Green Pass illimitato: per chi

Nel decreto appena approvato cambiano le regole per la scadenza del certificato vaccinale, ma anche a scuola per quarantene, Dad e tamponi

Niente più assillo della scadenza: il Green Pass non avrà più scadenza, almeno per chi ha completato il ciclo vaccinale con la terza dose. La novità era nell’aria e adesso è realtà. La decisione è arrivata di fronte al calo dei contagi, ma anche dei ricoveri ospedalieri, e soprattutto in attesa che gli enti regolatori forniscano indicazioni su una eventuale quarta dose. Al momento, infatti, molti esperti sono divisi sull’opportunità di procedere a un ulteriore richiamo, che secondo alcuni potrebbe persino avere effetti controproducenti sull’efficienza del sistema immunitario. Per chi ha ricevuto anche la “booster”, quindi, il Green Pass avrà per ora una scadenza illimitata. Le nuove norme entrano in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, attesa a breve.

Ecco cosa cambia, anche per guariti e non immunizzati.

Cosa cambia per i vaccinati

I vaccinati che hanno completato il ciclo con la terza dose potranno continuare ad avere accesso a tutti i locali, servizi e mezzi pubblici come accaduto finora, ma con la grande differenza che non dovranno fare i conti con la scadenza del loro “pass”. Un rischio che riguardava soprattutto tutti coloro che per primi aveva ricevuto la dose “booster”, come gli operatori sanitari (medici e infermieri), ma anche insegnanti e forze dell’ordine/militari. Dal 1° febbraio, infatti, la scadenza del Green Pass è passata da 9 a 6 mesi, per effetto del decreto del 5 gennaio scorso. Adesso, invece, diventa illimitata, fino a eventuale nuove indicazione. L’idea è quella di procedere, casomai, a un richiamo in autunno o annuale, in base alle indicazioni degli enti regolatori come Ema (Agenzia europea del Farmaco) o Aifa, l’equivalente italiano.

Cosa cambia per i guariti

In questo caso bisogna distinguere tra chi si è “solo” ammalato e dunque può contare solo sull’immunità naturale da guarigione e chi invece ha contratto l’infezione dopo due dosi di vaccino. Per i primi la validità del Green Pass non cambia, ossia scade dopo 6 mesi. Per i secondi, invece, il Pass diventa illimitato perché la malattia di fatto viene equiparata a una terza dose di vaccino.

Le regole per i non immunizzati: dalla zona rossa ai locali

Per i non immunizzati (senza vaccino e senza guarigione) non cambia sostanzialmente nulla, perché continuano a rimanere in vigore le restrizioni attuali: possono accedere solo a servizi di prima necessità (alimentari, farmacie, ambulatori medici o veterinari, edicole all’aperto), mentre occorre che esibiscano un tampone negativo (dunque Green Pass base) per gli uffici pubblici, postali, bancari, ecc. Spariscono, intanto, le zone a colori anche se rimane solo la zona rossa in caso di emergenza sanitaria. Le restrizioni, però, varranno solo per i non immunizzati, mentre chi è vaccinato o guarito da meno di 120 giorni potrà continuare a circolare liberamente, con accesso illimitato ovunque.

Cosa cambia per i turisti

Un altro problema si stava verificando per i turisti, dopo le disdette alle prenotazioni a causa dei diversi criteri e scadenze del Green Pass tra l’Italia e altri Paesi: non ovunque era prevista la terza dose, ma soprattutto solo il nostro Paese prevede un certificato “rafforzato” come requisito di accesso, per esempio, ai mezzi pubblici, a cinema, teatri, traghetti, alberghi, ecc. Per agevolare i turisti in arrivo, dunque, si è deciso che coloro che provengono da Paesi con regole vaccinali diverse potranno accedere alle strutture ricettive e a tutte quelle attività in cui è richiesto Super Green Pass anche col semplice tampone, dunque con un Green Pass base. Lo stesso requisito è previsto per chi i visitatori stranieri guariti o che hanno ricevuto un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente, nel caso in cui siano trascorsi più di 6 mesi dalla guarigione o dalla somministrazione dell’ultima dose: sarà sufficiente un test antigenico rapido o molecolare, non richiesto, invece, se la guarigione è successiva al completamento del ciclo vaccinale primario (due dosi).   

Cosa cambia a scuola

Altra novità, attesissima, riguarda le norme anti-Covid a scuola, dove scompare la Dad per i vaccinati e cambia il numero di positivi a partire dai quali scatta la quarantena. Per la precisione, dal 7 febbraio, alla scuola dell’infanzia fino a 4 positivi si rimarrà in presenza, ma con mascherina Ffp2. Dal quinto caso l’attività sarà sospesa per tutti per 5 giorni a favore della Dad.

Alla primaria sono previste, invece, distinzioni tra vaccinati e non: se fino a quattro casi tutti rimarranno a scuola con obbligo di Ffp2, dal quinto caso i non vaccinati e i guariti da più di 120 giorni andranno in didattica digitale integrata – per cinque giorni – quindi con parte della classe in presenza e parte a casa video-collegata.

Lo stesso accadrà alla secondaria (medie e superiori), ma a partire dal secondo caso positivo. La differenza rispetto agli alunni più piccola è motivata soprattutto dalla maggior copertura vaccinale negli studenti più grandi.

Cambiano, infine, anche le regole sui tamponi: chi si è ammalato dovrà osservare una quarantena di 5 giorni invece che 10 e potrà rientrare a fronte di un tampone (antigenico o molecolare) negativo “con l’obbligo di indossare per i successivi cinque giorni i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2″.

Attenzione, però: per gli alunni della scuola dell’infanzia ed elementari, fino a 4 casi in classe scompare l’obbligo di tamponi T0 e T5 (al primo e al 5° giorno dalla notifica del caso positivo in classe), mentre in caso di comparsa di sintomi si potrà fare ricorso anche ai tamponi “fai da te” o “auto test (per intenderci quelli che si comprano in farmacia, al supermercato o online e si eseguono a casa), oltre a molecolari e antigenici.

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