Il Mar Mediterraneo è uno dei luoghi con la maggiore biodiversità al mondo. Collegato attraverso lo Stretto di Gibilterra all’Oceano Atlantico, nel “Mare nostrum” sono state censite circa 17.000 specie: di queste circa il 25,6% sono molluschi e crostacei e solo il 4,1% sono vertebrati o pesci. Un ecosistema delicato che va protetto da minacce sempre più presenti come la pesca intensiva e l’inquinamento.
Mediterraneo, il mare chiuso più profondo della Terra
Il Mediterraneo è un mare chiuso, che copre una superficie di 2.969.000 chilometri quadrati: rappresenta soltanto lo 0,82% della superficie complessiva dei mari e degli oceani presenti sul Globo. Nel canale di Sicilia una dorsale situata a 400 metri di profondità separa le isole della Sicilia dalle coste della Tunisia e divide il Mediterraneo in due bacini principali, quello occidentale di circa 0,85 milioni di Kmq e quello orientale di circa 1,65 milioni di Kmq. Si tratta del mare chiuso più profondo della Terra: la sua profondità media è di 1.460 metri, quella massima (nella Fossa di Matapan, al largo della costa greca) di 5.267 metri.
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Mediterraneo habitat per il 7,5% delle specie mondiali
Nonostante rappresenti una limitata porzione delle acque presenti sulla Terra, secondo i dati dal WWF il Mar Mediterraneo costituisce l’habitat per moltissime forme di vita contenendo circa il 7,5% delle specie mondiali (10 volte in più rispetto alla media mondiale). A seconda dei gruppi tassonomici, la sua biodiversità rappresenta dal 4 al 25% della diversità di specie marine globali. Il 44% delle specie di pesci ed il 25% dei mammiferi presenti nel bacino del Mediterraneo, sono endemici così come il 35% degli anfibi italiani e il 24% dei rettili della penisola iberica. L’Ecoregione Mediterraneo ospita quasi 25.000 specie vegetali, oltre la metà di queste è esclusivamente presente in quest’area.
Le principali minacce per il Mediterraneo
Una straordinaria varietà di forme di vita, che tuttavia è a rischio e va protetta. Turismo, speculazione edilizia, pesca illegale, bracconaggio sono le principali attività umane che, secondo il WWF, minacciano la conservazione della biodiversità nel Mediterraneo. Per quanto i riguarda la parte marina, il WWF mette segnala fra le minacce per l’equilibrio dell’ecosistema la pesca eccesiva ed illegale, l’inquinamento (plastica e contaminanti chimici), il traffico marittimo in continuo aumento, l’invasione di specie aliene e l’acidificazione delle acque.
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Con il progetto MERCES (Marine Ecosystem Restoration in Changing European Seas), finanziato dall’UE, il WWF sta cercando di approfondire la conoscenza della pressione che le attività umane esercitano su ambiente e specie marine, proponendo operazioni di restauro degli ambienti marini e riduzione dell’impatto antropico attraverso azioni come la pesca sostenibile, la tutele delle coste, la conservazione delle tartarughe marine e misure per contenere il problema della plastica in mare.