essere genitori

Essere genitori è un fatto sociale

Se i bambini sono il futuro, i problemi dei più giovani e delle famiglie riguardano tutti, anche chi figli non ne ha: la genitorialità è un fatto sociale. Ci ragiona l’esperta per aprirci gli occhi

Assuefatti alle storie di Hollywood dove l’eroe si salva sempre da solo, si rischia di dimenticare che nella realtà di rado è così. Soprattutto quando si diventa genitori.

Pensare di farcela con le proprie forze è un errore

Io, per dire, quando è nato mio figlio ho deciso che ce l’avrei fatta con le mie sole forze. Non avrei avuto bisogno di nonne o doule né tediato le amiche per arginare la solitudine e nemmeno prolungato la maternità oltre i 5 mesi. Fu un errore.

Va assecondato il bisogno di condivisone

Più avanti ho assecondato il bisogno di condivisione con altre madri e tutto, intorno a me, ha cominciato a parlare di genitorialità. Un’illusione ottica. Di fatto, problemi e preoccupazioni delle famiglie non sono una priorità, salvo diventare titoloni quando scatta l’allarme “inverno demografico”.

I bambini sono il nostro futuro

«I bambini sono il nostro futuro» dice Bettina Junker dell’Unicef. Niente di più vero, ma torniamo per un attimo al presente, dove i bambini (pochi) ci sono già. Vent’anni fa le famiglie italiane con figli erano il 43%, oggi sono il 30%, e i dati peggiorano di anno in anno in un’assenza di politiche mirate sconfortante.

Il confronto tra genitori non basta, serve guardare oltre

Bene il confronto tra genitori, quindi, ma è ora di guardare anche oltre. Se i bambini sono il futuro, i problemi dei più giovani e delle famiglie riguardano tutti, anche chi figli non ne ha: la genitorialità è un fatto sociale. Che cosa significa? Almeno due cose.

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Le istituzioni devono fare la loro parte

La prima ha una portata che arriva alle istituzioni: il principio di equità intergenerazionale, il dovere di garantire a chi nasce le stesse possibilità che abbiamo avuto noi. Su questo si può migliorare. La Commissione europea ci avvisa, per esempio, che tra il 2002 e il 2017 abbiamo sostenuto le vecchie generazioni più delle nuove.

Essere una comunità è curare il bene degli altri, e il nostro

La seconda è goderci il fatto che possiamo essere una comunità, dove curare il bene degli altri è il presupposto per garantire anche il nostro. Si dice sempre che per crescere un bambino ci vuole un villaggio, ma è vero anche il contrario: per dare un futuro al villaggio ci vuole un bambino.

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