Mi sono costruita la vita che volevo. Ma mi chiedo: è tutto qui?

  • 06 06 2018

Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso, relazioni affettive. Ogni settimana pubblichiamo le sue risposte, online e sulla carta: se anche tu vuoi scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it

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Cara Chiara, se mi fermo a riflettere, se guardo alle cose con razionalità mi dico che, forse, dovrei definirmi felice. Nella vita mi sono impegnata, non ho fatto altro che costruire e sono riuscita obiettivamente a ottenere tutto quello che volevo. Lavoro, matrimonio, figli. Dovrei sentirmi soddisfatta. E allora perché, all’improvviso, niente mi basta più? È come se, giunta al traguardo, mi guardassi intorno e mi dicessi: «Tutto qui?». Tutta qui la vita che sognavo, la vita per cui lottavo? Questa pace, questa mediocrità buona? Forse è un momento di passaggio. Ma non vorrei che fosse un momento di verità.

Tua, Sandra

Mia cara Sandra, se pensi di aver puntato troppo in basso, di avere lottato per un progetto troppo piccolo, credo sinceramente che tu ti stia sbagliando. L’errore, forse, è stato precisamente l’opposto: quello di avere progettato troppo. L’errore non è nel dubbio che senti, ma nel non avere avuto dubbi mai. E sai, un percorso lineare non lascia mai troppo soddisfatti. Ma ti do anche una bella notizia: il percorso non è finito. Sei ancora viva, puoi ancora scartare. Abbandonati ogni tanto all’imprevedibilità, scorri senza progetti, vivi ogni tanto senza alcun obiettivo. «Tutto qui?». No: la storia continua. Non avere ansia di padroneggiare ogni riga. Lasciati stupire. Trasforma le domande che mi e ti fai in possibilità di nuovi stimoli: così non distruggerai quello che hai costruito e di cui tante donne vorrebbero conoscere il segreto… Ma riempirai quello che hai costruito di nuovi sensi che avranno a che fare di più con la persona che nel frattempo sei diventata.

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