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Tamponi gratis per la scuola: come funziona

Come funziona l'auto-sorveglianza, quanto fare i test e cosa serve per poterli ottenere gratuiti

Fino al 28 febbraio per gli studenti della scuola secondaria in auto-sorveglianza sarà possibile effettuare tamponi gratis nelle farmacie, se vaccinati da meno di 120 giorni. Si tratta di una delle principali novità comunicate dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in caso di positivi. «Nelle scuole superiori siamo già molto avanti con le vaccinazioni, siamo all’85% in prima dose e al 75% in seconda» ha spiegato il titolare del Ministero, dopo il decreto del 5 gennaio. Ma quando serve o si deve fare il tampone per auto-sorveglianza? Ecco dove lo si può fare, quando e che documenti occorrono.

L’attività di screening con tampone

La novità principale riguarda gli studenti delle scuole secondarie, quindi dalle medie in poi. Per poter garantire uno screening maggiore, in caso di positività, sono stati stanziati 92 milioni di euro, tramite la struttura del commissario Figliuolo, permettendo di alleggerire «di molto il lavoro delle Asl» come confermato dal Ministro Bianchi. I tamponi, infatti, possono essere antigenici e soprattutto effettuati – gratuitamente – sia dal proprio pediatra di libera di libera scelta (o medico di famiglia), sia presso le farmacie. 

Dove fare il tampone

L’auto-sorveglianza scatta in presenza di due casi positivi in una stessa classe. «Sono tamponi rapidi che permettono di non sospendere la didattica in presenza, a meno che non si verifichi un terzo caso in classe. I test sono ovviamente gratuiti perché previsti dal Servizio sanitario nazionale e prescrivibili dal pediatra di libera scelta, qualora il paziente o il genitore si rivolgesse alle farmacie. Oppure, a seconda degli accordi regionali, possono essere eseguiti anche dagli stessi pediatri nei propri studi» spiega Paolo biasci, presidente della Federazione italiana Medici Pediatri.

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Occorre la prescrizione

Perché il tampone sia gratuito, però, occorre la prescrizione del pediatra o del medico di medicina generale, cioè quello di famiglia, se lo studente ha più di 14 anni. «In caso scatti la procedura di auto-sorveglianza a scuola, con la comunicazione ufficiale dell’istituto, ci si rivolge al pediatra o al medico e si chiede la prescrizione per il test, oppure di effettuarlo presso lo studio del medico. È identica a quella che già facciamo nel caso dei tamponi molecolari o gli antigenici di “terza generazione”, cosiddetti “di laboratorio”, che hanno maggiore attendibilità» spiega il pediatra.

Non vale per tutti

Attenzione, però, perché il tampone che può prescrivere il pediatra per continuare ad andare a scuola se in classe ci sono due positivi, non è valido per ottenere il Green Pass base. La procedura di auto-sorveglianza, infatti, vale solo per gli studenti che abbiano ricevuto la terza dose booster di vaccino o che abbiano concluso il ciclo vaccinale primario (due dosi) da meno di 120 giorni (4 mesi) o che siano guariti da meno di 120 giorni.

Chi non rientra in queste tre categorie, invece, deve seguire un periodo di quarantena.

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Occorre un certificato?

Una volta ottenuta la prescrizione dal pediatra, ci si rivolge in farmacia e non occorre altro documento: per esempio, non serve mostrare il certificato vaccinale. «Il risultato viene caricato dal professionista – farmacista o pediatra o medico di famiglia – nel portale della Regione. È evidente che ogni sistema sanitario segue procedure proprie, ma in linea di massima funziona così ovunque, in modo che il risultato del test sia accessibile per le autorità competenti, come quelle scolastiche» spiega Biasci.

Non valgono i salivari

La possibilità di fare auto-sorveglianza con test gratuiti riguarda, infine, soltanto i tamponi naso-faringei, non i salivari: «I test salivari hanno un livello di attendibilità inferiore rispetto ai tamponi antigenici che si effettuano nel naso e in gola, quindi non è prescrivibile per l’auto-sorveglianza» conclude Biasci.

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E i non vaccinati?

I bambini e ragazzi non vaccinati, o che abbiano ricevuto le dosi da più di 120 giorni o che siano guariti sempre da più di 120 giorni, dovranno invece andare in quarantena per 10 giorni, con test T10, ossia un tampone al termine del periodo di isolamento, che dovrà essere negativo per poter essere riammesso in classe.

Come funziona coi più piccoli

Alla scuola primaria, invece, la gratuità dei tamponi è su base regionale. In Liguria, ad esempio, è estesa anche al ciclo primario (scuola elementare), come in altre zone d’Italia, ma non ovunque. Su tutto il territorio nazionale, però, valgono le norme indicate dal decreto: con un caso positivo in classe si procede con la didattica in presenza, le misure di distanziamento e la sorveglianza con test T0 e T5 (al primo e quinto giorno). Se i casi sono 2 o di più, invece, scattano DAD e quarantena di 10 giorni per tutti con test al termine del periodo (T10).

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