Sono sempre insoddisfatta, sia sul lavoro che in amore

  • 14 03 2019

Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso e relazioni affettive

Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it

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Cara Chiara, sono Isa e ho 30 anni. Avvocato senza neppure un cliente, fingo di studiare per il concorso in magistratura. Sono stata fidanzata per 10 anni, ma da 2 lui è scomparso e io faccio fatica a riprendermi. Il mio ex sapeva che, mentre stavamo insieme, cercavo le attenzioni di altri e alla fine mi ha detto: «O dentro o fuori». Io ho scelto “fuori”, ma ancora piango per averlo perso. Lavorativamente mi sento insoddisfatta, sentimentalmente idem. Cerco sempre e non mi accontento mai! Devo avere 100 concorsi da fare e 100 corteggiatori tra cui scegliere. Non sono mai in pace con me stessa. Trovo un uomo, devo farlo innamorare e poi, appena lui è cotto, scappo… O meglio, scappo appena so di averne a disposizione un altro, da cui comunque in futuro scapperò. Ho voglia di libertà, ma al tempo stesso paura e desiderio di avere un uomo su cui contare. Tutto questo mi fa soffrire. Perché non scelgo? Perché non sono mai felice? Alla fine sono sempre allo stesso punto: a casa a studiare, fuori in cerca di uomini.

Isa

Carissima Isa, non immagini quanto ti senta familiare in quest’eterna adolescenza… Persone come noi non dipendono mai da qualcosa o da qualcuno: è il vuoto che ci frega, è la nostra dipendenza. Tanto che, perché tu pensassi ossessivamente a quel ragazzo, è bastato che lui sparisse. La cattiva notizia è che questo guasto fra il cuore e la pancia si è formato quando eravamo molto piccole. La buona notizia è che si può andare a rintracciare cosa si è rotto, e per quale ragione: l’importante è concentrarsi su questo, come stai cominciando a fare tu, invece di dare la colpa della nostra insoddisfazione all’uomo o al lavoro del momento. Non sono loro che non sono abbastanza: siamo noi che vogliamo troppo, per tenerci al riparo dalla vita e dalle sue mortificazioni. Però così rischiamo di non conoscere nemmeno le gioie che potrebbe darci. Non ti pare? Un abbraccio.

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