Atleta over 70
Nelle foto di questo articolo, alcuni ritratti di atleti over che hanno partecipato ai National Senior Games dell’estate scorsa: hanno coinvolto più di 13.700 sportivi senior, tra i 50 e i 100 anni.
Credits foto: Tim Tadder, Humana and the National Senior Games

Lo sport non ha età

Gli atleti over 70 si moltiplicano e sfoderano una grinta da ragazzini. Non si allenano solo per stare bene. L’attività fisica li fa sentire forti e fiduciosi nel futuro

«Tutto è cominciato quando accompagnavo mio figlio piccolo a fare atletica. Un giorno il suo maestro mi ha chiesto: “Cosa fai a bordo pista?” e io: “Aspetto che finisca la lezione”. E lui: “Perché, invece, non vieni ad allenarti anche tu? Hai proprio il fisico giusto!” Per un attimo sono rimasta interdetta. A 50 anni suonati, cominciare a correre? La settimana dopo, però, avevo già le scarpe ai piedi. E ho subito capito che non avrei più smesso». A raccontare il suo colpo di fulmine per lo sport è Antonia Clara Mattiello, 73 anni, di Milano, tecnico di radiologia e velocista di razza.

Una storia che rispecchia una tendenza sempre più diffusa. Secondo l’Istat, infatti, oggi sono più di un milione gli over 70, in Italia, che praticano sport in maniera continuativa. Il boom più grande? Proprio tra gli over 75, triplicati dal 2010 ad oggi. E chi pensa che si tratti solo di sportivi di vecchia data, sbaglia. Lo dimostra Pietro Angeloni, 92 anni all’anagrafe, ma almeno venti di meno per fisico, entusiasmo e tempra. Alle ultime Olimpiadi dell’associazione 50&Più, l’iniziativa che ogni anno riunisce oltre mille atleti senior da tutto il Paese, ha vinto tre medaglie d’oro: nella marcia, nel nuoto e nella maratona.

«Ho cominciato a fare sport quando ero già in pensione, a 72 anni, in un momento difficile, dopo la morte di mia moglie» ricorda. «Volevo dedicarmi a qualcosa per tenermi impegnato e ho ripensato ai tuffi e alle passeggiate che facevo sull’Adda da ragazzo: così ho cominciato ad andare in piscina e a camminare lungo la riva del fiume. Oggi, pandemia permettendo, mi alleno in piscina tre volte a settimana e negli altri giorni alterno corse e marcia».

Troppo? Niente affatto. «Molti pensano che durante la “terza età”, o addirittura la quarta, sia sufficiente una camminata per tenersi in forma, ma non è così» spiega Roberto Travan, personal coach e antiaging advisor (robertotra van.com). «Certo, l’esercizio a bassa-media intensità è molto importante per ridurre la pressione sanguigna, aumentare la capacità respiratoria, ossigenare i tessuti, bruciare i grassi, ma con l’età è fondamentale anche contrastare la perdita di massa muscolare e migliorare l’equilibrio: sì quindi agli sport che uniscono attività aerobica, con il rafforzamento dei muscoli e l’aumento della flessibilità». Qualche esempio? «La camminata veloce, il nuoto, la bicicletta, la ginnastica a corpo libero» spiega Travan. «Da evitare invece gli sport di contatto o che implicano “torsioni” pericolose, come il tennis».

Humana and the National Senior Games
Credits foto: Tim Tadder, Humana and the National Senior Games

Ma i benefici non si limitano solo al fisico, è il rapporto con se stessi a cambiare. «Macinando vasca dopo vasca, ho trovato molto di più di un hobby» racconta Pietro Angeloni.«La sensazione di essere ancora un uomo integro, attivo e abile e con essa una nuova fiducia verso la vita davanti a me. Che ora divido anche con un’amica speciale». Una “magia” che in realtà ha basi scientifiche ben solide: «Molti studi hanno dimostrato come il senso di auto-efficacia sia strettamente collegato all’immagine di sé e quindi all’autostima» nota il coach. «Sentirsi capaci di fare qualcosa, sviluppare delle competenze è il primo passo per acquisire fiducia in se stessi».

«Quando corro mi dimentico quanti anni ho» dice Antonia, 73 anni. «E a dispetto delle rughe sul collo e della pelle un po’ cadente, mi sento bellissima»

E il potere dello sport non si ferma qui. «In una società dominata dal culto della perfezione e dell’estetica, l’attività fisica insegna ad apprezzare il corpo per quello che può fare e non solo per come appare» spiega Travan. Una lezione che apre la porta a una nuova idea di bellezza, ma anche che ridefinisce i concetti di vecchiaia e giovinezza. Per accorgersene, basta ascoltare le parole della signora Antonia: «Ci crede che più passano gli anni, più i miei tempi migliorano? Ho appena centrato il mio nuovo record personale: 800 metri in tre minuti. E pensare che sono scesa in pista per la prima volta a 50 anni suonati!» racconta con un entusiasmo travolgente. «Perché io quando corro mi dimentico quanti anni ho. E a dispetto delle rughe sul collo e della pelle che cade un po’ sulle braccia, mi sento bellissima. Perché la bellezza per me è nel corpo che mi fa volare, che mi fa sfidare i miei limiti, che mi dimostra che niente è impossibile».

Atleta over 70
Credits foto: Tim Tadder, Humana and the National Senior Games

Il primo passo per tagliare un simile traguardo? L’impegno quotidiano, assicura Anna De Lorenzo Noto, 95enne di Cortina, vincitrice del bronzo nella maratona alle Olimpiadi dei senior, irriducibile come le rocce dolomitiche su cui è cresciuta: «Io mi alleno ogni giorno: che ci sia vento, sole o pioggia esco a camminare sulla ciclabile per un’ora. Mi fa sentire libera e indipendente, come quando da ragazza me ne andavo in mezzo ai boschi e la mamma doveva mandare le mie sorelle a cercarmi! E se c’è la neve e non posso uscire, faccio i 44 scalini di casa mia per cinque volte, su e giù». «Un’attività sportiva regolare non solo stimola le endorfine, che contribuiscono a non sentire i dolori fisici e a contrastare la depressione, ma aumenta il senso di controllo e autonomia, due dimensioni fondamentali che con la vecchiaia vacillano» sostiene Travan. A livello pratico, secondo l’American College of sport medicine, un training standard per principianti over 65 prevede: 150 minuti settimanali di attività a media-bassa intensità, dalla camminata alla ginnastica dolce, da affiancare a 2 sessioni a settimana da mezz’ora ciascuna tra stretching ed esercizi di rafforzamento con bande elastiche e pesetti.

La differenza più grande con gli sportivi “tradizionali” più giovani? Il tipo di obiettivo. «Generalmente l’atleta “master” ricerca un obiettivo di prestazione più che un obiettivo di risultato» spiega Travan. «In altre parole, ad essere prioritario per lui è il desiderio di migliorare se stesso e la propria vita in un processo che passa attraverso lo sport». Con delle eccezioni, ovviamente: «Mio marito mi dice sempre: “Non puoi correre più veloce di me!”» racconta la signora Antonia. «E io: “Ma amore, lo sai che quando i miei quadricipiti sono caldi vanno da soli! Non posso aspettarti!”. Allora partiamo per un’altra sfida… e io sono felice». Eccolo lì: il traguardo più alto che inseguiamo tutti, alla faccia dell’età.

Qui ci vuole un applauso

Lo sai quanti anni ha il ciclista più vecchio del mondo? 108. È il francese Robert Marchand, detentore del record dell’ora nella sua categoria con 26,9 chilometri percorsi in 60 minuti. «Andare in bici è la cosa che più mi piace fare. Rigorosamente indoor, però, così non prendo freddo!». Tra le donne, invece, a detenere il primato è la tedesca Johanna Quaas, 94 anni, proclamata “la ginnasta più vecchia del mondo”. Allo statunitense Don Pellmann, 105 anni, va la palma per il salto in alto e in lungo: «Come mi alleno? Saltando sul letto» ha confessato. Super campione anche di ironia.

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