Sanremo 2018: la finale e i vincitori

Serata finale per l'edizione più vista dal 1999. Claudio Baglioni vince su tutta la linea. Primo premio come da pronostici a Ermal Meta e Fabrizio Moro. Secondi Lo Stato Sociale, terza Annalisa

I vincitori di Sanremo 2018

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Vincono il festival Ermal Meta e Fabrizio Moro. Vincono anche il premio per il brano più ascoltato su Tim Music

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Secondi classificati: Lo Stato Sociale

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Il terzo posto a Annalisa

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Il premio Mia Martinidella critica va a Ron con la canzone scritta da Lucio Dalla

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Ornella vanoni vince il premio Sergio Endrigo per la migliore interpretazione

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Il premio Pino Donaggio per il miglior testo va a Mirkoeilcane

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Il premio Bigazzi per la migliore composizione musicale va a Max Gazzè

Un trionfo. Era dal 1999 che Sanremo non aveva uno share così straordinario. Merito del direttore artistico Claudio Baglioni? Evidentemente sì. Perché l’edizione 68 del Festival è stata il Festival di Claudio e di tutti i nostalgici della maglietta fina. Pochi giovani forse all’ascolto ma tanti 50enni, 60enni e over che in questi 5 giorni si sono emozionati, appassionati, in questo viaggio all’indietro nella loro gioventù. Sul palco di Sanremo è passato il meglio degli anni 70 e 80: da Baglioni, appunto, che ci ha deliziato con le sue hit più famose, a Ornella Vanoni, Sting, James Taylor, i Pooh, Riccardo Fogli, Gino Paoli, Piero Pelù, Gianni Morandi… Insomma: nostalgia pura. Sarà questa la ricetta per fare andare avanti il carrozzone di Sanremo?

Claudio Baglioni più che direttore, è il re

Se all’inizio eravamo scettici su Baglioni (Ma che fa? Sarà capace di presentare?) ci siamo dovuti ravvedere: il re è stato lui con le sue canzoni (Ma quante ne ha fatte? Abbiamo perso il conto), rassicuranti, belle, da cantare a squarciagola. Conosciutissime, tanto da mettere in secondo piano quelle in gara. Baglioni si è preso tutto, anche se ha lasciato poi la conduzione, quella da presentatore vero, a Michelle Hunziker, con la spalla di Favino. Peccato che a volte sembrasse un po’ ingessato. Colpa degli smoking da direttore d’albergo e la faccia un po’ inespressiva.

La Hunziker, che meraviglia!

Meraviglioso, bellissimo, pochissimo, una cosa pazzesca… Le sue parole sono diventate un tormentone. E per questo è diventata il target della pungente e bravissima Virginia Raffaele. Michelle è bella e gli abiti degli stilisti li indossa alla perfezione. Anche quelli da principessa Disney. Però dovrebbe stare ferma perché non ha proprio il passo della mannequin. Comunque applausi a lei che ha retto il palco benissimo, sempre col sorriso sulle labbra e l’entusiasmo a mille. Mai una stecca o un cedimento. Una vera professionista della tv.

Le (belle) sorprese di Favino

A volte è sembrato un po’ smarrito, poi un po’ alla volta ha trovato una sua dimensione, tanto da diventare un sex symbol (su twitter c’è chi ha scritto “Favino nudo”). Il palco gli è piaciuto è si è notato. A Sanremo ha portato anche la famiglia, moglie e figlia tra il pubblico (avete visto quando gli ha dato i panini?), è stato alle gag di Baglioni, ha presentato gli artisti, ha parlato in inglese con gli ospiti e ha perfino suonato In a sentimental mood di John Coltrane col sax. Grande!

I vincitori

Paradossale però che in un festival caratterizzato per l’età elevata i primi tre a vincere siano i più giovani.

Al primo posto

Ermal Meta e Fabrizio Moro sono una coppia che funziona. E trionfano. La polemica attorno al brano (i due cantanti sono stati accusati all’inizio di plagio, sospesi e poi ripescati) e il testo contro il terrorismo (“Non mi avete fatto niente” è una frase di una lettera scritta dai famigliari delle vittime della strage di Parigi al Bataclan) hanno contribuito a fissare la canzone nella testa del pubblico e a guidarli verso la vittoria.

Al secondo posto

I bolognesi di Lo Stato Sociale: sono spiritosi, ironici, le loro T-shirt sono già un must. La canzone Una vita in vacanza è furbetta e spacca. Ed è il manifesto dei millenial di oggi.

Al terzo posto

Al terzo posto arriva Annalisa dagli occhioni verdi. Lei è bella e brava. Il mondo prima di te è una canzone che si ricorda, romantica. E che canteremo a lungo.

Altri premi

Il Premio della critica lo conquista Ron con la sua bella canzone scritta da Lucio Dalla (però era prevedibile…)

Il premio Sergio Endrigo per la migliore interpretazione va a Ornella Vanoni.

Il premio per il miglior testo va a Mirkoeilcane. Ma già lo sapevamo.

Il premio per la migliore composizione musicale va a Max Gazzé.

Il premio alla canzone più ascoltata su Tim Music va a Ermal Meta e Fabrizio Moro.

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I giovani: troppo pochi

Ma dove erano? A parte le nuove proposte (posso dire che mi è piaciuto tantissimo Mirkoeilcane?), The Kolors, Renzo Rubino, Lo Stato Sociale (si possono contare sulle dita di una mano!) sono stati i grandi assenti di questa edizione. Di rapper manco a parlarne. Del resto come potrebbe essere in un festival dedicato ai fan degli anni ’70? Per fortuna che c’era il Coro dell’Antoniano a tirare giù l’età media. E poi i giovani di Sanremo Young, accompagnati da zia Antonella Clerici con un vestito fucsia da madrina della Bella Addormenata nel bosco: da venerdì si esibiranno sempre su Rai 1 sperando di partecipare al prossimo Claudio-Festival.

Super Pausini

La Pausini è la Pausini, non c’è che dire. Se ha vinto un Grammy e riempie gli stadi ci sarà un perché. Ha cantato con Claudio, ha parlato al telefono con Fiorello e poi, sempre cantando, è scesa dal palco per andare incontro al suo pubblico fino in strada, dove le fan l’attendevano dietro le transenne. Inguainata da un tubino nero a pailettes, Laura le ha coccolate, le ha fatte cantare al microfono, si è fatta i selfie con loro. Una lezione su come si fa a diventare e rimanere una diva pop. Chapeau!

Le gag

Pollice verso alle gag. Nonostante gli sforzi di Michelle e Pierfrancesco (Favino) hanno fatto poco ridere. E hanno dimostrato il lato debole di questa edizione del Festival: la mancanza dello show. Baglioni lo aveva detto: non sarà il Festival degli astronauti ma della canzone popolare italiana. E delle gag demenziali. Chi ci ha fatto davvero ridere? Sabrina Impacciatore con la sua aria svampita e l’abito da Cenerentola che l’ha fatta inciampare.

Momento impegnato con Favino e Mannoia

Se ne sentiva la mancanza e finalmente è arrivata. Perché cos’è un Festival di Sanremo senza la Mannoia? Fiorella con Favino e Baglioni ha messo in scena (e cantato naturalmente) una storia di migranti, contro il razzismo. Attuale e necessaria. 

Il tormentone Peppe Vessicchio

Peppe Vessicchio lo scorso anno è stato il grande assente. Nel 2018 è stato il più citato. Al punto da diventare quasi un meme. Ma anche Luca Chiaravalli coi suoi lunghi capelli grigi ha un suo perché.

Il trio Nek, Renga e Pezzali

Il trio funziona, come quello de Il Volo. Cantano insieme a Baglioni Vedrai ed è standing ovation. Il pubblico canta, si alza in piedi e per un attimo sembra di essere a San Siro. Anche noi a casa non riusciamo a stare zitti. La cosa bella? Nek coi capelli sale e pepe. Invecchia bene. 

Quanti splendidi vecchietti

Dell’età media dei cantanti abbiamo già detto, ma per accontentare gli anziani nottambuli di Rai 1 ci hanno pensato i più giovani: Lo Stato Sociale ci ha fatto conoscere la scatenata Paddy, la ballerina acrobatica di 83 anni che ha vinto il talent spagnolo Tú si que vales.

Rubino ha portato i nonni a ballare sul palco. E Dado e i suoi discreti con Favino e Baglioni hanno intonato una hit vintage.

I cantanti

Ci hanno fatto divertire, annoiare, stupire… Comunque erano tantissimi. Mai visto un palco così affollato di duetti, trii, band e chi più ne ha più ne metta. Gli artisti erano 42 per 20 canzoni. Chi ci è piaciuto? Luca Barbarossa con le sue rughe e il Passame er sale, una canzone d’amore di coppia, l’energia dei Kolors (ma forse loro erano troppo giovani), la canzone di Dalla interpretata da Ron, Ornella e i suoi vestiti uguali ma di colori diversi, le giacche di Max Gazzé (ma la canzone era troppo sofisticata), Nina Zilli per la sua bellezza ed eleganza (la canzone era bella, soprattutto cantata da Cammariere)

Chi ci ha deluso? Elio e le storie tese: avrebbero potuto dirci Arrivedorci con più ironia; Caccamo: bella faccia ma poca grinta; Mario Biondi che deve cantare in inglese.

Non pervenuti: Renzo Rubino, Riccardo Fogli e Roby Facchinetti, Diodato e Roy Paci (che però suona la tromba da Dio), Noemi (dovrebbe cantare sempre insieme a Pola Turci), Peppe Servillo ed Enzo Avitabile, le Vibrazioni.

Tutto sul Festival di Sanremo 2018: le canzoni, i cantanti, i presentatori e gli ospiti

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