Il bello dell’amore dopo i 60 anni

Oggi invecchiare non vuol dire più rinunciare ad amare e sognare. Superate le insicurezze giovanili, l'amore diventa più profondo e più libero, come raccontano le nostre tre storie

Invecchiare non vuol più dire rinunciare ad amare e sognare. Negli Usa lo hanno battezzato “old boom”, il fenomeno degli anziani che riscoprono i sentimenti. E molti studi ne confermano i benefici per la salute: gli over 70 in coppia vivono più a lungo e meglio. «Anche se il corpo registra i segni del tempo, l’anima non cambia, il bisogno di amare è uno degli stimoli vitali dell’essere umano, a 6 mesi come a 80 anni» spiega Gloria Rossi, psicologa. «L’amore brizzolato ha dei vantaggi: scevro dall’irruenza passionale della giovinezza, è più profondo, raffinato, soddisfacente. Con i figli grandi e senza più ansie da carriera, si ha maggior tempo da dedicare al partner e agli interessi comuni. Superate le insicurezze giovanili, una donna over 60 è più serena e matura, sa bastare a se stessa e vive il rapporto in modo equilibrato. Certo, l’età porta anche fragilità, soprattutto ai maschi, alle prese con il calo della virilità. L’ingrediente chiave è la leggerezza, per sdrammatizzare ansie e scivoloni con ironia. E impostare la coppia in modo nuovo, condividendo solo ciò che si vuole; l’amore maturo non ha la spinta alla simbiosi tipica dei giovani, che devono costruire il futuro, ma può godersi il presente». Come hanno fatto le nostre tre intervistate.

ROSA, 64 anni «Cerco un compagno per fare progetti, non per sistemarmi»

«Tirare i remi in barca? Non se ne parla! Con una separazione e un paio di storie più recenti alle spalle, al momento non ho relazioni stabili, ma non ho rinunciato all’amore, come tante coetanee. Oggi più che mai sono pronta a una relazione e penso che avrei molto da offrire. Rispetto a 30 anni fa, sono più serena e rilassata, l’età mi ha portato a far pace con me stessa e accettare le mie imperfezioni. Ma non solo: ho la curiosità di incontrare l’altro senza invadere la sua vita, la voglia di condividere progetti per il gusto di farlo, senza il bisogno di sistemarmi. Cose impensabili un tempo. Anche a letto, so cosa mi piace e cosa piace a un uomo: i disagi legati all’età si aggirano senza drammi. Perché non dovrei rimettermi in gioco? L’unico problema è con chi. I miei coetanei sono troppo presi a rovellarsi sui cedimenti fisici e poco disposti a cedere sui loro ritmi e abitudini da single. Quelli vedovi o separati, poi, cercano un’altra moglie che li accudisca. Io non voglio curare le ferite né fare la badante, voglio un compagno di giochi e avventure. Non mi manca niente, ho tanti amici e certezze affettive. Dall’amore cerco una dimensione più fine del rapporto in cui si possa conservare la propria indipendenza, ma progettando qualcosa di speciale insieme».

MARIAPIA, 67 anni «L’ho corteggiato io e ho fatto bene perché mi fa sentire felice»

«I 60 anni non mi hanno portato solo la pensione e la saggezza, ma anche l’amore. Con un matrimonio alle spalle e una figlia grande, ero sola da un pezzo quando l’ho conosciuto da amici: mi ha colpito la sua simpatia, la gentilezza e la capacità di ascoltare. Alto, magro, elegante, aveva fascino. La chimica del resto conta; se non c’è, può nascere amicizia, stima, non amore. Ho capito subito che tra noi c’era. È il bello di innamorarsi “da grandi”: sei più sicura e hai esperienza, sai riconoscere le tue emozioni e i segnali dell’altro. Così, sono stata io a corteggiarlo, in modo soft. E ho fatto bene. Questa relazione mi rende felice, appagata, amata! Merito anche della maturità: alla nostra età non ti fai trascinare dalla passione, che svanisce in fretta, ma segui altri criteri più duraturi, visto che sai bene cosa vuoi. Entrambi siamo consapevoli di esserci scelti con cura e questo rafforza il rapporto, la complicità. E poi c’è un altro fattore vincente: abitiamo in due città diverse. Per tre giorni alla settimana non ci vediamo, ognuno conduce la vita cui era abituato. Così manteniamo le case, gli interessi, l’indipendenza costruita negli anni. E la lontananza accende il desiderio: quando ci rivediamo, abbiamo voglia di stare insieme e nuove cose da raccontarci».

GLORIA, 65 anni «Lo amo come 30 anni fa, ma oggi c’è una complicità diversa»

«Avete presente una pesca matura? Ha un sapore intenso, dolcissimo, ma è delicata, se non stai attenta ti si sciupa tra le mani. Il rapporto con mio marito è così. Dopo 30 anni, l’amore ha cambiato aspetto, proprio come noi, ha subito la routine e ora le fragilità legate all’età, ma non ha perso intensità. Cosa lo rende speciale? Prima di tutto, l’orgoglio: iniziare la nostra storia non è stato facile, abbiamo ribaltato le nostre vite, e vedere che ha resistito fino a oggi, conferma che è speciale. Strada facendo, poi, le esperienze e le emozioni condivise le hanno regalato nuove sfaccettature. Lui è il testimone della mia vita, mi capisce come nessun altro. E io ne sono innamorata quanto 30 anni fa, anche se le farfalle nello stomaco hanno lasciato spazio a un sentimento diverso, intessuto di stima, sintonia, complicità. Io stessa sono diversa oggi, sono cresciuta insieme all’amore e so amare davvero. Il tempo affina le armi del cuore. Anche se mi è calata la vista, nella storia oggi ci vedo più chiaramente: so dare il giusto peso alle cose, ridere sulle fragilità e riconoscere ciò che conta, anche se muta aspetto. Pochi giorni fa era il suo compleanno e abbiamo ballato la nostra canzone: è stato così intenso. In pochi attimi ho riassaporato quanto questo frutto sia speciale».

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