Seconde case: norme regionali contro norme locali

Resta invariato il divieto di raggiungere le seconde case. Ma alcune regioni hanno lasciato più margine di movimento ai residenti, con il rischio di un conflitto 

Lasciate alle spalle le vacanze di Pasqua in lockdown, saltato anche il 25 aprile, in molti speravano che per il ponte del 1° maggio o, almeno, nella Fase 2 dal 4 maggio si aprisse alla possibilità di raggiungere le seconde case. Invece nel Dpcm del 10 aprile, che fa fede per questo ambito, è scritto in modo chiaro: «Resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case». Eppure se ne discute, perché invece l’articolo 1 dell’ultimo decreto lascia spazio a qualche escamotage (proprio come per i «congiunti» e i «fidanzati»). Alcune ordinanze regionali, invece, lasciano più possibilità di movimento, come in Liguria e Veneto.

Non si possono raggiungere le seconde case

A chiarire i dubbi dopo il Dpcm del 26 aprile, illustrato dal premier Giuseppe Conte, è stato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli: «Le seconde case non si possono raggiungere». «Resta solo la possibilità di recarvisi in caso di necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni, come chiariscono le Faq sul sito del Governo» spiega l’avvocato Marisa Marraffino.

Oltre alle situazioni imprevedibili, però, l’ultimo Dpcm ha aperto ad alcune eccezioni. Se resta il divieto di spostamento al di fuori del comune di residenza, ad esclusione di motivi di lavoro, saluto o necessità, il decreto all’articolo 1 consente spostamenti per incontrare i parenti, i «congiunti». Occorrono sempre l’autocertificazione, che nel nuovo modello contiene anche la voce apposita, e il rispetto delle norme di precauzione (mascherine e divieto di assembramento). Ma questo apre anche un escamotage: che nella seconda casa ci sia proprio un congiunto: se la madre, ad esempio, abita nello stesso comune della seconda casa, basterà che si faccia trovare lì per essere giustificati a raggiungerla per farle visita. Stessa situazione se si trattasse di un compagno (inteso come «affetto stabile»). «Purtroppo il testo lascia spazio a interpretazioni che saranno oggetto sicuramente di contenziosi: lo prevediamo, così come ci aspettiamo che ci siano interpretazioni differenti anche da parte dei singoli accertatori, ad esempio della polizia municipale, per cui ci saranno casi di maggiore o minore tolleranza» spiega il legale.

Rientro a casa in una Regione diversa

Una delle novità più discusse riguarda la possibilità di tornare a casa dal 4 maggio, anche in una Regione differente rispetto a quella nella ci si trova dall’inizio del lockdown, a marzo:  «È proprio l’articolo 1 dell’ultimo Dpcm del 26 aprile a creare confusione, dove si parla di consente di rientrare nel luogo di residenza, domicilio o abitazione: nel primo caso è chiaro che si tratta di quella che risulta all’anagrafe e sui documenti; nel secondo caso si intende la casa dove si abita abitualmente, comprovata ad esempio dall’intestazione delle bollette. Ma quando parliamo di abitazione la definizione è più vaga: potrebbe essere la casa dell’ex, dove lui o lei vivono dopo una separazione con la figlia. È un concetto che si presta a interpretazioni soggettive e soprattutto poco dimostrabili» spiega l’avvocato Marraffino.

Le interpretazioni soggettive devono però fare i conti con le ordinanze di alcune Regioni che prevedono la comunicazione all’Azienda sanitaria (e quarantena) per chiunque provenga dalla Lombardia o da una delle 14 province indicate in precedenza come “zona rossa”. Si tratta di Toscana, Lazio, Molise, Basilicata, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

All’interno di alcune Regioni si possono raggiugere le seconde case

Intanto sono arrivate già le prime ordinanze regionali, che permettono maggiori libertà di movimento. Ecco cosa si può fare sul territorio nazionale:

Liguria: il sì alle seconde case e barche è già realtà dal 27 aprile, dopo che il governatore Toti ha autorizzato lo spostamento verso le seconde case per attività di manutenzione e riparazione, con obbligo di rientro in giornata. È possibile anche uscire dal proprio comune per controlli e manutenzione anche delle imbarcazioni di proprietà, con le stesse modalità e limitatamente ai residenti nella Regione Liguria. L’ordinanza decade però a mezzanotte del 3 maggio per non entrare in contrasto con il Dpcm che fa scattare la fase 2 dal 4 maggio.

Veneto: le stesse indicazioni sono state annunciate dal Governatore veneto Zaia, sia relative alle seconde case che per le barche, e con obbligo di rientro notturno nella propria abituazione principale.

Friuli Venezia Giulia: maglie più larghe anche a Trieste e dintorni, dove arriva la possibilità di “assaggio” del mare. Si potrà infatti andare in barca, anche se solo per provare le condizioni del mezzo in seguito al via libera a manutenzioni di barche da diporto e darsene.

Puglia: sulla scia di altri presidenti di Regione, anche quello della Regione Puglia ha autorizzato dal 29 aprile gli spostamenti per la pesca amatoriale e la manutenzione delle seconde case e imbarcazioni da diporto. Dopo avere già consentito più movimenti per chi si dedica all’agricoltura per hobby (si possono raggiungere orti e giardini fuori città), gestori di stabilimenti balneari e strutture ricettive.

Sardegna, verso l’allentamento: il presidente Solinas ha annunciato, come alcuni colleghi, un’ordinanza in queste ore per allentare i divieti che riguardano soprattutto le seconde case e la cantieristica navale. 

Ordinanze regionali contro Dpcm: chi prevale?

Resta, però, un dubbio: di fronte alle indicazioni e ai divieti nazionali, come ci si deve comportare nelle Regioni più “permissive”? Si rischiano multe? «In effetti ci sono disparità tra Regione e Regione che invece non dovrebbero esserci perché il Dpcm ha valenza su tutto il territorio nazionale, che in questo momento è come se fosse una grande zona rossa. A prevalere tra i due dovrebbe essere il decreto della Presidenza del Consiglio. A mio avviso c’è margine per un conflitto» dice l’avvocato Marisa Marraffino.

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