Con la stagione dei saldi alle porte, c’è un mercato che non dipende da alcuno sconto. Anzi, aumenta il numero di giovani (e meno giovani) disposti a mettersi in fila per ore, anche sotto il sole cocente di un giugno con un caldo record, pur di accaparrarsi le ormai famosissime e popolarissime Labubu. Le bambole simbolo, con il caratteristico sorriso un po’ inquietante ma (pare) irresistibile, possono diventare però delle trappole: sono molte, infatti, le truffe che riguardano sia l’autenticità delle Labubu, sia il rischio di incappare nel phishing più “spinto”. Ecco come funzionano.

Le bambole virali che tutti vogliono (ma attenzione alle truffe)
Il fenomeno è ormai virale. Alle lunghe code per poter comprare le bambole Labubu, vendute da Pop Mart e delle quali pare non si possa fare a meno, pena l’essere considerati poco fashion, si sono aggiunte le ricerche online, dietro le quali, però, spesso si nascondono negozi virtuali che chiedono informazioni e dati personali che danno la possibilità ad “hacker” malintenzionati di svuotare conti correnti o effettuare altre operazioni illecite.
Labubu false online: come riconoscere i siti affidabili?
Il primo passo, per chi non vuole rinunciare ad avere le Labubu, è di controllare molto bene l’autenticità del sito al quale ci si affida per l’acquisto. Lo shopping, infatti, dovrebbe avvenire solo tramite portali che vendono le ricercatissime bambole-pupazzo di Pop Mart, il brand cinese specializzato nella realizzazione e commercializzazione delle stesse. Invece troppo spesso, pur di accontentare le figlie e i figli collezionisti (e per risparmiare qualche euro), molti genitori optano per prodotti “fake”. È esattamente ciò che ha fatto anche Fedez, per Leone e Vittoria. «I miei figli collezionano i Labubu, ma gliene ho comprati tarocchi», ha ammesso nel podcast Pulp.
Genitori e Labubu fake
Il rischio di acquisti non adatti riguarda tutti: «Le prime vittime spesso sono i genitori e i parenti, che vogliono stupire figli o nipoti con regali introvabili. Ma possono essere anche ragazzi e ragazze che comprano Labubu per sé e sono disposti anche a rischiare per averne una, ma attenzione: alimentare i mercati non autorizzati è una condotta grave», avverte l’avvocato Marisa Marraffino, specializzata in reati informatici e giovani.

Phishing legato alle Labubu: come funzionano le truffe più evolute
La Labubu-mania, infatti, «ha dato vita a truffe online orchestrate con falsi siti che imitano i rivenditori ufficiali per rubare i dati degli utenti – osserva Marraffino – Per difendersi occorre fare attenzione a offerte troppo vantaggiose, controllare che l’URL del sito sia autentico e usare metodi di pagamento sicuri». In una parola, si è di fronte a operazioni di vero e proprio phishing: azioni che mirano a carpire i dati degli utenti per scopi illeciti. In questo caso, però, Marraffino parla di phishing “spinto”, per le modalità con cui avviene.
Labubu: i consigli dell’esperta per difendersi dalle truffe online
«Non si devono mai dare al telefono o via link codici e credenziali di accesso. Soprattutto non bisogna mai cliccare su piattaforme che non si conoscono o che non sono affidabili – sottolinea l’avvocato – I truffatori potrebbero anche chiamare l’utente per dimostrare la propria affidabilità, ma la telefonata può avvenire con una voce creata appositamente dall’intelligenza artificiale. In altre parole, il phishing oggi è sempre più sofisticato.
Ma attenzione: se si è vittime di una truffa online e si decide di sporgere denuncia, è importante sapere che i tribunali, oggi, non concedono rimborsi se l’utente ha avuto un comportamento imprudente, cioè in caso di colpa grave». Nel concetto di colpa grave rientra, per esempio, il caso di un utente «che consegna le proprie credenziali di accesso senza fare le dovute verifiche – spiega Marraffino – Una prima verifica semplice che si può fare è anche quella di vedere dove è ubicato il server del sito che ci sta vendendo i prodotti. Ci sono tante estensioni (i cosiddetti plugin) dei comuni browser che ci consentono questa prima verifica (come Flagfox, ad esempio)».
Lafufu, le finte Labubu che non arrivano mai (e rubano i tuoi dati)
Sempre a proposito dello shopping online, «sono proliferati i siti che vendono Labubu false, subito ribattezzate “Lafufu”. In certi casi, invece, i portali che dichiarano di vendere Lafufu sono in realtà “siti esca”: nonostante il pagamento, la bambola non arriverà mai. Ma il rischio non finisce qui: spesso, navigando su questo genere di siti, viene richiesto di cliccare su un link, che poi richiede i dati della carta di credito. Informazioni che, ovviamente, non vanno inserite: serviranno per mettere in atto operazioni non autorizzate dal titolare della carta», spiega Marraffino.

Come riconoscere le Labubu originali: dettagli da controllare prima di acquistare
Certo, la scelta migliore sarebbe rivolgersi a un punto vendita fisico, ma purtroppo questa opzione oggi non è alla portata di tutti, in Italia: «Attualmente c’è solo un negozio in Italia autorizzato da Pop Mart a vendere le Labubu e si trova a Milano, in Corso Buenos Aires». Proprio per questo e «vista la richiesta di queste bambole, la contraffazione è spesso sofisticata. Le bambole non autorizzate sono comunque cinesi e a volte si distinguono da quelle autorizzate soltanto perché gli originali hanno il QR code sull’etichetta attaccata al pupazzo».
Dai negozi fisici cinesi ai gruppi social
«Nei negozi fisici cinesi che stanno proliferando e che promuovono Labubu – avverte ancora l’avvocato – Le bambole hanno la confezione identica a quelle delle Pop Mart autorizzate, ma di solito manca proprio il QR code sull’etichetta. Attenzione, quindi, al mercato sommerso di queste bambole, che riguarda anche gruppi social per lo scambio e la vendita». Le precauzioni, quindi, non sono mai abbastanza, specie in casi come questi. Dove la moda e la ricerca di oggetti iconici portano ad abbassare i livelli di guardia.