Un sub alla ricerca di spugne marine

Dalle spugne marine preoccupanti indizi sul riscaldamento globale

Un gruppo di ricercatori ha analizzato alcune spugne marine secolari provenienti dalle profondità del Mar dei Caraibi e ha scoperto fatti inquietanti sul riscaldamento globale

Il riscaldamento globale potrebbe essere iniziato prima di quanto si pensasse in precedenza e sta progredendo molto più rapidamente. È la conclusione alla quale sono giunti alcuni scienziati che hanno analizzato una manciata di spugne secolari provenienti dalle profondità del Mar dei Caraibi.

Secondo i ricercatori, il mondo ha già superato l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C dall’epoca preindustriale e ha raggiunto 1,7°C a partire dal 2020.

Le spugne registrano i cambiamenti climatici

Gli scienziati hanno analizzato sei spugne longeve – si tratta di semplici animali invertebrati che filtrano l’acqua – per documentare i cambiamenti nella temperatura dell’acqua, l’acidità e i livelli di anidride carbonica nell’aria. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Climate Change.

In pratica, i ricercatori sono partiti dalla constatazione che molte specie di spugne vivono a lungo e, man mano che crescono, registrano nei loro scheletri le condizioni dell’ambiente che le circonda.

Gli scienziati hanno a lungo utilizzato per i loro studi spugne e a altri proxy – anelli di alberi, carote di ghiaccio e coralli – che registrano i cambiamenti nell’ambiente. Così hanno ricostruito i mutamenti nel corso dei secoli, risalendo ai dati precedenti al Ventesimo secolo.

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Riscaldamento globale, i dati tratti dalle spugne

Le spugne, a differenza dei coralli, degli anelli degli alberi e delle carote di ghiaccio, fanno scorrere l’acqua da ogni parte attraverso di esse. Così facendo possono registrare un’area più ampia di cambiamento ecologico.

I ricercatori hanno utilizzato per le loro misurazioni una rara specie di spugne piccole e dal guscio duro. Hanno scoperto che i record di temperatura registrati per il 1800 differiscono notevolmente dalle versioni scientificamente accettate e utilizzate dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) delle Nazioni Unite.

La scoperta dallo studio delle spugne

Secondo questo nuovo studio, a metà del 1800 la temperatura era di circa mezzo grado Celsius più fredda di quanto gli scienziati pensassero in precedenza. Il riscaldamento globale sarebbe, quindi, iniziato prima. Il motivo è semplice: era già iniziata la rivoluzione industriale, e l’anidride carbonica veniva emessa nell’aria.

Le spugne arancioni a lunga vita – una di loro aveva più di 320 anni – sono speciali in un modo che le rende uno strumento di misurazione ideale, migliore di quello che gli scienziati usavano tra la metà e la fine del 1800.

“Sono cattedrali della storia, registrano l’anidride carbonica nell’atmosfera, la temperatura dell’acqua e il ph dell’acqua”, hanno spiegato i ricercatori. “Sono bellissime”, hanno aggiunto, “Non è facile trovarle. C’è bisogno di una squadra speciale di sommozzatori”. Questo perché vivono da 33 a 98 metri di profondità nell’oscurità.

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Riscaldamento globale, le misurazioni nel 1800

L’Ipcc e la maggior parte degli scienziati utilizzano per la metà del 1800 i dati di misurazioni che provenivano dalle navi. Gli equipaggi misuravano la temperatura immergendo secchi di legno nell’acqua. Alcune di queste misurazioni potrebbero essere distorte a seconda di come è stata effettuata la raccolta, ad esempio se l’acqua è stata raccolta vicino al motore di una nave a vapore.

Le spugne sono più accurate, perché gli scienziati possono tracciare regolarmente piccoli depositi di calcio e stronzio sugli scheletri di queste creature. L’acqua più calda porterebbe a più stronzio rispetto al calcio, e l’acqua più fredda porterebbe a proporzioni più elevate di calcio rispetto allo stronzio.

Le spugne utilizzate per questa ricerca innovativa vivono solo nei Caraibi, ma secondo i ricercatori sono una buona rappresentazione per il resto del mondo. Infatti, stanno a una profondità che non viene troppo influenzata dai cicli caldi e freddi di El Niño e La Nina.

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L’allarme degli scienziati

Secondo i ricercatori, se i calcoli fatti partendo dall’analisi delle spugne sono corretti, potrebbero esserci serie ripercussioni sul pianeta.

Negli ultimi anni gli scienziati hanno notato condizioni meteorologiche più estreme e dannose – inondazioni, tempeste, siccità e ondate di calore – di quanto si aspettassero per l’attuale livello di riscaldamento. Una spiegazione potrebbe essere quella derivante dallo studio sulle spugne, e cioè che il riscaldamento globale sia iniziato prima e sia stato più veloce del previsto.

“Il quadro generale è che l’orologio del riscaldamento globale per la riduzione delle emissioni è stato anticipato di almeno un decennio”, ha spiegato nello studio l’autore principale della ricerca, Malcolm McCulloch, geochimico marino presso l’Università dell’Australia occidentale. Ha aggiunto: “Fondamentalmente, il tempo sta per scadere. Abbiamo un decennio in meno di quanto pensassimo. È davvero il diario di un disastro imminente”.

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