A fronte dell’aumento anche lieve delle temperature globali, potrebbero verificarsi ondate di un caldo umido così elevato da risultare letale. Lo rileva uno studio americano che mette in guardia sul numero di morti che potrebbe derivare dalla crisi climatica. Centinaia di milioni di persone non abituate a condizioni meteo estreme potrebbero avere a che fare con temperature così elevate da risultare fatali.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, è stato coordinato da Carter Powis, dell’Università di Oxford insieme a un gruppo di ricercatori del Woodwell Climate Research Center negli Stati Uniti.

Caldo e umidità: un mix potenzialmente letale

Normalmente il corpo umano si raffredda producendo sudore, che evapora portando via calore. Ma quando l’umidità è troppo elevata, l’evaporazione si riduce. Se calore e umidità combinati raggiungono la cosiddetta temperatura del “bulbo umido” il corpo non è più in grado di raffreddarsi: l’aria, infatti, risulta talmente piena di vapore acqueo che l’evaporazione dell’acqua sul corpo bagnato si blocca.

siccità

Se la sudorazione non riesce a compensare il caldo

I ricercatori hanno chiamato questa soglia “stress da calore non compensabile”, poiché la sudorazione non può compensare le condizioni estreme. Senza ausili di raffreddamento, come acqua fredda, ventilatori o aria condizionata, la morte è probabile entro poche ore.

Analizzate migliaia di stazioni meteorologiche

La ricerca ha analizzato i dati di migliaia di stazioni meteorologiche in tutto il mondo per dimostrare che il 4% aveva già vissuto almeno un periodo di sei ore di questo stress termico estremo dal 1970, con la frequenza di tali eventi raddoppiata entro il 2020. Questi eventi sono stati finora confinati in luoghi caldi, tra cui il Golfo del Medio Oriente, il Mar Rosso e la pianura dell’India settentrionale, dove le persone si aspettano un caldo estremo.

L’analisi, che ha utilizzato anche modelli climatici, mostra che lo stress da caldo estremo si diffonderà rapidamente ad altre regioni con un riscaldamento globale di soli 2°C. La crisi climatica ha già aumentato la temperatura globale di circa 1,2°C. A 2°C: più del 25% delle stazioni meteorologiche subirebbero lo stress da caldo estremo in media una volta ogni dieci anni.

Dove si potrebbe verificare uno stress termico anomalo

La costa orientale e le regioni del Midwest degli Stati Uniti e dell’Europa centrale, compresa la Germania, sono tra i luoghi che potrebbero sperimentare l’arrivo di condizioni di stress termico senza precedenti. In luoghi già caldi, come l’Arizona, il Texas e alcune parti della California , i periodi di stress termico estremo diventerebbero eventi annuali a 2°C.

Maggiori rischi nelle zone “impreparate” al caldo

L’assenza di morti di massa in luoghi già esposti allo stress da caldo estremo ha dimostrato che le misure di raffreddamento potrebbero essere efficaci nel prevenire le morti. Ciò che invece preoccupa è il rapido arrivo di queste condizioni in luoghi dove le persone storicamente non hanno bisogno di edifici freschi o di aria condizionata, e quindi sono impreparate. Precedenti ricerche su calore e umidità estremi hanno utilizzato il limite massimo teorico del corpo umano, una temperatura a bulbo umido di 35°C, alla quale nemmeno gli ausili di raffreddamento possono assorbire calore dal corpo. Questi studi hanno dimostrato l’elevata vulnerabilità delle popolazioni del Golfo, dell’India e della Cina a condizioni estreme di temperatura e umidità. In tutto il mondo, gli scienziati hanno stimato che la crisi climatica ha già causato milioni di morti premature negli ultimi tre decenni. Gli scienziati hanno sottolineato inoltre che anche se venissero messe in atto misure di adattamento per proteggere la salute, lo stress da caldo estremo impedirebbe comunque a molte persone di lavorare o uscire di casa.