Pianura Padana

Inquinamento, Pianura Padana maglia nera in Europa

Un'indagine pubblicata dal "Guardian" ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono nella Pianura Padana respirano aria pesantemente inquinata

Un reportage del “Guardian” descrive l’allarmante situazione ambientale che sta interessando la Pianura Padana. Un’area particolarmente industrializzata, ad alta intensità agricola e naturalmente soggetta all’inquinamento compresa com’è fra le Alpi e gli Appennini, lontana dalla costa e poco battuta dal vento. L’effetto dei livelli di inquinamento registrati, sottolinea il quotidiano britannico, è il rischio di tumori e altre patologie nella popolazione. Il “Guardian” si sofferma in particolare sul caso di Crotta d’Adda, piccolo comune in provincia di Cremona, dove l’aria sarebbe fetida, tanto da provocare in molti abitanti episodi di vomito, difficoltà respiratorie, vertigini, occhi gonfi e mal di testa.

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L’aria irrespirabile di Crotta d’Adda

A Crotta d’Adda, paese di circa 600 anime, la situazione descritta da “Guardian” è inquietante. La vasta area di terreno agricolo adiacente alle case sarebbe immersa in una cappa di fetore insopportabile. Nella zona si trovano diversi allevamenti di maiali e pollame, dalle cui feci si ricava fertilizzante. Un sottoprodotto del procedimento è il “gesso di defecazione”, un materiale solido ottenuto dall’idrolisi di materiali biologici che si ottiene attraverso la calce e l’acido solforico. Sebbene il “gesso da defecazione” sia considerato versatile in agricoltura, il rischio è che questi prodotti possano provenire da materiale classificato come pericoloso e quindi vietato come fertilizzante. Le norme nel settore, sottolinea il quotidiano, “sono piuttosto vaghe, rendendo difficile così controllare il processo di trattamento e comprendere se i fertilizzanti contengano contaminanti dannosi per l’ambiente o la salute umana”.

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Pianura Padana grande malata d’Europa

L’esempio di Crotta d’Adda dà lo spunto al quotidiano britannico per soffermarsi sulla situazione del Cremonese e dell’intera Pianura Padana, definita come “tra le peggiori in Europa per l’inquinamento atmosferico”. L’indagine del “Guardian” ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono nella valle e nelle aree circostanti respirano aria quattro volte più inquinata rispetto al limite delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le particelle sospese nell’aria.

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Cremona, qualità dell’aria a livelli preoccupanti

maiali

A parte le grandi città come Milano e Torino da tempo note per lo smog, il “Guardian” fa proprio l’esempio di Cremona, il capoluogo di provincia di circa 60.000 residenti emersa come una delle città con la peggiore qualità dell’aria in Europa in una classifica pubblicata quest’anno dall’European Environment Agency (EEA). La Lombardia produce enormi quantità di rifiuti animali, in gran parte concentrati negli allevamenti di Cremona e delle province limitrofe, mentre la regione produce oltre il 40% del latte italiano e ospita il maggior numero di suini. I problemi di inquinamento di Cremona sono dovuti anche a un’acciaieria vicino a Crotta d’Adda, a un vecchio inceneritore di rifiuti e al costante passaggio di veicoli pesanti.

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Alti tassi di mortalità nella Pianura Padana

Secondo l’EEA, la cattiva qualità dell’aria è stata collegata a 50.303 morti premature in Italia nel 2020, e mentre la maggior parte si è verificata a Milano, Cremona è stata la provincia italiana con la più alta percentuale di decessi – tra 150 e 200 ogni 100.000 residenti – attribuiti al particolato sottile.

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Polveri sottili responsabili di numerose patologie

Citata dal “Guardian”, Maria Grazia Petronio, rappresentante dell’associazione ambientalista di medici ISDE, ha spiegato: “Nessun organo del corpo è immune dal PM 2,5. Quindi abbiamo a che fare con tutti i tipi di cancro, malattie respiratorie, problemi di fertilità e anche malattie cardiovascolari – quando il PM 2,5 è alto vediamo un aumento degli attacchi di cuore”.

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Lombardia, inquinamento in lieve miglioramento

Nell’ultimo decennio il livello delle polveri grossolane (PM10) in Lombardia, regione con più di 10 milioni di abitanti, è andato progressivamente diminuendo, così come il numero di giorni in cui è stato superato il limite di 50 mg/m3, anche se nel 2022 il limite dei 35 giorni è stato ancora superato. Hanno contribuito al miglioramento misure quali restrizioni al traffico, sistemi di riscaldamento più ecologici e incentivi finanziari per incoraggiare le persone a migliorare l’isolamento domestico, così come quelle rivolte al settore agricolo. Ma nonostante gli sforzi compiuti dalla Regione, sottolinea il “Guardian”, sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria dell’UE per il 2030.

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