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Pensione, arriva la domanda precompilata

È una novità introdotta nell’ambito della digitalizzazione dei servizi e ha come scopo la semplificazione della pratica per ricevere la pensione dall’Inps

La pensione ora si potrà “chiedere” in via telematica. È una novità introdotta per semplificare l’accesso e le comunicazioni con la pubblica amministrazione. In questo caso si tratta dell’Inps, che in una comunicazione ha fatto sapere che chi è prossimo alla pensione riceverà la domanda, che sarà precompilata. Dopo la dichiarazione dei Redditi, dunque, anche per l’assegno di vecchiaia si potrà utilizzare un modulo che contiene già tutti i dati necessari per l’accesso al trattamento. Al cittadino occorrerà solo effettuare il controllo per evitare che ci possano essere eventuali errori.

Ecco come funziona e chi può usufruire di questo nuovo servizio.

Cos’è la domanda precompilata per la pensione

L’obiettivo è semplificare la vita del cittadino, in particolare del “quasi” pensionato. Grazie ai fondi del PNRR l’Inps ha provveduto a informatizzare maggiormente i propri archivi e database, arrivando a mettere a disposizione la domanda di pensione per chi ne ha maturato i requisiti. «Nel processo di digitalizzazione degli enti pubblici, l’Inps intende sperimentare uno strumento per facilitare la presentazione della domanda di pensione di vecchiaia», conferma l’avvocato Celeste Collovati di Dirittissimo, specializzata in previdenza e contribuzione.

Come accedere al servizio

«L’ente invierà una comunicazione (cartacea) al cittadino in procinto di andare in pensione, requisiti permettendo, che lo inviterà ad accedere alla propria area personale My iNPS e verificare i dati (estratto conto e dati anagrafici) ed eventualmente anche segnalare errori, per poi completare la domanda precompilata», aggiunge Collovati. Il servizio è reso disponibile anche tramite l’App IO e si può utilizzare anche un percorso semplificato con l’uso di un QR code, che permette di trovare la propria domanda precompilata «e l’estratto conto contributivo posto a base di calcolo per la pensione», come spiega l’Istituto di previdenza. Inoltre, agli utenti che hanno dato fornito un recapito cellulare e hanno dato l’apposita autorizzazione all’accesso, sarà trasmesso un breve messaggio di testo che li informa dell’avvenuto invio della comunicazione. Per queste persone sarà garantita una «attività di consulenza personalizzata» e saranno inviati alle Direzioni regionali e di coordinamento metropolitano gli elenchi dei nominativi interessati.

Chi può usufruire della precompilata

La domanda precompilata sarà inizialmente a disposizione di un campione di utenti: «L’applicazione pratica di questa novità riguarderà in una prima fase 5mila pensionati. Si tratta, in particolare, di cittadini con almeno 66 anni di età, e 9 mesi e 20 anni di contribuzione, cioè coloro che hanno raggiunto i requisiti della pensione di vecchiaia – chiarisce l’esperta. Si tratta di persone che hanno svolto attività lavorativa sia nel pubblico che nel privato. Ma non solo: «Saranno coinvolti anche i 65enni, ai quali sarà inviato l’estratto conto, dando così loro modo di segnalare eventuali errori in anticipo rispetto all’età di uscita dal lavoro», aggiunge l’avvocato.

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A cosa serve la domanda di pensione precompilata

Il modello a cui si è ispirata l’Inps è lo stesso della dichiarazione dei redditi precompilata. «Certamente si tratta di uno strumento innovativo che permette di snellire, automatizzando, procedure e tempi della Pubblica amministrazione che, per antonomasia, non sono considerati celeri. L’augurio è che possa funzionare senza intoppi, permettendo così l’interazione immediata del cittadino prossimo alla pensione che ha facoltà di segnalare eventuali errori o modifiche, avendo accesso alla precompilata prima che venga spedita», spiega Collovati.  

Se l’obiettivo è chiaro, occorrerà ora capire se la sua applicazione pratica funzionerà: «Io credo che questo strumento possa funzionare, purché ci sia il presupposto della chiarezza nelle procedure automatizzate e nelle istruzioni da seguire perché il cittadino possa controllare la correttezza dei dati. Molto spesso, infatti, il problema sta proprio nel fatto che gli utenti si trovano in difficoltà ad interagire/comunicare con l’Ente, tramite gli strumenti che l’Inps utilizza attualmente – osserva il legale – Ciò talvolta comporta lungaggini delle procedure per chi ha a che fare con la Pubblica amministrazione. Attraverso la precompilata, mi auguro che ci potrà essere più interazione tra le parti e che ciò possa essere preludio di un sistema sempre più veloce a tutela dei diritti ed interessi del pensionato», conclude l’esperta.

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