In una serata tra amiche una ci ha raccontato di aver conosciuto un ragazzo più giovane. «Quanto più giovane?» abbiamo chiesto. «Dodici anni» ha risposto. Si sono incontrati in palestra, si sono piaciuti e hanno iniziato a uscire insieme. Il sesso è favoloso, ma non è solo quello. Ciò che la stupisce di più è la maturità emotiva del ragazzo, di gran lunga superiore rispetto a quella di uomini più adulti frequentati in precedenza.

I pregiudizi se in coppia la più vecchia è la donna

La mia reazione è stata di sincero entusiasmo, ma lo stesso non si può dire delle altre. C’è chi si è preoccupata del fatto che, così giovane, vedrai, presto ti mollerà per una coetanea. C’è chi, addirittura, si è chiesta: «Cosa succederà quando lui vorrà dei figli?» e il sottotesto era: «E tu sarai troppo vecchia per farli», presupponendo che la riproduzione sia una tappa obbligata della storia di ciascuno di noi (e invece i dati ci dimostrano che così non è, da un bel po’ di tempo).

È più frequente che in coppia il più vecchio sia lui

La conversazione che ne è scaturita è stata molto utile per capire quanto il pregiudizio rispetto alle relazioni con differenza d’età esista tuttora, ma anche quanto si inasprisca quando la persona più adulta è la donna. D’altra parte, siamo abituati da sempre a vedere coppie con gap anagrafici più o meno significativi, in cui uomini adulti, persino a un passo dalla geriatria, si accompagnano a donne 15, 20, 30 anni più giovani. Quando però questo schema si ribalta, la nostra diffidenza aumenta.

Non conta se in coppia la più vecchia è la donna

E allora, diciamolo una buona volta: la chimica sessuale non dipende dall’età ma dall’indole, dalla curiosità, dal desiderio; se tra due persone adulte – pur con età differenti – c’è consenso e rispetto, non sussiste alcun problema; certo, nel futuro di quella coppia le cose potrebbero cambiare, ma questo non vale forse per tutte le relazioni?