Illustrazione di Elisa Macellari

Illustrazione di Elisa Macellari

Ci si può fidare di chi ti fa star bene a intermittenza?

  • 13 11 2018

Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso, relazioni affettive. Ogni settimana pubblichiamo le sue risposte, online e sulla carta: se anche tu vuoi scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it

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Cara Chiara, ho 26 anni e sulla carta non mi manca nulla: ho una bella famiglia, sono attraente, mi sono pagata gli studi in Psicologia, ho viaggiato, ho amato, ho sofferto… Eppure qualcosa dentro di me si è inceppato, da un anno a questa parte. Il lavoro mi spaventa, non riesco a dare gli ultimi esami e mi manca quella spinta vitale che ci fa alzare la mattina con leggerezza. Sono riservata però ho sempre avuto delle amiche e ho sempre fatto volontariato in parrocchia: continuo a farlo ma senza vera volontà. Un anno fa ho lasciato il mio ex ragazzo, con cui stavo costruendo un futuro ma che non amavo veramente, per quello che ritenevo il grande amore. Ho iniziato la nuova relazione ignorando i problemi del mio dolce P.: un rapporto incerto con l’alcol, troppa sensibilità… Ci sono state emozioni incredibili tra di noi, però la nostra relazione risulta sempre in bilico, presa a schiaffi dalla sua personalità lunatica che si scontra con il mio contrapposto bisogno di sicurezza. Litighiamo di continuo, facciamo pace di continuo, nessuno dei due vuole cedere, ma ci amiamo profondamente. In questa situazione sto perdendo la rotta. Come riprendersi da questo stato di incoscienza? Come contrastare questa sensazione di piattume? Come capire cosa voglio davvero fare “da grande”? Ci si può fidare di chi ti fa star bene a intermittenza?

Ale

Mia cara Ale, perdere la rotta fa parte del viaggio. Ma bisogna intendersi sul significato di un viaggio, credo. A volte ci mettiamo in testa che il punto sia la meta. E, guarda un po’, succede di accorgerci che quelle mete non ci entusiasmano più, non somigliano ai nostri desideri profondi. Che fare? Forse, magari, smettere di pensare all’obiettivo, ma ricordare qual era lo sprone che ci aveva fatto partire: la curiosità, la voglia di esplorare, l’entusiasmo. Tradotto: se non sei più contenta, smetti di resistere al cambiamento. Comincia da piccole cose come, per esempio, la strada che fai per andare al lavoro. Cambiala! E lanciati ogni giorno una piccola sfida, per prendere confidenza col fatto che cambiare si può. Anzi, si deve. Ti consiglio di usare come navigatore la poesia Itaca di Konstantinos Kavafis. Non avere paura: naufragare è bellissimo.

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