Giulia Tramontano

Femminicidi, ecco la stretta: le nuove misure

Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge contro la violenza sulle donne. Dal "cartellino giallo" al braccialetto elettronico, norme più severe

Arriva la stretta dal governo contro i femminicidi. A pochi giorni dall’omicidio di Senago, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge con un “pacchetto” di misure più severe. Il filo conduttore, ha spiegato la ministra alla Famiglia Eugenia Roccella, è la prevenzione “per interrompere il ciclo della violenza” e per “agire tempestivamente”. Ci sarà la richiesta al Parlamento della procedura d’urgenza, ha assicurato.

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Cosa prevede il disegno di legge contro i femminicidi

Sono state rafforzate le misure cautelari. Il distanziamento è stato fissato a 500 metri e non solo dall’abitazione della vittima ma anche nei luoghi che abitualmente frequenta. Inserito l’arresto in flagranza differita con la produzione di video e foto. Cioè si potrà arrestare anche nei casi in cui il reato sia dimostrabile attraverso video, foto o altro genere di documentazioni come le chat. La condizione è che non si superino le 48 ore dal fatto che si vuole documentare.

“Il cartellino giallo”

Per quanto riguarda l’ammonimento, esso è stato definito dalla ministra alle Pari Opportunità Eugenia Roccella “il cartellino giallo dell’uomo violento”. Previsto un ampliamento anche ai cosiddetti “reati spia”. Si intendono cioè i reati indicatori di violenza di genere: percosse, lesione personale, violenza sessuale, violenza privata, minaccia grave, atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, violazione di domicilio e danneggiamento. Viene inoltre introdotta la misura della sorveglianza speciale, oltre che per stalking e maltrattamenti, anche per tentato omicidio, revenge porn e per le aggressioni con l’acido.

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Braccialetto elettronico

Nel nuovo testo contro i femminicidi, si conferma l’intensificazione dell’uso del braccialetto elettronico per coloro che si trovano agli arresti domiciliari. Attualmente l’applicazione della misura è a discrezione del giudice, previo il consenso dell’indagato. Con la nuova normativa, l’applicazione diventerebbe automatica, sempre con il consenso, a meno che il giudice non lo ritenga necessario.

Ridurre i tempi della Giustizia

Ma è anche un provvedimento che mira a ridurre i tempi di tutte le fasi dei procedimenti. Sono previsti 30 giorni per il pubblico ministero per poter valutare il rischio e decidere la necessità delle misure cautelari. Dall’altra parte, il limite è di 30 giorni anche perché il giudice possa poi metterle in atto.

Pene più severe

È previsto ancora un aumento di pena, con procedibilità d’ufficio, per i soggetti già ammoniti. Inserita la reclusione da 1 a 5 anni per chi contravviene al divieto di avvicinamento.

Manifestazione contro la violenza sulle donne

“La svolta culturale” necessaria

“Per quanto elevate e irrogate rapidamente le pene non costituiscono mai una deterrenza assoluta, soprattutto in questo tipo di reati”. È il commento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Solo con un’operazione culturale possiamo iniziare a ridurre, se non eliminare, reati odiosi. Deve iniziare nelle scuole e proseguire dappertutto, anche nelle carceri”.

I numeri sui femminicidi

L’omicidio di Giulia Tramontano è solo l’ultimo di una lunga serie di femminicidi nel nostro Paese. Secondo gli ultimi dati del Viminale, nei primi mesi del 2023, le vittime donne sono 47. Di queste, 39 sono state uccise in ambito familiare o affettivo.

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