Finalmente questo inverno lo abbiamo fatto: il nuovo pergolato per la prima pianta di kiwi (Actinidia chinensis) che vive con me da circa 10 anni. Sperando (e sbagliando: allora ero ancora una debuttante) che potesse bastare un muro a secco e qualche sostegno per farla stare bene, non mi ero mai posta il problema di come farla vivere felice. L’actinidia è talmente facile da ospitare che mi sono dimenticata per anni di lei, presa da altre urgenze vegetali.

Actinidia (Kiwi), il pergolato perfetto in ogni stagione

La nuova pergola del kiwi, creata con legni recuperati dopo una mareggiata, per sostenerlo al meglio.

Quest’inverno però, complice una mareggiata talmente potente da autorizzare le persone a prelevare i tronchi giunti sulla spiaggia (di solito non si può fare), io e Riccardo, il mio compagno, abbiamo recuperato molto materiale bellissimo e “già trattato” per le intemperie: figuriamoci, arrivavano dal mare.

E tra i tanti piccoli e grandi lavori fai-da-te di gennaio, poco prima che il kiwi uscisse dal suo riposo vegetativo cacciando foglie verdi e clorofilliche, abbiamo costruito una pergola ad hoc per le sue esigenze: ormai la pianta è diventata enorme, i vecchi supporti non bastavano più.

Accanto al kiwi, una pianta di vite americana. Ai loro piedi, l’onnipresente nasturzio che acchiappa gli afidi.

Ora, trascorsi diversi mesi, ci ringrazia crescendo a vista d’occhio e producendo una quantità smisurata di fiori… Li avete mai visti? Perché sono molto “timidi”, amano nascondersi sotto le foglie e spesso non si notano, nonostante siano piuttosto grandi, bellissimi e delicatamente profumati.

I fiori sono quasi invisibili, crescendo all’ombra delle grandi foglie.

Quest’anno potrò finalmente seguire la loro evoluzione osservandoli con gli occhi rivolti verso l’alto, aspettando dicembre per poterne assaggiare i frutti che arrivano per ultimi qui nel Giardino Felice, insieme agli agrumi, proprio quando c’è più bisogno di loro e di una dose extra di vitamine.

Actinidia (Kiwi): bella e rigogliosa

I lunghi rami sarmentosi vanno direzionati sulla nuova pergola.

L’actinidia è una vigorosa pianta rampicante, caducifoglia e dai lunghi rami sarmentosi che in primavera si vestono di rosso fuoco sui nuovi getti, creando un contrasto cromatico molto appariscente con le foglie appena cresciute, di un verde profondo e clorofillico, solcate da fitte linee simili al palmo di una mano.

Seppur viva bene in tutta Italia, sopportando sia gelate che caldo torrido, l’actinidia preferisce climi freschi e una esposizione solare piena (più fa caldo e secco, più va ospitata a mezz’ombra per farla vivere felice e fruttificare in serenità). D’estate necessita di irrigazioni piuttosto frequenti, specie nei primi anni di vita. Sempre per la sua (e nostra) felicità, è bene piantarla in piena terra, perché il vaso non le si addice. Ma se volete proprio tentare, allora scegliete un contenitore molto ampio e profondo, oltre che una varietà “mini” come l’Actinidia arguta.

Fiori timidi, sempre nascosti dalle foglie.

E datele da bere.

Affinchè la pianta cresca sana e si sviluppi al meglio, occorre dotarla di un sostegno sul quale avanzare: l’ideale è un pergolato o un berceau.

Pillola verde: maschio, femmina o?

La bellezza della corolla di kiwi, color panna e leggermente profumata.

In natura le piante di actinidia sono dioiche, cioè esistono esemplari che producono fiori maschi ed altri che producono fiori femmina. Solo da questi ultimi nasceranno i frutti. Quindi nell’orto-giardino domestico occorre sempre piantare almeno un esemplare per sesso (il rapporto ideale è di un maschio su 3 o 4 femmine).

I frutti crescono a grappoli, semi nascosti dalle grandi foglie altamente ornamentali.

Oggigiorno esistono in commercio anche alcune varietà ermafrodite, con fiori che contengono sia organi maschili che femminili. Questo significa che la pianta è autofertile, cioè può auto-impollinarsi e produrre frutti in autonomia, e che la potrete ospitare da sola se non avete a disposizione grandi spazi.

Curiosità: frutto o uccello?

Il nome kiwi deriva dalla somiglianza della buccia del frutto con l’omonimo uccello neozelandese.

Il nome kiwi deriva dall’omonimo uccello che condivide col frutto sia la zona di massima diffusione (Nuova Zelanda, sebbene la botanica sia originaria della Cina) sia la texture lanuginosa dalle tonalità marrone-verdastre che ricopre entrambi.