Adolescenti sempre più precoci: come affrontare crisi e ribellione

La preadolescenza inizia sempre prima e porta con sé una serie di cambiamenti fisici, mentali, nelle relazioni affettive e nelle emozioni, che possono trasformarsi in un “terremoto” in famiglia. I genitori si sentono spesso impreparati ad affrontare una fase della crescita caratterizzata da vergogna, impaccio e dalla disarmonia tipica dei ragazzi e delle ragazze dell’età delle medie, ai quali si accompagnano voglia di autonomia e trasgressioni.

“Madri e padri sono spaventati, temono la perdita di controllo sui figli, hanno paura delle loro trasgressioni e nello stesso tempo nostalgia dei mezzi autoritari di un tempo: ma devono ricordare che questi sono destinati a fallire. Per gestire questo periodo non ci sono ricette specifiche, ma sicuramente errori da evitare e accorgimenti da seguire” spiega a Donna Moderna Sofia Bignamini, psicoterapeuta, esperta di adolescenza, preadolescenti e bambini, e autrice del libro I Mutanti (Solferino Ed.). “Io chiamo i ragazzi mutanti, riferendomi a una fase ben precisa della preadolescenza come quella delle medie, perché i ragazzi sembrano cambiare pelle proprio come i serpenti quando fanno la muta. Lasciano la loro identità di bambini per acquisirne una nuova, con un processo che però coinvolge tante sfere della vita quotidiana, non solo il loro corpo” dice Bignamini, che insegna alla Scuola di Formazione in Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto Arpad-Minotauro di Milano e alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia di Parma.

Pubertà sempre più precoce

La pubertà inizia sempre prima: il menarca per le bambine arriva in media con un anno di anticipo rispetto a qualche tempo fa, anche in 5° elementare, e porta con sé trasformazioni anche psicologiche, oltre che fisiche. Si sta assistendo a una precocizzazione più generale: i bambini iniziano presto a orientarsi verso stili di vita tipici dei più grandi, soprattutto per quanto riguarda le trasgressioni e le sperimentazioni, dalla prima sigaretta agli spinelli, a un linguaggio sempre più erotizzato. Internet contribuisce a tutto questo, permettendo di disporre di immagini e contenuti più espliciti” racconta l’esperta.

Spesso questa spinta ad anticipare i tempi porta a reazioni opposte: “Da un lato ci sono ragazzini che vivono in pieno questa crescita, accelerando e anticipando le tappe, anche con rischi elevati. Dall’altro ci sono giovani che reagiscono in modo opposto, come spaventati da questi cambiamenti che tentano di bloccare. Cercano di ritirarsi dal sociale, trovando rifugio nei social e su Internet, come accade più spesso ai maschi. Tra le femmine, invece, si possono verificare forme di attacco o manipolazione del proprio corpo, ad esempio attraverso disordini alimentari come l’anoressia che, portando con sé spesso la sospensione delle mestruazioni, sembra andare incontro al desiderio di cancellare i segni della crescita e di controllare il proprio corpo” aggiunge Bignamini.

Internet fa bene o male?

L’influenza di internet e dei social è indubbia, anche se non va demonizzata. “Come tutte le innovazioni tecnologiche, il digitale è uno strumento, tutto dipende dall’uso che se ne fa. I social possono anche essere un aiuto nel caso di ragazzini che tendono a ritirarsi. Rappresentano, invece, un problema se sostituiscono l’esperienza del reale” dice Bignamini. Ci può anche essere un uso “creativo” dei social: “I selfie, che di per sé rappresentano il simbolo del culto narcisistico di questa società, possono avere una valenza espressiva, possono aiutare ad appropriarsi di un’idea nuova del proprio corpo. Se, invece, le immagini sono funzionali ad acquisire solo successo e visibilità, e diventano un modo (finto) per sedurre, allora la loro influenza sarà negativa. In questo è fondamentale il monitoraggio da parte degli adulti” spiega la psicoterapeuta.

Cosa devono fare genitori (e insegnanti)

Gli adulti vivono spesso questo momento di crescita con preoccupazione: “Si sentono incapaci di gestire i ragazzi, anche gli insegnanti alle medie, che faticano non poco in classe. I genitori, abituati a una convivenza molto piacevole, pacifica e democratica coi loro bambini, si ritrovano a gestire il senso di perdita di controllo sui figli. La tentazione è quella di ricorrere ai mezzi autoritari di un tempo, destinati però a fallire” spiega Bignamini, che dà qualche consiglio utile:

1) “Non spaventarsi (e inorridire): quella della preadolescenza è un’età di disarmonie, goffaggini e di comportamenti “estremi”; all’adulto può venire la tentazione di voltarsi dall’altra parte, come accade ad alcuni insegnanti che. ormai sfiduciati, non vedono l’ora che finiscano le lezioni in classe. Il consiglio è quello di non ritirarsi, ricordando che si tratta di una fase di trasformazione, in cui c’è anche molta voglia di autonomia da parte dei ragazzi”;

2) “Non trarre giudizi: meglio sospendere il giudizio sui ragazzi e tenere a bada il nostro narcisismo. Spesso vogliamo i figli a immagine dei nostri desideri e in linea con i nostri sogni di realizzazione, ma si tratta di fantasie immaginarie, che spesso si basano sull’idea che ci sentiamo genitori adeguati solo sei i nostri figli riescono“;

3) “Ascoltare in modo autentico e curioso: dobbiamo ricordare che i preadolescenti di oggi, proprio perché sono intrisi di narcisismo, hanno piacere di essere osservati, purché questo non significhi “controllarli”. Il consiglio è di ascoltarli quando hanno voglia di parlare“;

4) “Non rinunciare alle regole: occorre difendere l’idea che l’adulto ha un suo ruolo e una sua funzione, mentre troppo spesso siamo noi i primi a non crederci e i ragazzi se ne accorgono. I valori di fondo si trasmettono soprattutto con l’esempio quotidiano, più che con le ‘massime teoriche’ . Nel nostro lavoro con ragazzi e adulti ci siamo accorti che i preadolescenti danno il peggio di sé quando sono davanti ai genitori, ma in altri contesti allargati i valori acquisiti in famiglia emergono e contano molto”;

5) “Esserci e costruire una relazione: questo è un consiglio rivolto soprattutto ai padri, perché in questa fase di crescita dei figli si può ancora provare a costruire una relazione. Se invece gli adulti sono assenti o satellitari, poi dopo sarà tutto più difficile”.

 

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