Microbiota vaginale e terapie per la candida

Tra i vari tipi di microbiota, esiste anche il microbiota vaginale. La sua scoperta ha cambiato radicalmente la terapia della candida. Ecco come curarla e fare prevenzione

Il microbiota, cioè l’insieme di batteri, miceti e virus che abitano il nostro corpo, e in particolare l’intestino, influenza la salute di tutto l’organismo. La sua alterazione è alla base di tante malattie ma anche dell’obesità e dell’anoressia, di problemi alla bocca, alla pelle e ginecologici.

Esistono vari tipi di microbiota: il principale è il microbiota intestinale, poi il microbiota orale, il microbiota della pelle e il microbiota vaginale.

Candida: le cause nell’alterazione del microbiota

La scoperta del microbiota vaginale ha cambiato radicalmente la terapia della candida. «In genere tutto parte da un abuso di antibiotici e antimicotici, un’alimentazione sbilanciata e altre abitudini come il fumo che causano uno stato di infiammazione intestinale» spiega Franco Vicariotto, ginecologo di Humanitas San Pio X di Milano. «Questa situazione contamina anche il microbiota vaginale e provoca un’alterazione negli equilibri tra i batteri del genere lactobacillus e altri microrganismi patogeni che convivono in vagina». Così si risveglia la candida che porta prurito, dolore e perdite biancastre e dense.

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I farmaci per curare la candida

La cura più efficace allora è intervernire prima con un farmaco antimicotico in un’unica dose per spegnere l’infiammazione, alleviare i sintomi e soprattutto preparare il terreno alla terapia con i probiotici ad hoc. Sono loro a dare il colpo di grazia alla malattia. «I più utilizzati sono i ceppi della famiglia dei Lacrobacillus. Hanno la capacità di aderire alla mucosa e di produrre sostanze ad azione antimicrobica, che debellano la candida e tengono lontano il rischio di recidive».

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Microbiota alla base di ansia, depressione e insonnia

Ansia, depressione e insonnia possono dipendere dalle alterazioni del microbiota. Secondo la psicobiotica, la disciplina che studia il legame tra flora batterica e salute mentale, ci sono ceppi batterici che influiscono positivamente sulla psiche, come i Lactobacillus. Uno studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience prova che assumere un probiotico a base di Lactobacillus rhamnosus aiuta a dormire.

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I cibi che aiutano il microbiota

L’equilibrio dell’intestino, quindi la salute del microbiota, può essere mantenuto attraverso prebiotici e probiotici: sono sostanze che troviamo nella nostra normale alimentazione, come nello yogurt o nel latte fermentato, che possono far aumentare alcuni “batteri buoni”. I probiotici sono gli organismi vivi che si trovano nell’intestino, i prebiotici sono invece quelli che aiutano i batteri a proliferare. Lo yogurt contiene probiotici e prebiotici, ma non basta un vasetto per il benessere dell’intestino. Per essere efficaci questi microrganismi devono arrivare vivi nell’intestino e questo non è così semplice: molta della loro carica batterica si esaurisce a livello dello stomaco. Uno yogurt, quindi, non basta, ma un’assunzione regolare può avere un effetto maggiore, soprattutto se si tratta di prodotti con una presenza maggiore di probiotici. Ecco i cibi da prediligere:

Yogurt e kefir Sono cibi fermentati, fonte di batteri che migliorano il benessere del microbiota intestinale

Mais e tapioca Contengono amidi e sostanze antinfiammatorie.

Melograno Aumenta la resistenza del microbiota della pelle ai danni dei raggi UV.

Mela, mirtillo, arance e pompelmo. Ognuno contiene un tipo di bioflavonoidi diverso, con un’azione antiossidante mirata su batteri intestinali differenti.

Microbiota per dimagrire

Il microbiota avrebbe anche altri ruoli. Secondo una ricerca statunitense, il microbiota può far perdere peso anche più della semplice dieta perché i batteri utilizzano le fonti energetiche, quindi il cibo che introduciamo nell’organismo, in modo differente.

Ma il microbiota avrebbe anche altri ruoli. Secondo una ricerca statunitense, il microbiota può far perdere peso anche più della semplice dieta perché i batteri sono in grado di utilizzare le fonti energetiche, quindi il cibo che introduciamo nell’organismo, in modo differente. La ricerca ha confermato il ruolo della flora intestinale nella perdita o aumento di chili. Su un campione di 36 volontari messi a dieta, a parità di regime alimentare a perdere più peso sono stati coloro che avevano un particolare tipo di batterio intestinale (l’Eubacterium coprostanoligenes) e quei batteri che aiutano a produrre acidi biliari secondari, acido butirrico e acido succinico. In pratica, c’è un equilibrio tra le moltissime specie di batteri intestinali, ma se ne prevalgono alcuni rispetto ad altri, si possono avere risposte diverse quanto a consumo energetico e quindi anche accumulo o meno di peso.

Per tenere in salute il microbiota, comunque, si è anche scoperto che esistono superfood che aiutano i funghi e i batteri dell’intestino a lavorare meglio.

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