10 pesci degli abissi

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1/11 – Introduzione

Con la denominazione generica “pesci degli abissi” (o abissali) ci si riferisce alle specie di pesci presenti nei mari più profondi. Le profondità marine (o ambienti abissali) cominciano a circa duecento metri dalla depressione delle acque. Proprio a partire da quei livelli la luce comincia a scarseggiare, non garantendo la fotosintesi clorofilliana della flora marina. Pur essendo un ambiente stabile e dal clima costante, la profondità dei mari è carente di cibo per i pesci. Ciò ha determinato in queste creature lo sviluppo di una straordinaria capacità di adattamento. Le maggiori fonti di cibo provengono dai rifiuti gettati in mare che calano negli abissi. I pesci di questo ecosistema, per il procacciamento del cibo, hanno sviluppato delle particolari caratteristiche fisiche. Ad esempio, delle enormi bocche e dei terribili denti che li presentano come dei pesci terribili e raccapriccianti. Ecco elencati, qui di seguito, 10 esempi di pesci degli abissi.

2/11 – Anoplogaster

Con le sue mastodontiche mascelle e i suoi mostruosi denti, l’Anoplogaster è uno dei pesci più inquietanti degli abissi. Si denomina anche “Fangtooth” ed è presente (fino ai duemila metri) nei mari più profondi, sia caldi che freddi. Non oltrepassa i diciotto centimetri di lunghezza, ma il suo aspetto lo rende particolarmente ripugnante. Principalmente perché non riesce a chiudere mai del tutto la bocca.

3/11 – Pesce Fantasma Binoculare

Il Pesce Fantasma Binoculare ha il suo habitat nei mari della Nuova Zelanda e dell’Oceano Atlantico. Presenta una forma allungata e serpeggiante e la sua presenza si spinge alla profondità di milleduecento metri. Possiede un muso aguzzo e degli occhi piuttosto grandi, dalla sagoma tubolare e rivolti in alto. Ciò che caratterizza questo strano pesce è la trasparenza delle sue tinte, per la quale si definisce appunto “Pesce Fantasma”. La sua lunghezza arriva fino a ventiquattro centimetri.

4/11 – Ceratias holboelli

Fra i 10 pesci degli abissi qui elencati, il Ceratias holboelli risiede nei mari tropicali a millecento metri di profondità. Con il suo disformismo sessuale, l’esemplare maschio si attacca alla femmina da parassita vero e proprio. Il maschio è infatti più piccolo della femmina (circa venti millimetri) e, addentando la cute della compagna, trae vita dal suo sistema circolatorio. La femmina misura invece circa un metro di lunghezza e può pesare fino a sette chilogrammi.

5/11 – Squalo goblin

Lo Squalo goblin (o Squalo folletto) è uno tra i pesci degli abissi più mostruosi, presentando una testa con un lungo rostro. Le sue mascelle sono enormi e la bocca molto larga. Mostra un colore rosa e raggiunge i tre metri di lunghezza e circa centosessanta chilogrammi di peso. Il corpo è dalla sagoma tipica di quella presentata da tutti gli squali. È uno tra i pesci più rari e può spingersi anche a milletrecento metri di profondità. Abita nell’Oceano Pacifico e nell’Atlantico.

6/11 – Blobfish

Per il suo aspetto disgustoso, si ritiene che il Blobfish sia il pesce più brutto al mondo. È privo di vesciche natatorie e presenta un colore grigio dalle sfumature rosa. La sua caratteristica più predominante è l’aspetto gelatinoso, dovuto alla totale assenza di muscoli. Questo attributo gli permette quindi di galleggiare senza dispendio di energie. Risiede a profondità marine variabili tra i seicento ed i milleduecento metri, in Tasmania e in Oceania.

7/11 – Diavolo Nero

Il nome di questo pesce degli abissi rivela nell’immediato il suo terrificante aspetto. Il Diavolo nero (o Melanoceto) negli esemplari maschi presenta il corpo tondo e tozzo, dalle pinne minute e con terribili denti aguzzi. Invece le femmine posseggono il corpo altrettanto tondo, occupato dalla testa per circa la metà, per via delle grandi mandibole. Anch’esse hanno i denti molto appuntiti ed inoltre mostrano un’antenna mobile dotata di organi produttivi di luce: i fotofori. Questi servono per attirare le prede. Il Diavolo nero trova il suo habitat a circa quattromila cinquecento metri di profondità, nei mari tropicali.

8/11 – Macropinna microstoma

Il Macropinna microstoma è uno dei pesci degli abissi marini che non si spinge a grandi profondità. Vive infatti, tra i venti e i millecento metri, nell’Oceano Pacifico e nei pressi delle regioni artiche. Possiede occhi tubolari orientati in alto ed una pinna adiposa sul dorso. Un carattere tipico lo contraddistingue: l’involucro semisferico incolore che gli riveste gli occhi. E che gli rende la testa trasparente, consentendo la facile individuazione dei suoi organi interni.

9/11 – Pesce accetta

Il Pesce accetta si diffonde nelle acque mediterranee e dell’Oceano Atlantico, a circa tremila metri di profondità. Nella parte retrostante è sottile e schiacciato, mentre anteriormente si presenta con una sagoma trapezoidale. Una forma che, ricordando una accetta, gli conferisce il nome. Anch’esso possiede dei grandi occhi rivolti in alto ed una larga bocca. Ha tinte argentee illuminate dalla presenza dei fotofori, che consentono di individuarlo anche da lontano.

10/11 – Malacosteus niger

Il Malacosteus niger (o Pesce mandibola) si distingue per una sua peculiarità. Nonostante presenti delle dimensioni ridotte (è lungo circa venti centimetri), vanta un’imponente mandibola priva di articolazioni. E che si unisce del tutto alla lingua ed al corpo, ma si presenta staccata dalla testa. Il Pesce mandibola non possiede scaglie e riesce a nutrirsi di prede piuttosto grandi. Finanche di misure della metà delle sue stesse dimensioni.

11/11 – Cryptopsaras couesii

La lista dei 10 pesci degli abissi si conclude con il Cryptopsaras couesii, molto somigliante alla rana pescatrice. Le sue principali particolarità sono le considerevoli mascelle ed i denti lunghi. Ma soprattutto l’esca luminosa presente sulla sua fronte, l’illicio, che serve per attrarre le prede. Risiede a tremila metri, nella profondità degli oceani tropicali e subtropicali. Anche fra questi pesci, i maschi vivono come dei parassiti sulle femmine, attaccati alla loro pancia. Sicuramente, con l’analisi di questi pesci degli abissi, si può riconoscere il loro estremo adattamento a condizioni naturali anche molto avverse.

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