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Vaccinazioni: le risposte alle domande che ci facciamo tutti

Perché molti anziani stanno ancora aspettando? Chi ha diritto alle dosi che restano inutilizzate? Abbiamo raccolto tutte le domande arrivate in redazione via mail e sul profilo Instagram di Donna Moderna. Ogni settimana nelle stories vi aggiorniamo sulle news e rispondiamo a tutti i dubbi. Seguiteci su Instagram!

Non funziona la campagna vaccinale in Italia. Tra ritardi delle case farmaceutiche e malaorganizzazione, a fine marzo il bilancio è più che deludente e i numeri dicono che se andiamo avanti di questo passo ci vorranno almeno 8 mesi solo per arrivare a dare una dose a tutti i maggiorenni. Gli anziani, i malati e le persone più a rischio, quelli a cui bisognava pensare per primi, in molte Regioni sono ancora lì ad aspettare. La percentuale degli over 80 immunizzati va dal 41% della provincia di Bolzano al 6,2% della Sardegna, mentre le persone con disabilità gravi e i loro familiari non sanno a chi rivolgersi.

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Tutto questo mentre da Nord a Sud intere categorie professionali, dagli avvocati ai magistrati, dai ricercatori al personale amministrativo delle università, vengono immunizzate prima degli altri. Ora il governo di Mario Draghi vuole cambiare passo: sollecita le Regioni che non stanno facendo bene e mette in campo i medici di famiglia e perfino gli odontoiatri oltre ad allestire grandi hub, “macchine da guerra” capaci di immunizzare fino a 800 persone nell’arco di una giornata. Ma per noi cittadini cosa cambierà davvero? E, soprattutto, cosa dobbiamo sapere per non ritrovarci ancora senza certezze e con troppa confusione? Proviamo a capirlo dagli esperti.

Perché in diverse Regioni gli over 80 aspettano mentre docenti e amministrativi hanno già ricevuto l’iniezione? Sono state rubate dosi agli anziani?

«Non proprio. Il corto circuito c’è stato quando l’Agenzia del farmaco ha approvato il siero di Astrazeneca, sconsigliandone l’uso per le persone sopra i 55 anni. Era un eccesso di precauzione dovuto al fatto che i numeri della sperimentazione su questa fascia d’età erano più bassi» spiega Roberto Ieraci, infettivologo e membro del gruppo strategie vaccinali della Regione Lazio. «Per non lasciare le fiale in magazzino, a quel punto le Regioni hanno avviato le vaccinazioni del personale scolastico, e qualcuno ha allargato ad altre fasce di lavoratori. Dopo qualche settimana, l’uso di Astrazeneca è stato esteso a tutti gli over 65 ma ormai la macchina era partita e ogni Regione è andata per conto proprio».

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Da adesso in avanti gli over 80 potranno essere vaccinati anche con Astrazeneca? Ed è sicuro come gli altri?

«Sì. Solo per chi ha patologie molto importanti si chiede l’uso di sieri a Rna messaggero, come Pfizer o Moderna» risponde sempre l’infettivologo Roberto Ieraci. Già ora in alcune Regioni come le Marche, non si fa distinzione tra N i diversi vaccini. Anche la Lombardia ha annunciato che seguirà questa linea. «Oggi tutti i sieri in circolazione hanno dimostrato una protezione dalle forme gravi della malattia e dalla morte del 100%» rassicura Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente alla Statale di Milano. «Anche Johnson & Johnson, che arriverà tra qualche settimana, è stato già approvato per tutte le fasce di età e patologie.

Se sono un professore e aspettavo di essere vaccinato, andrò in coda agli over 80?

«No, per il personale scolastico e universitario e per le forze dell’ordine la campagna continua in parallelo. È una scelta fatta anche in vista di una riapertura delle scuole» risponde Carlo La Vecchia.

Sono un caregiver: mi chiameranno presto?

Chi si prende cura di persone con una disabilità grave, ma anche i conviventi di alcuni malati importanti, per esempio i trapiantati, rientrano nella fascia di priorità, la prima che verrà vaccinata subito dopo gli ultra80enni. «Il consiglio è di segnalarsi subito al proprio medico di base o al centro che ha in cura il malato» dice Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela ed informazione di Cittadinanzattiva. «Chi è più avanti, come il Lazio, li sta già chiamando».

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Se non mi chiamano o non riesco a prenotarmi, cosa devo fare?

«In tutti i casi la cosa migliore è rivolgersi al medico di famiglia» consiglia ancora l’esperta di Cittadinanzattiva. «E questo vale soprattutto per i soggetti fragili, cioè i malati e le persone con una disabilità grave perché le liste dei medici o dei centri di cura a cui attingono le Regioni potrebbero essere incomplete e qualche paziente potrebbe sfuggire. Teniamo presente però che non tutti i malati gravi rientrano tra i prioritari. Prendiamo gli oncologici: chi ha avuto la malattia in passato è escluso in questa fase, anche se gli è stata riconosciuta l’invalidità. Meglio fare una verifica sul portale vaccinazioni della propria Regione o al numero verde (puoi scaricare l’elenco dei siti e dei numeri di Cittadinanzattiva su http:// bit.ly/Vacciniregioni ndr)».

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Ho ricevuto la prima dose, come mi muovo se non mi chiamano per la seconda?

In genere, salvo casi rari, l’appuntamento del richiamo viene fissato subito. L’intervallo è di 21 giorni per Pfizer, 28 per Moderna, 3 mesi per Astrazeneca. In Italia al momento non è ancora possibile far slittare in avanti la seconda dose. Quindi, se la data non è stata fissata, bisogna chiamare subito il centro vaccinale che ha fatto la prima iniezione.

È vero che ci si potrà vaccinare dal medico di famiglia?

«È previsto da un accordo nazionale, e in alcune Regioni già succede» risponde il vicepresidente del sindacato dei medici di famiglia, Renzo Le Pera. «Non è però il cittadino a decidere. Gli accordi prevedono che a noi venga affidato un determinato target, per esempio i fragilissimi, i caregiver o il personale scolastico. Bisogna chiedere al proprio medico».

Ci si potrà vaccinare con le dosi avanzate?

C’è un’ordinanza nazionale che permette ai centri di cedere a fine giornata le dosi avanzate. Ma i cosiddetti riservisti devono rispettare l’ordine di priorità del piano vaccinale. Dopo la bufera scoppiata per chi, senza patologie né requisiti di età, è stato immunizzato, diverse Regioni hanno fatto sapere che per fare da riserva bisogna essere nella fascia di coloro che hanno diritto al vaccino in quel momento. Il “come”, inoltre, varia da zona a zona. In molte Regioni si adottano liste interne: sono i centri vaccinali a contattare le riserve dai propri elenchi. In altre, come la Toscana, è stata aperta una piattaforma su cui iscriversi. Meglio informarsi al proprio centro vaccinale di riferimento.

Gli under 18 sono fuori dal piano vaccinale?

Ma le nuove varianti del virus colpiscono anche loro. Si prevede di immunizzarli? «Sì, gli studi sono in corso e già nel giro di qualche mese qualche produttore potrebbe ottenere l’autorizzazione per l’uso sugli adolescenti e poi sui bambini. Quando ne avremo in abbondanza è possibile che la campagna venga estesa anche a loro» risponde l’epidemiologo Carlo La Vecchia, che però aggiunge: «Non è fermare la circolazione tra giovani la priorità, perché gli effetti del virus sono quasi sempre lievissimi su di loro. Una volta coperti gli over 65 avremo protetto più del 95% della popolazione che si ammala in maniera grave».

Chi verrà vaccinato prima?

Il nuovo piano del governo Draghi ha riscritto l’ordine con cui dovrà essere somministrato il vaccino. Non ci sono più categorie professionali con diritto di precedenza, tranne le forze dell’ordine e il personale scolastico e universitario: per loro la campagna è già in corso.

1. Gli over 80.

2. I malati e i disabili gravi insieme a caregiver e conviventi (nella lista dei malati gravi rientrano tra gli altri gli oncologici, i diabetici di tipo 1 o con complicanze, i malati di fibrosi cistica, quelli con scompensi cardiaci gravi o patologie che richiedono l’uso di ossigeno e chi soffre di malattie degenerative).

3. La fascia dai 79 ai 70 anni in ordine di età.

4. La fascia dai 69 ai 60 anni in ordine di età.

5. Gli under 60 con malattie croniche.

6. Gli under 60 senza patologie, in ordine di età.

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