graminacee allergia

Se sei allergico alle graminacee non mangiare…

  • 02 03 2017

Da aprile a settembre sono tante le persone che hanno a che fare con il fastidioso problema delle allergie ai pollini. Ma ci sono molti sistemi per alleviare il malessere. A partire da ciò che metti in tavola.

L’arrivo della primavera non per tutti è un piacere. Con la bella stagione, il sole e gli alberi in fiore, purtroppo per molti di noi arrivano anche tanti problemi di allergie ai pollini (pollinosi) e alle graminacee. Pensa che questo tipo di allergia rappresenta una delle principali cause di allergie in tutto il mondo. In particolare qui in Italia interessa circa il 40% della popolazione.

Sintomi

Ma chi non è mai stato allergico a niente non può conoscerne sintomi e rimedi: nella migliore delle ipotesi si parla di starnuti, tosse secca, rossore, prurito e lacrimazione degli occhi. In altri casi, più complessi, si assiste ad episodi di asma, dermatite, emicranie e stanchezza cronica.

Durante la fase di sensibilizzazione, il nostro sistema immunitario riconosce erroneamente come una minaccia quelle che in realtà dovrebbero essere delle sostanze del tutto innocue e inizia così a produrre degli anticorpi atti a difendere l’organismo. Solitamente il primo anno non accade nulla, mentre dal successivo, non appena si rientra in contatto con pollini o graminacee, gli anticorpi segnalano all’organismo l’ingresso dell’intruso e il sistema immunitario procede rilasciando dei ‘mediatori chimici’ nel sangue. È questo che causa tutti i fastidi.

Cause

Ma di chi è la colpa se non riusciamo a smettere di starnutire o se non siamo più in grado di respirare senza tossire? Le ipotesi sono molte e vanno dall’inquinamento ambientale all’eccesso di igiene che avrebbe indebolito le nostre difese immunitarie, fino all’introduzione di alcuni alimenti che, se accumulati eccessivamente, rischiano di mandare in tilt il nostro organismo.

Pensa a tutte le graminacee che mangi in abbondanza tutti i giorni tra pane, pasta, riso, grissini, cracker… Ecco perché alcuni medici suggeriscono di eliminare l’assunzione di cereali: niente di complicato, o pericoloso, si tratta semplicemente di un cambio di rotta sulla via dell’alimentazione. E il bello è che non servono tempi biblici per vedere i risultati, basta il tempo necessario al nostro organismo per smaltire le molecole che ci danno fastidio e cioè dai 5 ai 7 giorni.

Cibi da evitare

Cosa fare quindi concretamente? Il primo consiglio è quello, almeno nel periodo interessato, quello cioè in cui sei in preda alle allergie, di eliminare completamente gli alimenti a base di cereali appartenenti alla famiglia delle graminacee che significa niente avena, farro, frumento, kamut, mais, miglio, riso, orzo e segale.

Vietato assolutamente quindi pane, pizza, biscotti, cracker, fette biscottate, torte e qualsiasi prodotto a base di farine prodotte con questi cereali. Forse non sai che esistono cibi che, anche se ufficialmente non contengono cereali, hanno al loro interno delle sostanze ricavate dai cereali come ad esempio tutti gli edulcoranti presenti nelle gomme da masticare e nelle caramelle. Soprattutto quelle light. Un’altra graminacea da eliminare da aprile a settembre è lo zucchero di canna. Meglio utilizzare il miele, la melassa, lo sciroppo d’acero oppure lo zucchero di barbabietola.

Secondo molti studi, se al consumo quotidiano di cereali si vanno a sommare i pollini e le graminacee presenti nell’aria si scatena l’allergia. Ma allora cosa posso mangiare? Uova, carne, pesce, verdure, legumi, frutta, frutta secca, semi. E poi ci sono ottime alternative ai cereali come l’amaranto, il grano saraceno e la quinoa.

In fondo non ti costa niente provare per qualche giorno non appena compaiono i primi sintomi!

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