetto swahili.

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Il viaggio.

Le agenzie propongono pacchetti da 9 giorni molto più economici rispetto all’acquisto separato di
volo e hotel. Zanzibar Viaggi (tel. 0183654302,www.zanzibarviaggi.it), tour operator italiano dedicato all’arcipelago, offre volo a/r (da Roma, Milano, Verona, Bologna, Napoli e Catania), hotel all inclusive ed escursioni, da 1.190 euro. La sistemazione più caratteristica è l’ecoresort Villa Dida (www.villadida.com): solo 9 camere e uno splendido ristorante-palafitta.