Anoressia: quando colpisce a 50 anni

Celine Dion, al centro delle polemiche per l’eccessiva magrezza, nega di avere disturbi. Eppure l’anoressia nelle over 40/50 è sempre più diffusa e potrebbe avere una base genetica

Il caso più recente è quello di Celine Dion: è apparsa in pubblico, attirando su di sé l’attenzione per la magrezza estrema del corpo e il viso scavato. Quelli tipici di una persona che soffre di anoressia. E proprio questa è stata la domanda più ricorrente sotto le foto pubblicate sul proprio profilo Instagram dalla cantante 50enne (e poi rimosse), in abito da sera nero, con uno spacco che lasciava scoperta buona parte delle gambe, asciuttissime almeno quanto il décolleté: “Sei anoressica?”. Molto più pesanti altri commenti, che la invitavano a mangiare di più o le consigliavano di essere aiutata. Celine Dion ha risposto piccata, nel corso di un paio di interviste: “Se ti piace come sono, eccomi qui. Altrimenti lasciami in pace”.

A prescindere dalle scelte, però, la popstar canadese non è l’unica donna matura le cui “forme” fanno discutere: Angelina Jolie (43 anni) da tempo preoccupa i fan per l’eccessiva magrezza, esattamente come Demi Moore (56). In comune hanno, oltre alla taglia extra small, il fatto di non essere più adolescenti, l’età tipica di chi soffre di disturbi alimentari. Proprio le over 50 sono da tempo sotto le lente degli esperti del settore: “I disturbi del comportamento alimentare sono in genere più frequenti nell’adolescenza, ma cominciamo adesso a studiarli anche in età matura” spiega a Donna Moderna Nadia Micali, docente di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’Université de Genève (Svizzera) e direttrice del Consultation Alimentation et Nutrition chez l’Enfant et L’Adolescent (AliNEA) presso l’University Hospital della stessa città elvetica. È lei che ha coordinato una ricerca dell’University College di Londra, condotta su un campione di oltre 5.600 donne tra i 40 e i 50 anni. “Nonostante siano poco studiati i casi nella quarta e quinta decade di vita, più di 1 donna su 10 aveva avuto un disturbo del comportamento alimentare in un certo momento della propria vita ed il 3% aveva un disturbo del comportamento alimentare in atto”. Sono in tante, dunque, a vivere una situazione di disagio col proprio corpo, che nel caso specifico si manifestava soprattutto in un “disturbo da alimentazione incontrollata”, come precisato da Micali.

Ma cosa porta all’anoressia in età adulta? Spesso alcuni traumi tipici di questa fase della vita (separazioni, divorzi, lutti), che minano l’autostima e possono portare alla depressione. Ma non è esclusa la componente genetica, come suggerito da alcuni studi.

L’anoressia “si eredita”?

“Sicuramente l’anoressia ha una forte base genetica, a qualsiasi età, ed è risaputo che i fattori di rischio sono sia genetici che ambientali” dice Micali. Potrebbe dunque esserci una predisposizione, che poi porta a soffrire di anoressia o bulimia quando ci si trova ad affrontare particolari momenti delicati della vita? L’esperta conferma che le ricerche stanno andando in questa direzione: “Nuovi studi ci indicano che il rischio genetico per l’anoressia è sia psichiatrico che metabolico. Non sappiamo ancora cosa viene ereditato esattamente, ma probabilmente si tratta di fattori di personalità e predisposizione a un peso basso. A livello familiare i soggetti che hanno un parente di primo grado con un disturbo del comportamento alimentare hanno il 10% in più di rischio di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare. Cominciamo in questa fase, con grandi studi, a chiarire quali geni possano essere coinvolti. Sappiamo che ereditare una predisposizione per l’anoressia non basta a scatenarla, ma che fattori di rischio ambientali agiscono su un terreno genetico favorevole” conclude l’esperta. 

Tra genetica e stress

Un’ulteriore conferma arriva da una ricerca della University of Colorado School of Medicine, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry, che ha mostrato alcune alterazioni dell’ipotalamo che potrebbero contribuire a far sopportare la privazione del cibo nelle persone anoressiche. Altri studi stanno però indagando se questa condizione possa essere la causa del problema (o una delle cause) oppure se sia una delle conseguenze.

Quanto ai fattori ambientali, sono rappresentati soprattutto da eventi drammatici o particolarmente coinvolgenti a livello emotivo, come separazioni, divorzi o lutti, diventati più frequenti nella società moderna e fonte di grande stress per le donne in età matura, che si trovano a dover ricominciare una nuova vita, dovendosi occupare anche dei figli. Anche i lutti contribuiscono ad aumentare le tensioni. “Nel nostro studio gli eventi stressanti si sono dimostrati essere un fattore di rischio per tutti i diversi disturbi del comportamento alimentare, ma diverse ricerche condotte anche su adolescenti e giovani adulti mostrano che questi avvenimenti sono sicuramente un fattore precipitante” conferma Micali.

Quando si nega l’evidenza

A rendere più difficile la guarigione nelle donne adulte (la percentuale di chi soffre di anoressia è soprattutto femminile, anche se non mancano casi di vigoressia negli uomini), è il silenzio: spesso ci si vergogna o si fatica ad ammettere di avere un problema. Secondo lo studio coordinato da Micali, meno di una donna adulta su tre (27,4%) aveva chiesto aiuto. Nel caso dell’evidente magrezza di Celine Dion, l’interprete di My heart will go on (Titanic) ha negato di soffrire di anoressia: “Mi sono presa un rischio, voglio solo sentirmi forte, femminile e sexy. Mi piace come sono adesso, quindi non voglio parlarne. Nessuno deve preoccuparsi, chi è di un’altra opinione basta che non mi guardi e non mi faccia foto”. Respinge l’ipotesi di non stare bene, dunque, come del resto accade a molte altre 50enni alle prese con disturbi alimentari.

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