Coronavirus: si può fare una passeggiata?

Fare una passeggiata, correre, uscire in bici: ecco le ultime disposizioni del Ministero dell'Interno dopo il decreto shock del 9 marzo e la confusione alimentata dalle dichiarazioni del capo della Protezione civile

Il decreto del 9 marzo del Presidente del Consiglio (in vigore dal 10) sulle misure di contenimento anti coronavirus ci aveva tutti un po’ spiazzato. Mentre estendeva all’Italia intera la “zona protetta” esortava a «limitare la massimo qualunque uscita superflua». Così in molti ci siamo chiesti se ci fosse un divieto esplicito anche a fare una passeggiata o una corsa al parco.
Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli 24 ore dopo creava un vero e proprio giallo dichiarando che erano vietate anche le passeggiate a piedi. E così si è pensato che non si potesse uscire di casa se non per fare la spesa, portare a spasso il cane o andare in farmacia, a parte ovviamente il lavoro ed eventuali emergenze sanitarie. Borrelli in realtà – si è chiarito dopo – si riferiva a un’interpretazione letterale del decreto, diversa da quella più permissiva data in seguito dal Ministero dell’Interno.

Ad alimentare la confusione, alcuni siti scrivevano che rischiava la multa anche chi usciva a piedi senza un valido motivo (appunto lavoro, farmacia, spesa, emergenze sanitarie o le necessità dei propri cani). Invece oggi la situazione è chiara. La presidenza del Consiglio ha aggiornato le Faq, le domande più frequenti, che fungono da linee guida sull’applicazione delle misure adottate dal governo per fronteggiare l’epidemia Coronavirus. Ecco le conferme di Palazzo Chigi:

– si può uscire, oltre che per andare al lavoro o per emergenza sanitarie, per buttare la spazzatura o andare a fare la spesa

– si può portare a spasso il cane evitando capannelli, oppure portare il proprio animale domestico dal veterinario, ma non per visite di routine

– ci si può recare nelle attività commerciali, come le edicole e i tabaccai, che continuano ad essere aperte (le uniche ormai, tranne gli alimentari)

– ci si può spostare in bicicletta per andare al lavoro e per sport, mantenendo sempre le distanze di sicurezza

– si può fare attività motoria all’aperto, anche nei parchi pubblici, a patto che non avvenga in gruppo e che si rispetti la distanza di un metro se ci si trova a passare di fianco a qualcuno.

A piedi quindi si può uscire e si può fare sport, evitando sempre assembramenti. Si può quindi fare una passeggiata o una corsa e non serve l’autocertificazione. Tutto dipende però dal contesto e si fa quindi appello al rispetto della distanza di sicurezza. È ovvio che correre in città espone di più al rischio di incontrare altre persone e doverle scansare, rispetto a farlo in campagna. Del resto è già successo. In queste ore tante persone si sono riversate nei parchi, quindi molti comuni si sono visti costretti a chiuderli, da Nord a Sud. Ad Ancona sono state chiuse le spiagge, a Portovenere la scogliera. A Ravenna e Cervia l’appello è a non andare in spiaggia, in vista del primo weekend dell’era pandemia. Come si può capire, la situazione evolve di giorno in giorno e il richiamo al buon senso è inevitabile, per la sicurezza di tutti.

– si possono andare a trovare i figli, per le coppie separate, o i propri genitori non autosufficienti

– le multe sono confermate per chi esce senza averne necessità ma solo se si mette alla guida di un veicolo. Questo per evitare che si superino i confini del proprio territorio, che viene inteso come territorio comunale. Capiamo quindi che le sanzioni sono necessarie per convincere tutti a ridurre i rischi di contagiarsi e contagiare gli altri. Per il bene di tutti.

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