Nelle rilevazioni sul tasso di felicità dei vari Paesi, i nordici svettano sempre. Si potrebbe pensare: facile, è perché sono ricchi. Invece secondo il World Happiness Report (WHR), un rapporto annuale delle Nazioni Unite, questa lettura è semplicistica. Non tutte le nazioni prospere, infatti, sono anche felici. Singapore, uno dei Paesi con la maggiore ricchezza pro capite, si trova al 25° posto. L’Arabia Saudita, settimo Paese più ricco del mondo, si trova al 26°.

Il rapporto mondiale sulla felicità

Il World Happiness Report è una pubblicazione delle Nazioni Unite che contiene articoli e classifiche sul grado di felicità delle varie nazioni. Sei gli indicatori chiave che vengono presi in esame dai ricercatori: PIL pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita sana, libertà, generosità e corruzione. È basato sulle valutazioni degli intervistati, correlate con vari fattori che determinano la qualità della loro vita. Nel 2023, la Finlandia è stata classificata come il Paese più felice del mondo per la sesta volta consecutiva.

La diseguaglianza fa crescere la sfiducia

Secondo i ricercatori, l’aspetto economico non è irrilevante nel determinare il livello di felicità, ma da un punto di vista indiretto: non vale insomma l’equazione ricchezza=felicità. I Paesi nordici, tuttavia, hanno una caratteristica peculiare: hanno bassi livelli di disparità del reddito. Ed è qui che entrerebbe in gioco il fattore discriminante. Secondo i ricercatori, un’eccessiva disparità del reddito porterebbe ad un senso di sfiducia generalizzato. La diseguaglianza, insomma, contribuirebbe a far crescere un senso di ingiustizia e, infine, una minore soddisfazione della vita.

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La fiducia sinonimo di felicità

Gli studi sulla felicità indicano i fattori ambientali come responsabili del 60/70 per cento della differenza di felicità tra le persone. Ma quali sono questi fattori ambientali? Per i Paesi nordici al primo posto figura proprio la fiducia verso istituzioni governative di qualità.

“Nordici al top in fiducia e benevolenza”

Il professor John F. Helliwell, l’editore del World Happiness Report che da 25 anni si occupa di sondaggi sulla felicità ha confermato al sito Euronews Next il fatto che le popolazioni nordiche siano al top “nella fiducia e nella benevolenza, sia all’interno delle loro istituzioni ufficiali che nel loro comportamento privato“.

Fiducia nel sistema del welfare

La qualità del sistema di assistenza pubblico e la generosità del welfare state hanno un impatto importante e positivo sulla soddisfazione della vita. I cittadini, infatti, percepiscono livelli di disuguaglianza molto bassi e questo li rende felici perché sentono di potersi fidare delle istituzioni. I dati mostrano che le persone sono più soddisfatte della propria vita nei Paesi dove c’è questa qualità istituzionale. La felicità dei cittadini, insomma, non può prescindere dal sistema del welfare: buone pensioni, generosi congedi parentali, mantenimento per malati e disabili, sanità e istruzione gratuite, solide indennità di disoccupazione, ecc.

Vantaggi della tassazione progressiva

I ricercatori hanno infine evidenziato un forte legame tra la tassazione progressiva – un’aliquota fiscale che aumenta all’aumentare della base imponibile – e la valutazione delle persone su quanto sono felici. La tassazione progressiva garantisce infatti quei beni pubblici – come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e il trasporto – che sono fondamentali per garantire l’equità sociale di cui sopra. In società più eque, concludono i ricercatori, le persone si fidano di più l’una dell’altra. E la fiducia sociale contribuisce alla costruzione di istituzioni migliori in un ciclo man mano sempre più virtuoso.

Come gettare il seme della felicità

Cosa possiamo fare per “essere felici” come i nordici? L’obiettivo è creare un circolo virtuoso, in cui un’amministrazione efficiente sia in grado di fornire sicurezza ai cittadini. In questo modo le persone sono incentivate a fidarsi delle istituzioni e gli uni degli altri. E tutto questo, in sede di elezioni, porta a votare per politici che promettono e realizzano modelli di welfare di successo. Le persone, ha sottolineato John F. Helliwell, sottovalutano inoltre la benevolenza dei loro vicini perché ne sentono parlare poco sui media. “Il che giustifica l’importanza di dare le buone notizie – spiega l’economista canadese – che risultano determinanti perché formano ciò che pensiamo dei nostri concittadini”.