Luisa Bruzzolo: allenare la solidarietà

Luisa Bruzzolo ha vinto l’Italian Fundraising Award 2023 per aver innovato la raccolta fondi a favore di cause sociali. Ora con Lilt si batte per la prevenzione del tumore al seno: «È ciò che mi ha salvata»

In circa 25 anni Luisa Bruzzolo ha raccolto oltre 100 milioni di euro per varie cause: dall’emergenza umanitaria con Cesvi all’aiuto all’infanzia con Mission Bambini, dal patrimonio culturale italiano con il Fondo per l’Ambiente Italiano-Fai all’umanizzazione delle cure con Vidas. E ora l’impegno contro il cancro come direttrice generale di Lilt, Lega italiana per la lotta ai tumori di Milano-Monza Brianza.

Luisa Bruzzolo vincitrice dell’Italian Fundraising Award 2023

Ma a far vincere a Luisa Bruzzolo l’Italian Fundraising Award 2023 – premio ricevuto al Festival del fundraising e sponsorizzato da Ferrovie dello Stato Italiane – non è stata tanto quella cifra, seppure ponderosa. Sono state da un lato la sua capacità di valorizzare e innovare il fundraising e le organizzazioni in cui ha operato, dall’altro la sua dedizione nel creare relazioni durature con i donatori.

Luisa Bruzzolo da sempre lavora nel sociale

Classe 1967, Luisa Bruzzolo è cresciuta insieme ai 4 fratelli in una famiglia con mamma casalinga e papà capo accordatore di pianoforti alla Scala di Milano. «Da loro ho ricevuto un’eredità morale importante: la solidarietà praticata concretamente, l’umiltà nel senso socratico “so di non sapere” e la conseguente voglia di imparare, il senso del dovere e il perseguimento dell’eccellenza».

Perché ha scelto di lavorare nel sociale?

«A 8 anni mia mamma mi chiese cosa volessi fare da grande e io risposi: «Voglio andare in Africa ad aiutare i bambini poveri». Ebbi la piena consapevolezza della mia strada a 23 anni: ero al cinema a vedere Il silenzio degli innocenti. La scena degli agnelli che belano di terrore prima del macello mi toccò nel profondo e mi fece piangere: l’urlo degli innocenti lo sentivo anche io. Era come se avessi sempre avuto la sofferenza del mondo dentro. Da lì il bisogno di impegnarmi per cambiare le cose».

Oggi cosa significa lavorare nel non-profit?

«Il Terzo Settore è molto variegato: si va dalla piccolissima associazione con pochi volontari a organizzazioni paragonabili sotto tanti aspetti a medie imprese. Al tempo stesso è molto cambiato il fundraising. Quando ho iniziato io questa professione non esisteva, si parlava solo di raccolta fondi, si era autodidatti. Ora ci sono corsi, master e il Festival (la prossima edizione sarà a giugno 2024, ndr). Il consiglio che darei a un giovane che voglia intraprendere questo percorso è di formarsi in modo professionale, con corsi specifici».

Luisa Bruzzolo ha visto cambiare la professione di fundraiser

Lo scopo del fundraising resta ottenere soldi per una causa.

«Quello è solo l’atto finale. Oggi catturare l’attenzione di una persona su un tema è difficile, il mondo della comunicazione è diventato più complesso. C’è grande abbondanza di messaggi e ci sono i social che hanno polarizzato il dibattito ma sono anche il regno dell’indignazione di fronte alle ingiustizie. Noi fundraiser dobbiamo intercettare quell’indignazione e farle fare un passetto in più. Le donazioni più importanti nascono dalle relazioni: non i like e i follower, ma persone che si incontrano, si stimano e decidono di dare una mano per creare un vero impatto sociale».

Nel suo curriculum di qualche anno fa citava alcune cose di cui era orgogliosa. Ora cosa citerebbe? «Aver vinto il Fundraising Award. Essere una mamma e riuscire a coniugare lavoro e famiglia. Aver assunto un ruolo dirigenziale come quello attuale grazie al fundraising, perché facendo quel lavoro ho imparato ad ascoltare, a tenere insieme la squadra, a risolvere i conflitti. Sono anche orgogliosa di dirigere un’organizzazione la cui missione è la prevenzione oncologica, proprio ciò che mi ha salvato la vita».

Quando è successo?

«Durante una mammografia di routine mi hanno detto: “C’è qualcosa che non va”. Era luglio 2017, il 14 agosto sono stata operata. Sono appena uscita dalla “finestra dei 5 anni” e non sono più una paziente oncologica. Nel 2019 Lilt mi ha cercato, loro non sapevano della mia malattia e io mi sono detta: “È un allineamento di astri: sono una fundraiser che si occupa di una causa che sente sulla propria pelle”. Molti non sanno che il 40% dei tumori potrebbe essere evitato adottando corretti stili di vita, sana alimentazione, movimento fisico, poco alcol e zero fumo, e che la diagnosi precoce è l’arma più potente per sconfiggere il tumore».

Dopo il tumore fa fundrasing per la prevenzione oncologica

Come ha reagito alla sua diagnosi?

«Per prima cosa mi sono detta: “Devo stilare la lista delle cose che voglio fare prima di morire”. E ne ho scritte 20. Però in quel faccia faccia possibile con la morte mi sono sentita addosso la metafora del combattere la malattia. L’esito non dipende solo da noi, certo, ma combattere vuol dire fare le terapie, fidarsi dei medici, cercare di avere un approccio positivo».

Sempre in quel c.v. cita il poeta Walt Whitman.

«“Ah, vita! Che cosa c’è di buono in tutto questo ? Che il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un tuo verso”. Mi piace il contrasto che evidenzia: il mondo è pieno di orrore, ma la vita è uno spettacolo potente e tu puoi contribuirvi con il tuo verso personale, unico!».

Cosa rende un bravo fundraiser diverso dagli altri?

«Io credo che non basti essere dei bravi professionisti, perché donatori e beneficiari vogliono incontrare una persona appassionata della causa, capace di mostrarsi con la sua storia e anche le sue imperfezioni. C’è una canzone di Leonard Cohen che fa: “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce”. Vuol dire trasformare le nostre ferite, anche la malattia, in feritoie».

Il mese (della prevenzione) in rosa

Dal 1992 ogni ottobre LILT pone in primo piano l’importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno, attraverso visite ed esami e la promozione di corretti stili di vita. Nel mese rosa si potranno effettuare, visite al seno gratuite negli ambulatori delle LILT provinciali di tutta Italia. Tra le iniziative di LILT Milano, sabato 21 ottobre le boutique dell’associazione Montenapoleone District aderenti all’iniziativa Shopping in Rosa devolveranno il 10% dell’incasso della giornata all’associazione. Info su www.lilt.it.

Riproduzione riservata