Tutto parte dalla terra, specialmente se sei nata pianta e non appartieni ad una specie aerea come la tillandsia (vi ricordate chi è e come vive? Per un refresh cliccate qui). Grazie al terreno le piante ricavano tutti gli elementi che, insieme alla luce solare che innesca la fotosintesi, permettono loro di sopravvivere. Se poi il terreno nel quale stanno è giusto per le loro esigenze, allora al posto che sopravvivere si sentiranno alla grande e le loro radici cresceranno sane.

Primo travaso di succulente dopo la radicazione.

Questo per quanto riguarda le botaniche in piena terra, infatti occorre avere un occhio di riguardo in più per quelle che vengono ospitate in vaso. Quest’ultimo, ricordiamocelo, è un ambiente artificiale che può diventare facilmente ostile.

Visto che per alcune piante la vita in contenitore è l’unica possibilità (per esempio per tutte quelle che necessitano di un clima costante e quindi da noi vivono indoor, oppure per le “cittadine” che risiedono spesso su balconi e terrazzi) proviamo almeno ad accudirle al meglio cercando di capire le loro necessità.

Rinvaso: quando fare il cambio vaso?

Esempio di radice ramificata. In questo caso serve un vaso equilibrato tra diametro e profondità

Sebbene la regola generale dica che occorra rinvasare una pianta circa ogni due anni, io preferisco decidere osservandola: solo così è possibile capire quando intervenire.

La bellissima texture delle radici in vaso.

Per farlo occorre guardarla sia nella sua parte aerea (tronco, rami, foglie e fiori) che in quella (sconosciuta e molto più affascinante) che si trova nascosta nel vaso, cioè le radici.

È arrivato il momento di travasare se:

  • Le radici hanno occupato tutto il panetto di terriccio ed escono dai fori di drenaggio del vaso.
  • La pianta non cresce più o ha un aspetto non sano.
  • La stessa sembra essere soffocata dal vaso.
  • Il terreno è molto compatto, quasi impenetrabile con le dita delle mani tanto da non permette alle radici di espandersi.

Rinvaso e contenitori ideali: questione di centimetri

Propaggine di gelsomino primulino pronte al travaso in contenitori più grandi.

Per un giusto rinvaso non occorre cambiare il contenitore con uno molto più grande (sperando magari di posticipare di tanto il prossimo trapianto). La regola “dei bravi giardinieri” prevede un vaso di una o due taglie in più, che in pratica corrispondono a pochi centimetri di diametro.

Panetto di terra con radici estese in modo regolare. Questa pianta é pronta al trapianto in un contenitore più ampio.

Ma il rinvaso non serve solo a dare più spazio di crescita radicale (e quindi generale) alla pianta, rappresenta infatti un buon momento per controllare la sua salute osservandola nelle sue parti più nascoste, la radici. Inoltre possiamo approfittare dell’occasione per sostituire parte del terriccio “esausto” o semplicemente aggiungerne di nuovo, scegliendolo in base alle esigenze della specie che ospitiamo. Sì, ogni pianta ha le sue preferenze non solo in fatto di luce o apporto idrico ma anche di substrato. In fondo…nasce tutto da lì, la terra.

Pillola verde: ad ognuno il suo (vaso)

Le carote sono un ottimo esempio di radice a fittone. Per questo tipo di piante meglio prediligere vasi profondi.

Non è (solo) una questione di stile, ma di necessità: ogni specie ha bisogno di un contenitore differente per crescere al meglio. La risposta al perché sta nella forma di sviluppo delle radici: se sono fittonanti, cioè con una grande radice principale che cresce in profondità come girasole, tarassaco, rosmarino e molti alberi da frutto, prediligeranno un vaso profondo.

Piante di piselli con radicazione eccessiva nell’alveolo di semina. In questo caso occorre un trapianto urgente.

Se sono invece fascicolate, caratterizzate cioè dallo sviluppo uniforme di numerose radici non ramificate, partenti dallo stesso punto come ranuncolo, aquilegia e alcune graminacee, si potrà optare per un vaso classico. Infine se la pianta ha radici avventizie, quindi a sviluppo prevalentemente superficiale come edera, sedum o bignonia, vorrà un contenitore anche basso ma molto largo.

Curiosità: se le radici fanno girotondo

Piante di zucca le cui radici stanno iniziando a fare girotondo.

Sembra una citazione poetica o metaforica, invece è il segnale più evidente della necessità urgente di un travaso (possibilmente in un contenitore più ampio e più profondo): le radici infatti crescono “sondando” il terreno, e nel caso di piante in vaso questo tour si “arrotola” quando arrivano ai suoi margini. Infatti, invece di fermarsi, le radici percorrono in tondo il perimetro del contenitore alla ricerca di una via di fuga e crescita (di solito nei casi limite fuoriescono anche dai buchi di scolo).

Ed è per questo movimento rotatorio e continuo che si dice “che fanno il girotondo”.