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Dimmi quanti anni hai e ti dirò come investire

Non ci si pensa mai ma il rapporto che abbiamo con il denaro dipende anche da quando siamo nati e come siamo cresciuti. Un’esperta ci aiuta a sfruttare al meglio le nostre potenzialità finanziarie

Genitori e figli, nonni e nipoti: stessa famiglia, ma persone diversissime dal punto di vista finanziario. Si parte dai Baby boomers cresciuti in un mondo dove ogni mese arrivava lo stipendio oppure la pensione e dove la propria ricchezza era letteralmente tangibile, perché si toccava (che fossero i contanti nel portafogli o le cedole cartacee da staccare per ottenere interessi o dividendi). E si arriva alla Generazione Z senza posto fisso e con la banca in tasca sulla app del telefonino.

Abbiamo chiesto di parlarci di questi diversi approcci al denaro a Giovanna Paladino, direttrice del Museo del risparmio di Torino di Intesa Sanpaolo (www.museodelrisparmio.it), istituzione molto attiva sul fronte dell’educazione finanziaria. L’esperta dà qui consigli per tutti ma anche spunti per stimolare le varie generazioni al dialogo.

«Parto con tre suggerimenti validi per donne e uomini, giovani e anziani. Quando si parla di denaro occorre definire bene gli obiettivi, diversificare e, infine, associare al risparmio desideri precisi. Secondo una ricerca della Consob, solo un italiano su quattro ha l’abitudine di pianificare e monitorare gli obiettivi di spesa e investimento. Di recente ho letto di un centenario che aveva fatto la programmazione delle sue attività fino a 2065. Questa non è una bizzarria, ma la conferma che anche chi è avanti con gli anni può pianificare. Ovviamente gli obiettivi devono essere definiti, misurabili e realistici. Non posso, per esempio, pensare di acquistare una casa da 10 milioni di euro se guadagno 1.000 euro al mese. Sembra superfluo dirlo, ma a molte persone manca questa concretezza. Il secondo passo è diversificare perché permette di distribuire i rischi e i potenziali guadagni. Infine, tutti noi dovremmo unire il risparmio alla definizione di un desiderio che vogliamo realizzare. Si tratta di un esercizio mentale importante: con l’avanzare dell’età si riduce l’ottimismo che dà stimoli a programmare. In più oggi gli stessi Millennials non sono grandi sognatori tanto che un sondaggio della rete tv CNN li dipinge come la generazione più disillusa degli ultimi 80 anni. E poi ci sono le donne di ogni età: travolte dagli impegni quotidiani, faticano a connettere il loro sforzo a risparmiare a qualche concreto beneficio futuro».

Pazienza: la parola chiave per gli under 40

«Come dice il saggista angloamericano Simon Sinek, quella under 40 è la generazione dell’impazienza. Immersa nel mondo digitale, è abituata al tutto e subito» spiega la direttrice del Museo del Risparmio. «Ma proprio queste persone devono imparare a coltivare la pazienza e la costanza. Capisco che possa suonare come una contraddizione: viviamo in un’epoca – simboleggiata dall’avvento del 5G – in cui tutto deve essere superefficiente, veloce e noi consigliamo l’attesa? Proprio così: quando si affronta il tema della gestione dei soldi, questa virtù va riscoperta. La ragione è semplice: se non ti occupi dei tuoi investimenti in modo costante nel tempo e non hai la capacità di aspettarne i frutti, cioè il rendimento, non ottieni nulla».


Numerose ricerche di economia comportamentale dicono che, di solito, il patrimonio ereditato viene dissipato. Proprio come succede con i soldi vinti al gioco


 

Decumulare: la parola chiave per gli over 60

«Agli anziani che tendono ad accumulare io suggerisco invece di imparare a decumulare» dice Paladino. «Hanno risparmiato tanto negli anni trascorsi al lavoro ma, arrivati alla pensione, dovrebbero mantenere il loro tenore di vita e riuscire ad affrontare spese che possono lievitare, come quelle legate alle cure sanitarie. Cosa succede invece nella realtà? Molti riducono al minimo i consumi per lasciare soldi agli eredi. Un peccato, perché varie ricerche di economia comportamentale dimostrano che i soldi ereditati, come quelli guadagnati al gioco, nella maggior parte dei casi vengono dissipati. Per non ridurre il proprio tenore di vita ci sono vari strumenti. Chi ha una casa di proprietà – ed è il caso di molti anziani – può ricorrere, per esempio, alla nuda proprietà: vende il suo immobile e incassa il capitale, ma tiene per sé il diritto di viverci per tutta la vita».

A scuola di economia digitale dai Millennials

«Le nostre ricerche mettono in luce una caratteristica dei giovani che può essere di insegnamento e sprone per chi ha qualche anno di più: una migliore consapevolezza e dimestichezza con l’economia digitale e il mondo del fintech» dice Giovanna Paladino. «Tradotto concretamente nella vita quotidiana di una famiglia, significa che ogni nipote potrebbe affiancare un nonno (ogni figlio un padre) mostrando come utilizzare, per esempio, i tanti servizi online delle banche, a cominciare da quelli base come l’estratto conto e i bonifici. Così si possono risparmiare tempo e denaro e ci si abitua a fare e ricevere pagamenti cashless, che sono già il presente e saranno sempre più il futuro».

A scuola di Piani di accumulo dai Baby boomers

«I 50-60enni possono essere d’esempio mostrando alle nuove generazioni l’importanza della pianificazione anche sul lungo periodo» suggerisce Giovanna Paladino. «Grazie ai programmi preimpostati in app sul
telefono, molti giovani sono già abituati a mettere da parte dei soldi. Di solito però lo fanno per scopi ben circoscritti e raggiungibili nel breve periodo, come un viaggio. Loro sono “la generazione search”, quella
che se cerca qualcosa, va su Google e con un semplice “search” trova la risposta. Ma sul fronte risparmio e investimenti il discorso è più complesso: servono lungimiranza e perseveranza e in famiglia c’è chi può consigliare il giusto approccio mentale, perché conosce l’arte della pazienza. Sono
i genitori o nonni che hanno esperienza diretta di investimenti che durano più decenni: per l’acquisto della casa o magari per Piani di accumulo,
forme di investimento adatte anche a chi non ha un lavoro fisso e che
permettono di accedere facilmente al capitale versato».


Le donne sono grandi risparmiatrici: il 70% mette da parte dei soldi. Ma il 55% li tiene sul conto senza investirli


 

Cosa madri e nonne possono insegnare a figlie e nipoti

«Una nostra indagine sulla capacità delle donne di gestire il denaro mostra che almeno metà di loro è dipendente economicamente da qualcun altro» dice la direttrice del Museo del risparmio. «La percentuale diminuisce tra le laureate e arriva al 90% per chi possiede titoli di studio bassi. Quando abbiamo chiesto il valore dell’indipendenza economica, si è visto che la consapevolezza della sua importanza aumentava con il crescere dell’età dell’intervistata. Questo risultato ci dice che le nonne e le madri di oggi dovrebbero far riflettere figlie e nipoti ssu questo tema. Le donne anziane hanno imparato sulla loro pelle che è cruciale avere soldi propri e poterli gestire. In un Paese come il nostro, dove ci sono ancora troppe giovani casalinghe, le madri dovrebbero invitare le figlie non solo ad avere un proprio reddito, ma anche a decidere in prima persona cosa farne».

Cosa figlie e nipoti possono insegnare a madri e nonne

«Le giovani possono stimolare madri e nonne a investire» consiglia Giovanna Paladino. «Alcuni dati fanno riflettere: le donne sono grandi risparmiatrici (ben 7 su 10), ma più della metà di loro non investe (gli uomini non investitori sono solo il 35%). A tenere i soldi fermi sul conto corrente sono però soprattutto le Baby boomers, perché le altre – quelle tra i 24 e i 44 anni – investono quanto i maschi della stessa età e spesso lo fanno anche sul mercato azionario. Dimostrano quindi maggiore confidenza economica e propensione al rischio. Spetta a loro far capire alle donne delle altre generazioni che ora, con la ripresa dell’inflazione, non far fruttare i soldi lasciandoli sul conto corrente significa perdere potere d’acquisto, ovvero riuscire poi con quella stessa cifra a comprare meno che in passato».

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