Le foreste tropicali stanno scomparendo a un ritmo mai registrato prima. È quanto risulta dalle ultime immagini satellitari analizzate dal laboratorio GLAD presso l’Università del Maryland, secondo il quale nel 2024 sarebbero andati persi 67mila kmq di queste aree incontaminate (un territorio grande quasi quanto l’Irlanda), fondamentali per la protezione contro i cambiamenti climatici. La causa principale sono gli incendi, i cui effetti sulla riduzione delle foreste hanno superato per la prima volta quelli derivanti da disboscamento per la produzione agricola.

«Vicini al punto di non ritorno»

Molti ricercatori temono che alcune foreste, soprattutto di parti dell’Amazzonia, siano prossime a un «punto di non ritorno», oltre il quale potrebbero avviarsi verso un declino irreversibile.

Il professor Matthew Hansen, co-direttore del laboratorio GLAD, ha descritto i nuovi risultati come «spaventosi» e ha messo in guardia dal rischio di una possibile «savanizzazione» della foresta pluviale, ovvero la morte delle antiche foreste tropicali, che si trasformano definitivamente in savana.

Foreste di Brasile e Bolivia le più colpite

La foresta amazzonica brasiliana è stata la più colpita, registrando il dato peggiore dal 2016. Qui 2,8 milioni di ettari di foresta primaria sono stati distrutti. Nei due terzi dei casi la causa principale sono stati gli incendi, molti dei quali appiccati per fare spazio a coltivazioni di soia o all’allevamento di bestiame. Stessa sorte è toccata alla Bolivia che nel 2024 ha perso 1,5 milioni di ettari di foresta pluviale in gran parte per incendi destinati a liberare terreno per coltivazioni su scala industriale.

Il degrado della foresta amazzonica potrebbe accelerare ancor più dopo il superamento della soglia di 1,5°C della temperatura del pianeta, registrato nel 2024. Se un tempo le foreste erano assorbitrici di CO2, oggi invece quelle incendiate rilasciano quantità enormi di gas serra nell’atmosfera (3,1 miliardi di tonnellate nel solo 2024, l’equivalente delle emissioni annuali dell’Unione europea).

Clima, foreste tropicali a rischio

Cambio di rotta in Indonesia

In questo scenario poco rassicurante, l’unico barlume di speranza è rappresentato dal Sud-Est asiatico. Grazie a politiche governative di tutela del territorio e nonostante condizioni di siccità, la perdita di foresta pluviale in Indonesia è diminuita dell’11% rispetto al 2023.

Secondo Elizabeth Goldman, co-direttrice del progetto Global Forest Watch presso il WRI, ciò è stato possibile grazie allo sforzo concertato da parte di governi e comunità locali, che hanno collaborato per far rispettare le leggi che vietano gli incendi. «La volontà politica è un fattore chiave per il successo, altrimenti impossibile», le fa eco Gabriel Labbate, responsabile della mitigazione dei cambiamenti climatici presso il programma forestale delle Nazioni Unite UNREDD.

Il vertice sul clima in Amazzonia

I ricercatori concordano sul fatto che il vertice delle Nazioni Unite sul clima COP30 a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre di quest’anno, sarà fondamentale per condividere e promuovere progetti di protezione delle foreste. Tra le proposte che saranno oggetto di discussione e i cui dettagli devono ancora essere definiti, ci sarebbe anche quella di premiare attraverso alcune sovvenzioni tutti quei Paesi che garantiscono il mantenimento e la conservazione delle foreste tropicali. «Penso che sia una proposta innovativa che affronta uno dei problemi fondamentali – ha affermato alla BBC Rod Taylor, del World Resources Institute -. Allo stato attuale, infatti, si guadagna di più tagliando le foreste che mantenendole in piedi».