Fast fashion, ammasso di vestiti

In Francia è stretta sul fast fashion: che cosa cambia

La Francia primo Paese al mondo a legiferare per limitare gli eccessi del fast fashion: previsti sovrapprezzi e divieto di pubblicità

Approvata dalla Camera Bassa francese una serie di misure per rendere meno attrattivo l’acquisto di prodotti fast fashion. I provvedimenti chiave includono il divieto di pubblicità per i tessuti più economici e una tassa ambientale sugli articoli a basso costo.

Francia primo Paese a legiferare contro il fast fashion

Il mercato francese dell’abbigliamento è stato inondato da capi importati a basso costo, in particolare gli articoli dei produttori cinesi di massa, mentre diversi marchi nazionali hanno dichiarato bancarotta. A dimostrazione del fatto che i legislatori francesi mirano a proteggere l’industria del Paese e la vendita al dettaglio, il ministro per la transizione ecologica, Christophe Bechu, ha affermato: “Il sacrificio della nostra industria tessile è finito“. Il voto rende la Francia il primo Paese al mondo a “legiferare per limitare gli eccessi della moda ultraveloce”, ha aggiunto Bechu durante la sessione parlamentare. La palla passa ora al voto del Senato.

Fast fashion, procede in Francia la legge anti-Shein

Le principali argomentazioni addotte da Horizons – il partito alleato del presidente Emmanuel Macron che ha presentato il progetto di legge – sono state di carattere ambientale. Secondo la legge, la Francia applicherà criteri sui volumi di capi prodotti e la velocità di rotazione delle nuove collezioni per determinare che cosa si intende per fast fashion. La deputata di Horizons Anne-Cecile Violland ha sottolineato che l’azienda cinese Shein, con i suoi “7.200 nuovi capi di abbigliamento al giorno”, è un esempio di produzione intensiva di moda.

Fast fashion, donna legge l'etichetta di un capo di abbigliamento

Previsti sovrapprezzi e divieto della pubblicità

Una volta entrata in vigore la legge, i produttori di fast fashion saranno obbligati a informare i consumatori sull’impatto ambientale della loro produzione. Dal prossimo anno è previsto un sovrapprezzo legato all’impronta ecologica del fast fashion di 5 euro a capo, che salirà a 10 euro entro il 2030. Il sovrapprezzo non potrà comunque superare il 50% del prezzo di un articolo. Per Shein e gli altri rivenditori fast fashion, per lo più asiatici, il disegno di legge prevede il divieto di pubblicizzare i propri prodotti.

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La mossa del Parlamento europeo

Prima del voto della Francia, il Parlamento europeo ha adottato una proposta che richiederà ai produttori che vendono prodotti tessili nel blocco di coprire i costi di raccolta, smistamento e riciclaggio degli stessi, in un passo verso un`industria tessile più sostenibile.

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