A 30 anni, quando il futuro ti mette in crisi Federica, 32 anni «Ultimamente mi sembrava di camminare su una fune sospesa nel vuoto. Andavo avanti con l’ansia di non riuscire a raggiungere i traguardi che mi ero fissata: un passo falso poteva farmi cadere nel limbo di rassegnazione in cui vedevo tante coetanee. Colpa dell’incertezza economica data dai lavori precari. A 30 anni, inizi a pensare di mettere su casa, costruire una famiglia, ma se ti mancano le basi, i sogni ti crollano addosso. E, per non soffrire, smetti anche di farne. L’incertezza non ti obbliga a fare tante rinunce solo nel quotidiano, censura anche le tue ambizioni. Io, però, non ho ceduto. Quando sei sulla fune, se ti fermi cadi! Così mi sono data da fare e ho accettato anche cinque lavori in contemporanea. Recentemente ho lasciato un posto che amavo, ma non mi dava sicurezze, per firmare un contratto, con ferie e malattia pagate. Non sarà il posto dei sogni, ma è quello che ora mi permette di ricominciare a guardare avanti senza paura. E con tanti nuovi sogni».

A 40 anni, la paura di non essere all'altezza Stefania, 42 anni «Madre, professionista, caregiver dei genitori anziani, moglie e padrona di casa: questa sono io. Un curriculum da paura, vien da dire... Infatti a volte il mio ruolo mi gratifica e mi spaventa allo stesso tempo. Come tante 40enni multitasking, convivo con il timore di non essere all’altezza. Le donne oggi devono fare tutto e al meglio. Ma così rischi di esplodere. Te ne accorgi se sbagli strada tornando dal super o bruci la cena per rispondere a una mail. E non finisce qui. Perché questa è un’età in cui cominci a tirare le fila e a farti delle domande. Per esempio, come mai hai studiato tanto e non fai carriera? Per abbassare la “pressione interiore” io ho imparato l’ironia: cerco di sdrammatizzare le mie disavventure. Poi mi fa bene parlare con le coetanee: se il male è comune, non diventa mezzo gaudio, ma attenua il senso di colpa. Insieme abbiamo capito che barare un po’, glissando su qualche dovere ogni tanto, è proprio liberatorio».

A 50 anni, il corpo che cambia Gloria, 58 anni «Da bambina sognavo di essere invisibile per carpire i discorsi e i segreti degli adulti. Non immaginavo che, dopo i 50 anni, avrei davvero iniziato a temere che le altre persone non mi guardassero più. E dire che alta, bionda, formosa, non passo certo inosservata. Ma l’invisibilità di cui parlo è differente: avevo paura che gli altri non mi apprezzassero più. Non solo mio marito, perfino la vicina di casa mi salutava in modo strano... In realtà, ero io a pormi diversamente e giorno dopo giorno continuavo a chiudermi sempre più in me stessa. Finché non ho capito che dovevo rinnovarmi. Niente botulino: ho fatto un lifting dell’anima, ho rassodato l’immagine e ridato luce allo sguardo scoprendo nuovi interessi. Mi sono reinventata scrittrice. Ho scritto a quattro mani un romanzo: Non c’è gusto senza te. Così ho ritrovato un ruolo e un peso sociale. Ora iniziamo con il tour di presentazioni...e sono sicura che non passerò inosservata!».

A 60 anni, la solitudine Laura, 63 anni «“Amore, spero di andarmene prima di te”. Lo dico spesso a mio marito. A una certa età credo sia inevitabile pensare alla vecchiaia. Io però ho il terrore di restare sola. Sarà perché più gli anni passano, più mi sento fragile e vulnerabile. O perché ho fin troppo tempo per riflettere. Ho lavorato in fabbrica per 41 anni, ero abituata a stare immersa nel vociare dei colleghi e delle macchine. Ora, nella casa avvolta dal silenzio mi perdo a immaginare il domani. E scatta la paura. Mia figlia e mia sorella vivono lontano. Per fortuna c’è mio marito, da quando siamo in pensione viviamo in simbiosi. Quando ci penso, però, avverto un senso di vuoto nel petto. Ma ora ho trovato un antidoto: vado a camminare con delle amiche. Partiamo la mattina armate di sorrisi e pazienza e passo dopo passo ci lasciamo andare a pensieri e confidenze. Tengo il corpo in forma e faccio il pieno di sguardi e discorsi che riempiono quel vuoto. Così mi sento più forte».

Le 4 paure delle donne

Dalla precarietà delle giovani al senso di solitudine delle anziane: ogni età è accompagnata da un’inquietudine. Queste storie raccontano come sconfiggere le insicurezze. E da dove ricominciare

Di cosa hanno paura le donne? Secondo un recente sondaggio del portale Lastminute.com siamo il popolo più fifone d’Europa. E con buona pace dello stereotipo del macho latino in questo maschi e femmine sono alla pari: 8 su 10 ammettono di soffrire di una fobia che condiziona la loro vita. «La paura è un sentimento primario e necessario per la sopravvivenza, perché ci spinge a reagire a un pericolo, reale o emotivo» spiega la psicologa Gloria Rossi.

«Tutti la sperimentiamo da piccoli e ci aiuta a crescere. Una volta diventati adulti conserviamo una parte infantile, il nostro bambino interiore, che resta in allerta, pronto a scattare se avverte minacce. Con il passare degli anni però si modificano i fattori che scatenano l’allarme: a 40 anni, è facile ritrovarsi con figli piccoli, genitori anziani e carriera, dunque è il sovraccarico a spaventare, mentre dopo i 60, con i ragazzi grandi e le malattie in agguato, si temono il vuoto e la solitudine. E poi, cambiano anche le pressioni sociali: se i media strillano dati sulla disoccupazione giovanile, è normale che una 30enne si preoccupi della precarietà, mentre, visto il mare di pubblicità anti-aging, è logico che una over 50 si concentri sullo specchio» spiega l’esperta.

«La reazione giusta è prendere per mano il nostro bambino interiore e aiutarlo a valutare con lucidità i timori. Così, spesso, si sgonfiano da soli. Come quando da piccoli piangevamo al buio: mamma accendeva la luce e i mostri sparivano!». E come hanno fatto le protagoniste di queste 4 storie.

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