Perché la zanzara giapponese resiste all’inverno

La zanzara giapponese, attiva di giorno e resistente al freddo, è l'ultima arrivata tra gli insetti estivi che resistono ormai tutto l'anno

È un fenomeno a cui dobbiamo rassegnarci: con l’arrivo dell’autunno le zanzare non spariscono. Anzi, ora c’è anche la zanzara giapponese, l’ultima arrivata tra gli insetti “di importazione”. La sua presenza è stata segnalata per la prima volta nel nord ovest, in particolare tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma presto è comparsa anche in Trentino Alto Adige e si sta diffondendo. A quanto pare, non solo è presente anche nelle ore più calde del giorno, ma potrebbe resistere al freddo invernale. La presenza prolungata degli insetti tipici dell’estate, per esempio le cimici, è diventato un problema con cui fare i conti.

Come distinguere la zanzara giapponese

Si chiama Aedes japonicus ed è nota come zanzara giapponese. Al momento è arrivata nel nord Italia, ma potrebbe diffondersi rapidamente a tutto il Paese. È più grossa della zanzara tigre, alla quale assomiglia, ma soprattutto sembrerebbe particolarmente aggressiva e invadente, tanto da trovarla non solo di sera, all’imbrunire.

«È una sorta di cugina della zanzara tigre, solo un po’ più grande, tanto che è difficile distinguerla: occorre personale esperto e un’attenta osservazione. Ha una sorta di “pelliccia” che le permette di resistere molto meglio al freddo, tanto che vive bene anche sopra i 1.000 metri di altitudine. È infatti tipica delle zone forestali e dei boschi, in Giappone, mentre in Italia la si ritrova in piccoli contenitori come sottovasi, annaffiatoi o pozzetti delle grondaie, anche in città. Come la zanzara tigre, quella japonica è molto aggressiva e fastidiosa» spiega Claudio Venturelli, entomologo della Ausl della Romagna – Dsp Cesena.

Le malattie che potrebbe veicolare

Secondo i primi riscontri, sarebbe anche in grado di veicolare potenzialmente alcune malattie, come già fanno altre zanzare, come la febbre Dengue o l’encefalite giapponese, di cui però al momento non sono segnalati casi in Europa. «È una zanzara che può essere vettore per diverse queste malattie: per la West Nile non c’è ancora certezza anche perché ad oggi sappiamo che il veicolo principale la zanzara culex, dunque un’altra specie. Per la Dengue e l’encefalite giapponese ci sono evidenze, ma solo nei Paesi d’origine. In particolare riguardo all’encefalite, in Italia non sono stati segnalati casi, ma conforta sapere che esistono cure per la malattia e un vaccino da somministrare preventivamente, nel caso in cui si presentasse un problema di diffusione anche sul nostro territorio» chiarisce Venturelli.

Perché non scompare d’inverno

Come confermato anche dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, la zanzara giapponese è una specie estremamente resistente ai climi freddi, il che spiega come mai è stata segnalata anche in zone montane di altri Paesi europei come Svizzera, Austria, Germania e Slovenia. L’idea che le zanzare ci siano solo in zone calde e umide è da sfatare: «Ci sono da sempre anche in zone freddissime come la Lapponia. Un luogo talmente infestato che appositi cartelli gialli e neri ne segnalano la presenza. Quando ghiaccio e neve e si sciolgono, infatti, le larve si schiudono e, avendo poco tempo per vivere e riprodursi, sono particolarmente aggressive nella ricerca di sangue» – spiega l’esperto. «Tra le 3.500 specie che conosciamo, ce ne sono alcune che non sopravvivono sottozero, come la Aedes aegypti responsabile della febbre gialla. Mentre altre possono vivere bene sopra i 10 gradi e fino a – 5°C, come la zanzara tigre. Anche la giapponese resiste bene al freddo intenso».

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C’entrano i cambiamenti climatici

Oltre alle specie, pesa anche il cambiamento climatico. «Il motivo è semplice: in quelle zone dove la stagione fredda arrivava presto e finiva tardi, ora fa generalmente caldo più a lungo. Significa che le zanzare hanno più tempo a disposizione per crescere e imoltiplicarsi. E infatti negli ultimi anni il loro numero è cresciuto in modo sensibile. Non solo. Aumentando le temperature, anche in città si è portati ad annaffiare maggiormente le piante e dunque aumentano i luoghi ideali favorevoli a questi insetti» spiega l’entomologo.

L’invasione di insetti dall’Asia

Le zanzare non sono gli unici insetti che oltre ad aumentare resistono al cambio di stagione. Le cimici ormai sono presenti in buona in pressoché tutte le Regioni del nord Italia e si stanno diffondendo anche altrove: «Il loro arrivo è legato alla globalizzazione: le prime cimici asiatiche sono arrivate, ormai anni fa, insieme ai carichi di merce importata, a Reggio Emilia e a Modena, poi in Veneto. In questo caso hanno trovato una temperatura e un habitat simile a quelli d’origine. Il problema è che da noi non ci sono altri insetti che ne contrastano la crescita: non avendo un nemico naturale sono aumentate a dismisura, creando danni ingenti all’agricoltura. Dopo aver rovinato il 50% delle coltivazioni di pomodori e pere, stanno attaccando anche altre piante» dice l’entomologo. A livello domestico sono solo fastidiose e sembra non scompaiano mai, neppure in autunno e in inverno: «In realtà vanno in una sorta di letargo: quando calano luce e temperatura il loro metabolismo si ferma per riprendere qualndo le condizioni sono più adatte» spiega Venturelli. «Quando fa freddo, poi, si ammucchiano per mantenere il calore, oppure cercano riparo in luoghi come legnaie o infissi delle finestre».

I rimedi

Per difendersi dalle zanzare la raccomandazione principale rimane la più semplice: evitare ristagni d’acqua, anche nei sottovasi, e non accatastare materiali nelle aree esterne specie se si vive in campagna e vicino a corsi d’acqua. Quanto alle cimici finora gli insetticidi si sono rivelati poco o per nulla efficaci, se non sugli esemplari giovani, che però sono difficili da intercettare. Si sta provando a importare la cosiddetta “vespina giapponese”, che è un parassita delle uova di cimice e che nel giro di qualche anno dovrebbe consentire di ristabilire l’equilibrio naturale» aggiunge l’esperto. Nel frattempo sarebbe bene non lasciare che entrino in casa, dove potrebbero rimanere, complice una temperatura favorevole, dal momento che anche in inverno difficilmente le nostre abitazioni scendono sotto i 19 gradi.

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